giovedì, 25 Aprile, 2024
Esteri

Putin e il delirio anti-occidentale

Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un discorso sullo stato della nazione all’Assemblea federale russa. Anche in questa occasione – ha propinato, come un disco rotto, il solito mix di retorica neo-sovietica e nostalgia zarista.

Ha iniziato il suo discorso parlando di “un momento difficile e fondamentale per il nostro Paese”. Ha accusato i Paesi occidentali e l’Ucraina di “inganno”, “colonialismo” e “valori totalitari neoliberisti” e ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina è stata forzata. L’incipit  è molto eloquente: «Abbiamo fatto il possibile per risolvere la questione del Donbass in modo pacifico», aggiungendo: “Sono stati loro a iniziare la guerra, noi usiamo la forza per fermarla”.

L’apoteosi, però, arriva quando Putin dice: “La Russia voleva una soluzione pacifica per evitare l’intervento militare, ma l’Occidente giocava ‘con carte false’ per ingannarci”.

In un altro passaggio, Putin rispolvera il revisionismo storico delle grandi occasioni. “Negli anni ’30 – sostiene il presidente russo – l’Occidente ha aperto la strada al nazismo in Germania e adesso fa lo stesso in Ucraina”, aggiungendo: “perché agli occidentali non interessa niente, e sono pronti a usare chiunque contro la Russia”.

Ancora una volta Putin si è imbarcato in una ricostruzione storica che sarebbe riduttivo definire fantasiosa. Per Putin “il progetto anti-Russia affonda le sue radici nel XIX secolo. Era coltivato anche dall’Impero Austro-Ungarico e in Polonia con un unico obiettivo: separare i territori storici, che oggi vengono chiamati Ucraina, dal nostro Paese”.

Pronuncia parole rassicuranti sul positivo andamento delle operazioni militari. La realtà sul campo è completamente diversa. Gli analisti militari affermano che gli occupanti russi stanno subendo pesanti perdite e l’avanzata graduale e l’occupazione di nuovi territori è data loro con grande difficoltà. Le significative perdite registrate nelle battaglie in corso confermano che le cose non stanno andando come previsto per l’esercito russo.

Putin non tralascia di dedicare un passaggio del suo discorso all’economia: il Paese ha un tasso di disoccupazione minimo, le sanzioni non interferiranno con il Paese. Tutto, quindi, sembra andare a gonfie vele. Anche in questo caso, le cifre descrivono una realtà diversa, ma poco importa, tanto il Cremlino è in grado di addomesticare persino i numeri con la propria propaganda. Curioso l’invito rivolto agli uomini d’affari che si sono trasferiti all’estero. “Tornate in Russia e smettere di soffrire”. A cosa volesse alludere, con questo passaggio, lo “zar” non è del tutto chiaro, ma il pensiero è volato velocemente ai tanti oligarchi russi che, avendo scelto di vivere lontani dalla grande madre Russia, hanno avuto un destino piuttosto “sfortunato”, con rovinose cadute accidentali, incidenti di vario genere, o arrivando a decidere di togliersi la vita.

Forse Putin conta sull’indebolimento dell’unità dell’Occidente, sulla riduzione della fornitura di armi all’Ucraina e sulla fornitura di altra assistenza.

Nutre ancora la speranza che la Russia prenda il sopravvento prima o poi, ma la coalizione in supporto dell’Ucraina è già composta da 54 Paesi ed è destinata a crescere.

“C’è una sorta di assurdità nell’idea che la Russia sia sottoposta a una qualche forma di minaccia militare da parte dell’Ucraina o di chiunque altro”, ha dichiarato ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

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