sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Il difficile futuro di un’eredità politica senza precedenti

Nel 1994 Berlusconi era riuscito a realizzare una sorta di quadruplice miracolo politico.

Aveva creato dal nulla e in pochi mesi, con un eccezionale impegno finanziario e di idee, un partito nuovo, modellato a sua immagine.

Aveva dato una casa ai moderati privi di punti di riferimento dopo il crollo per via giudiziaria della Dc, del Psi, del Pri, del Pli, del Psdi.

Aveva completato la costituzionalizzazione della Destra guidata allora da Gianfranco Fini portandola al Governo.

Aveva messo insieme alla sua creatura, Forza Italia, un partito federalista -e a tratti secessionista- del Nord, la Lega di Bossi, con un partito nazionalista molto forte al Sud come Alleanza Nazionale.

Come in altri campi della sua molteplice attività -ben spiegati dall’articolo di Cristina Calzecchi Onesti-Berlusconi si era proposto come innovatore vincente.

La politica, però, non è come l’imprenditoria. Tanti sono i fattori che interferiscono. spesso impropriamente con la vita di un leader. Berlusconi lo ha imparato a caro prezzo e credo che al di là di ogni altra considerazione il rammarico principale che il Cavaliere ha portato con sé lasciando questa terra è di non aver potuto realizzare il suo sogno: quell’Italia moderna, liberale, aperta, profondamente riformata e saldamente occidentale ed europea.

Ma Berlusconi ha seminato molto e anche se oggi Forza Italia si attesta su percentuali inferiori al 10% i frutti della sua azione politica si vedono anche in altri partiti che negli anni hanno beneficiato dell’insegnamento del leader indiscusso del centro-destra.

Da questo punto di vista Berlusconi non ha lavorato invano. Anzi, per quanto ha potuto, ha rafforzato la componente centripeta del sistema politico italiano. E se oggi Fratelli d’Italia può raccogliere il consenso in un’area molto più ampia di quello della destra tradizionale è anche per merito del moderato Berlusconi che- a parte qualche intemperanza- non ha mai puntato all’esasperazione del confronto politico.

L’eredità moderata che ha lasciato è ormai diffusa in varie forze che siedono in Parlamento. Forza Italia si era andata assottigliando mano a mano che le condizioni di salute impedivano al Cavaliere di essere il primattore con l’energia e l’ottimismo cui aveva abitato i suoi seguaci. Il partito è oggi ben rappresentato da Antonio Tajani che ha il difficilissimo compito di traghettare Forza Italia verso un futuro irto di insidie. nessuno può ignorare le tensioni interne che ci sono state né sottovalutare le pressioni che dall’esterni altri partiti fanno e faranno per “spartirsi” l’eredità politica del Cavaliere. Tenere Forza Italia saldamente ancorata all’Europa, all’Occidente e ai valori della liberaldemocrazia lontana dal populismo e dalla demagogia è il modo migliore che Tajani ha per onorare la memoria di un personaggio che appartiene alla storia d’Italia.

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