A seguito dell’evento calamitoso del 16 e 17 maggio, la Protezione Civile, Dipartimento Territorio ed Ambiente della Repubblica di San Marino ha predisposto un elenco di quelli che sono stati i maggiori dissesti registrati in territorio. L’intensità delle precipitazioni ha creato situazioni di forte pericolosità in seguito alla difficoltà nello smaltimento delle acque per presenza di tombinamenti e sezioni sottodimensionate per eventi di così grande entità mentre nel territorio montano-collinare le più grosse criticità sono state quelle legate a fenomeni di sovralluvionamento o di erosione di sponda. Il territorio sammarinese è caratterizzato da un forte rischio idrogeologico e idraulico, la sua conformazione e morfologia fa in modo che tale rischio non si presenti sotto forma di “inondazione” ma è inquadrabile nel contesto del dissesto idrogeologico dei versanti e della rete idrografica, ove la presenza di fenomeni erosivi spondali sul reticolo drenante innesca e accentua fenomeni di instabilità. La portata dell’evento meteorologico che ha colpito la Repubblica di San Marino e, in maniera ancora più consistente i territori limitrofi, ha messo in luce forte criticità soprattutto nelle aree di pianura dove insistono i torrenti e pertanto zona Ciarulla, Dogana bassa e Rovereta per quanto concerne il torrente Ausa, strada del Marano per il torrente Marano e la zona industriale di Gualdicciolo per il torrente San Marino. Come da Piano nazionale di Protezione Civile, a seguito dell’emanazione dell’allerta rossa n. 61 del 15 maggio da parte dell’Agenzia regionale dell’Emilia Romagna a cui la Protezione Civile sammarinese fa riferimento, è stata allertata l’Unità di Crisi, tavolo composto dai quattro Segretari di Stato del Coordinamento di Protezione Civile, dal Capo della Protezione Civile, dai Direttori delle Aziende ed i Dirigenti delle strutture operative e poi, in corso di evento tale Unità si è riunita per dibattere collegialmente alcune questioni legate ai dissesti in atto e alla eventuale chiusura delle scuole. Tra i maggiori problemi riscontrati vi è certamente il crollo del muro di sostegno dell’impalcato della Scala Malagola che ha reso necessaria un’ordinanza di interdizione dei luoghi ed evacuazione degli occupanti l’unità immobiliare con ingresso coinvolto dal dissesto in quanto prospiciente il versante interessato dallo smottamento.