mercoledì, 24 Aprile, 2024
Lavoro

Prandini (Coldiretti): lavoro nei campi, servono più immigrati. In agricoltura contratti vantaggiosi per tutti

Nei vigneti italiani servono almeno ventimila lavoratori per garantire le operazioni di lavoro e raccolte colturali primaverili e per la prossima vendemmia. Ventimila maestranze che potranno colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali. E’ l’analisi della Coldiretti presentata alla premier Giorgia Meloni dalla quale emerge come, sottolinea la Confederazione: “il settore vitivinicolo nazionale, sia una componente importante del totale dei centomila lavoratori che mancano all’agricoltura”.

Manualità e professionalità

“Si tratta infatti”, spiega la Coldiretti, “di un settore ad elevata intensità di lavoro con operazioni difficilmente meccanizzabili che richiedono manualità e professionalità, con un bisogno medio di 80 giornate lavorative, fra coltivazione e vendemmia, secondo una stima Coldiretti”. Una parte centrale è rappresentata proprio dal lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi della vendemmia. “Che sono sempre stati garantiti grazie a lavoratori provenienti da altri paesi che si fermano in Italia per qualche mese”, rileva la Coldiretti, “tornando anno dopo anno con reciproca soddisfazione”.

Difficoltà nel reperimento

Coldiretti stima che nelle vigne un lavoratore su sei sia straniero con molti “distretti agricoli” dove gli immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso, spiega la Coldiretti, “della preparazione delle barbatelle in Friuli, o della raccolta dell’uva in Piemonte, Veneto, Toscana e le altre regioni del vino. “Ma forte è anche la presenza di giovani sotto i 35 anni”, precisa la Coldiretti, “che rappresentano quasi un terzo del totale degli occupati nelle campagne”.
La pandemia e la guerra hanno complicato la situazione, determinando una carenza di manodopera che ha provocato situazioni di difficoltà con le imprese che, negli ultimi anni, hanno avuto problemi a trovare i collaboratori necessari per potatura e raccolte.

Nuovo decreto per manodopera

L’ultimo decreto flussi con l’ingresso di quarantaquattromila stagionali si è dimostrato insufficiente a colmare la domanda di lavoratori nei campi ed è urgente dunque”, rileva Coldiretti, “l’emanazione di un nuovo decreto per assicurare la disponibilità di manodopera.
Ma nelle campagne in vista della vendemmia c’è posto anche per studenti, pensionati o disoccupati che vogliono trovare una occasione di reddito e fare una esperienza all’aria aperta a contatto con la natura, grazie al nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto nell’ultima Manovra”.

Contratti, assistenza e utili

“Una opportunità”, fa presente la Coldiretti, “per pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno e non aver già lavorato in agricoltura.

Si tratta di un rapporto di lavoro subordinato agricolo che”, conclude Coldiretti, “garantisce le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato ma il salario sarà esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico”.

Ridurre il costo del lavoro

“La disponibilità di manodopera nelle campagne è vitale per garantire la sovranità alimentare del Paese, ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare la possibilità di produrre e consumare prodotti al giusto prezzo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche ridurre il costo del lavoro in agricoltura per riversare i risparmi ottenuti dai datori di lavoro ai lavoratori agricoli al fine di aumentare il potere di acquisto”.

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