martedì, 16 Aprile, 2024
Economia

Confcommercio: nel 2022 rallentano Pil e consumi

Prosegue la fase di contraddizione legata all’economia italiana. A una fiducia in forte risalita si contrappone il calo della crescita dei consumi e del Pil nell’ultimo quadrimestre del 2022. Produzione e occupazione registrano una brusca frenata tra novembre scorso e l’attuale mese di gennaio, nonostante i segnali positivi che si riscontrano sul versante dell’inflazione, molto elevata ma probabilmente in significativa riduzione nei prossimi mesi.

Confcommercio evidenzia che nonostante l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dai sostegni pubblici, l’atteggiamento delle famiglie resta positivo e non si avvertono cambiamenti radicali nei comportamenti d’acquisto. Sono da escludere, quindi, almeno a breve termine, drastiche e generalizzate riduzioni della domanda. A novembre la produzione industriale ha confermato la tendenza al rallentamento, trend che perdurerebbe fino ai primi mesi del 2023, stando alle indicazioni degli imprenditori.

Il mercato del lavoro ha mostrato, a novembre, una sostanziale riduzione del numero di occupati (a ottobre -27mila unità). Nello stesso mese i consumi, espressi nella metrica dell’ICC, hanno confermato la tendenza ad una minore dinamicità, con una crescita dello 0,4% su base annua. Il dato è sintesi di una flessione della domanda per i beni (-0,2%) e di una crescita per i servizi (+2,7%). All’interno dell’aggregato dei beni il ridimensionamento, sostanzialmente diffuso tra i settori, conferma accentuazioni negative per gli alimentari, i mobili e gli elettrodomestici.

Trascurabili segnali di recupero sono emersi nei settori dell’automotive e dell’abbigliamento, interessati ormai da tempo da forti difficoltà. Nel complesso del 2022 l’ICC ha registrato una crescita del 4,2%, sintesi di un recupero più accentuato dei servizi (+15,5% sul 2021) e di una moderata crescita della domanda di beni (+0,4%). Nonostante questo andamento molto positivo, i livelli di consumo si mantengono ben distanti dai valori complessivi del 2019 (-4,1%).

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