venerdì, 26 Aprile, 2024
Flash

Vivere la fede e narrarne la bellezza

I giovani amano essere ascoltati, accolti e amati. Sono “ambasciatori” di un credo che affascina la vita e ne canta ogni espressione avvolta nel silenzio di una quotidianità che non sempre fa scorgere il “Sole di giustizia”.

Fede equivale ad “amare” e proprio perché questa certezza fa capo a segni inequivocabili di speranza l’amore ha bisogno di tappe, gesti, riflessione e azioni chiare. La fede è abbandono nello sguardo di chi sa scrutare nel silenzio di un interrogativo: “Perché dici di amarmi? e come vorresti amarmi?” I giovani (e non solo loro) ci credono in questa dichiarazione che stravolge la vita e si buttano a capofitto in ogni avventura che sa di “brividi “. Vivere la fede, con chi è disposto a spiccare il volo, come direbbe don Tonino Bello, abbracciati a chi ha solo un’ala e vuole essere partner di una avventura che sa di libertà dove vivere la vita non è trascinarla. Vivere la fede raccontando a se stessi e agli altri che se tutto è dono anche l’amore ne diventa espressione che entusiasma e sa di sale e luce. La fede si narra solo se si è coscienti che l’amore esige segni, gesti, sguardi, decisioni forti e cammini di riscatto. Vivere la fede e narrarne gli attimi dove non sempre tutto è rosa e fiori: crederci e tirare diritto. Tutto questo dove lo codifichiamo? in una famiglia che spesso fa crepe di non dialogo, tre le strade buie dove spesso si invocano notti in bianche, follie che si giustificano con vuoti esistenziali che non convincono neanche chi li pronuncia. Divenire Fede che stravolge i piano del perbenismo è essenziale. Con l’Evangelista Giovanni bisogna scrivere solo tre espressioni che sanno di Kerigma “Dio è Amore”. In questo verbo vi è tutto e non c’è spazio per equivoci.

“È” Amore. Stop. Non si discute. Bisogna ornare sulla mulattiera del Venerdì Santo e schiodare alle ore 15,30 da ogni patibolo tutti coloro che preferiscono stare inchiodati nel vittimismo di un dolore fine a se stessi. La fede si narra il giorno dopo il sabato quando il sepolcro vuoto invita tutti a guardare il Risorto che testimonia la bellezza di un Amore che è “fede da Vivere” e non da raccontare come fiaba a chi fa finta di non voler più credere in niente e in nessuno. Ma per te e per me questa è un’altra cosa: Cose da fede da narrare con la Vita.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Il terzo capitolo della saga “i Curtigliara”. Relazioni, sogni e speranze sotto il sole di Sicilia

Valerio Servillo

Acli Roma: “8 giovani su 10 dipendono dai genitori”

Redazione

Pensioni. Sindacati: uscite flessibili e giovani

Francesco Gentile

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.