venerdì, 29 Marzo, 2024
Politica

Previdenza inizia il confronto. Calderone: riforma sostenibile

Critiche di Cgil-Uil. Disponibilità di Cisl. Confindustria: stop quote, costano troppo

Il confronto sulla riforma previdenziale è iniziato, con una serie di paletti, previsioni, critiche e opportunità. Percorso tutto in salita per un sistema in affanno dove il numero delle pensioni erogate è pari a 22 milioni e 759 mila assegni. Le riscossioni previdenziali hanno così superato la platea costituita dai lavoratori, in tutto 22 milioni 554 mila. Sono i dati riferiti al 2022 e resi noti di recente dall’Ufficio studi della Cgia. In questo scenario, a cui l’Inps ha aggiunto altri numeri e riflessioni, è iniziato al ministero del Lavoro il confronto tra Governo, parti sociali e sindacati per una riforma complessa. È il primo tavolo tecnico del Governo del premier Giorgia Meloni, voluto dal ministro del lavoro Marina Calderone, che ha fatto la sintesi della attuale situazione e della richieste messe in campo.

Troppi assegni, poche buste paga

La priorità è stata data all’analisi dell’attuale quadro della spesa pensionistica in rapporto all’evoluzione demografica, alle prospettive del mercato del lavoro, e al fatto che il tasso di occupazione dell’Italia è sfavorevole, tra i più modesti tra i Paesi dell’Unione. Una situazione presentata da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, che ha posto in evidenza come la proiezione al 2029 “non è positiva”. Il rapporto tra lavoratori e pensionati che passerà dall’attuale 1,4 a 1,3 per poi arrivare nel 2050 a uno a uno. Un dato da non sottovalutare, in quanto ogni scelta che il Governo dovrà fare avrà di fronte il problema delle risorse disponibili. In particolare rispetto alle richieste di flessibilità e anticipo dell’età pensionabile. Tema che in parte – in un 2023 di fatto anno di proroga – è stato affrontato con l’ampliamento delle norme di Ape sociale, (Anticipo pensione) per i lavoratori di imprese in difficoltà, e nel contempo sono state fatte restrizioni ad Opzione Donna, con l’età pensionabile salita da a 59 60 anni, e le possibilità di accesso non più per tutte.

Il Governo: basta proroghe

Il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone ha sottolineato come il Governo dica stop a proroghe e interventi tampone. Ricordiamo che tra il 2019 ad oggi, ci sono state: Quota 100, Quota 102 e 103. Tolte le quote per l’Esecutivo è giunto il momento di realizzare una riforma strutturale con un perimetro imposto dalle risorse disponibili. La filosofia di fondo resta – dai premier Draghi a Meloni –
monitorare i fattori che influenzano la spesa “consentendo una revisione sostenibile del sistema”.
Un percorso che prevede anche la ricerca, di “meccanismi di ulteriore miglioramento dell’attuale normativa vigente”, ha spiegato la Ministra, “per quanto riguarda, in particolare, la flessibilità in uscita specialmente in riferimento alle categorie più interessate da lavori usuranti”. Una attenzione nuova sarà data alla previdenza complementare perché il “sistema porterebbe a una crescita dei fondi pensione e ad assegni più corposi”. Marina Calderone in sintesi ha indicato nel primo incontro una partenza “proficua”, perché saranno mano a mano indicati criteri certi. La responsabile del lavoro ha poi osservato come i sindacati abbiamo inviato in ritardo le loro proposte.

Cgil e Uil: nessuna risposta concreta

Nel merito le osservazioni dei leader sindacali: la Cgil con Maurizio Landini, la Uil con Pierpaolo Bombardieri e la Cisl, con Luigi Sbarra; sono state numerose e con distinguo tra le tre organizzazioni. Landini, ad esempio, ha obiettato che non si sono avute risposte né sui tempi né sulle risorse, ed ha ricordato che i sindacati vogliono raggiungere un accordo entro aprile, quando l’Esecutivo dovrà decidere come impegnare i soldi pubblici. In generale per il leader della Cgil, l’incontro “non è andato bene”. “La sostenibilità del sistema è legata al superamento del lavoro precario”, ha sottolineato, “bisogna adeguare i salari e superare i voucher. Sull’insieme di questi temi oggi non abbiamo ricevuto risposte di merito”. A giudizio della Cgil le proposte ci sono, e sarebbero anche molto precise. “La pensione di garanzia per i giovani e le donne, la possibilità di uscire in modo flessibile a partire da 62 anni, i 41 anni di contributi per uscire senza bisogno dell’età anagrafica”, elenca Landini, “il riconoscimento e la regolazione dei lavori gravosi e di cura, le differenze di genere. E allo stesso tempo l’incentivazione anche sul piano legislativo del ricorso alla pensione integrativa”. Osservazioni pungenti anche quelle del leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che chiede, “risposte concrete e precise”. “Intanto che ci sia una prima risposta su Opzione donna, perché vorrei ricordare che la manovra risparmia 90 milioni penalizzando le donne di cui tanto si è parlato”, sottolinea Bombardieri, “In Francia oggi scende in piazza un milione di persone perché nel 2030 l’età pensionabile sarà portata a 64 anni. Noi qui siamo già da parecchio tempo a 67 anni”.

La Cisl: incontro positivo

Se per Cgil e Uil il faccia a faccia non ha portato indicazioni apprezzabili, per Luigi Sbarra, leader Cisl il dialogo è stato positivo.
“Abbiamo apprezzato la disponibilità del Governo a lavorare per un confronto politico con le parti sociali finalizzato a cambiare la Legge Fornero. È stato un incontro significativo”, fa presente Sbarra, “che deve tracciare il percorso di una nuova previdenza fondata su equità, flessibilità, inclusività e stabilita delle regole. Importante che l’8 febbraio si apra il primo tavolo di confronto su pensione di garanzia contributiva per giovani e donne e riprenda il lavoro della Commissione per la separazione tra previdenza e assistenza”.

Confindustria: se chieste daremo indicazioni

La posizione di Confindustria è stata illustrata dal presidente Carlo Bonomi, che sollecita la necessità di una riforma strutturale, e sottolinea “daremo il nostro contributo se ci verrà chiesto”. Critiche, invece, per gli “interventi spot come Quota 100”, che per Confindustria sono “onerosi e non creano occupazione giovanile e incidono sulle future pensioni delle persone”.

Le prossime tappe

Il confronto tra Governo e parti sociali entrerà nel vivo dall’8 febbraio con un tavolo sulle misure per giovani e donne. Gli altri tavoli tematici saranno fissati a cadenza settimanale.

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