venerdì, 26 Aprile, 2024
Sanità

Covid: a Roma la Giornata del personale sociosanitario

Promossa dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, la giornata del personale sanitario è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus. La data simbolica del 20 febbraio è stata scelta per ricordare il giorno in cui venne scoperto il primo paziente in Italia affetto dal Coronavirus.

Quest’anno le undici Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie, oltre 1,5 milioni di professionisti tra medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, medici e veterinari hanno deciso di celebrare tutti insieme questa giornata, la cui istituzione, per Legge, ha costituito un pubblico riconoscimento dell’attività quotidianamente svolta a tutela della salute dei cittadini. Lo fanno a Roma, presso l’aula magna della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Salute Orazio Schillaci.

A beneficio di quanti non potranno presenziare e della cittadinanza in generale, sarà predisposto un servizio di diretta streaming, attraverso i canali social e i siti istituzionali degli Enti organizzatori. La celebrazione congiunta sarà strutturata in modo da alternare letture di brevi testi di scienziate e scienziati, poeti e poetesse con esecuzioni musicali della Red Shoes Women Orchestra, diretta dal Maestro Dominga Damato e composta da sole musiciste donne. La scelta di privilegiare un’orchestra al femminile nasce dalla comune volontà di lanciare un segnale di attenzione per contrastare la violenza e gli episodi che la cronaca continua a registrare e che, purtroppo, sempre più spesso sono perpetrati, in particolare contro le donne e contro i professionisti sociosanitari a prescindere dal genere.   “Le professioni sociosanitarie sono, da sempre accanto a chi soffre e ha bisogno del loro aiuto.

Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c’erano ancora i vaccini e mancavano spesso anche i dispositivi di protezione individuale, l’assistenza non è mai venuta meno. Tanto che nella prima e nella seconda fase Covid-19 si contano circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari e i contagi, che ancora proseguono negli ultimi mesi al ritmo di 5-8.000 ogni 30 giorni, hanno raggiunto, tra infezioni e reinfezioni, quota 474.000 al 6 febbraio, senza sostanzialmente più registrare, dopo l’avvento dei vaccini, casi gravissimi e decessi”, sottolineano in una nota i rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli. Le Federazioni e i Consigli nazionali dei professionisti sociosanitari “sostengono e dimostrano con la realizzazione della giornata, l’irrinunciabilità di una rappresentanza comune riconosciuta a livello istituzionale e che a livello istituzionale abbia voce in capitolo nella determinazione delle esigenze e delle scelte programmatorie necessarie alla qualità dell’assistenza sociosanitaria”, conclude la nota.

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