In sei Regioni italiane su venti l’ammontare del reddito disponibile delle famiglie italiane non ha ancora recuperato nel 2021 i valori pre-Covid. A fronte di un aumento complessivo a livello nazionale dell’1,5% tra il 2019 e il 2021, a ritrovarsi ancora con una perdita rispetto al 2019 sono in particolare le famiglie di Valle d’Aosta (-3,9%), Abruzzo (-2,2%), Molise (-1,5%), Trentino-Alto Adige (-1,5%), Marche (-1,4%) e Piemonte (-0,2%), mentre a livello provinciale il reddito disponibile delle famiglie diminuisce di più a Venezia (-5,1%), Rimini (-4,5%), Fermo (- 4,5%), L’Aquila (-4,5%) e nuovamente Aosta (-3,9%).
È quanto evidenzia un’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2021 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, una misura della capacità di spesa della popolazione residente in Italia. Sul lato opposto, invece, a poter contare su aumenti più elevati di reddito per le famiglie sono il Lazio (+5,0%), la Lombardia (+2,7%), la Sicilia (+2,7%), l’Umbria (+2,4%) e, a pari merito, la Campania e il Friuli-Venezia Giulia (+1,9%). Quanto alle province, gli incrementi più alti si registrano soprattutto a Rieti (+9,8%), Latina (+9,0%), Caserta (+7,9%), Viterbo (+7,5%) e Grosseto (+7,4%). Passando ad esaminare il reddito pro-capite, è Milano a guidare la classifica nel 2021: con 33.317 euro a testa i cittadini meneghini mostrano una disponibilità di portafoglio superiore del 68,6% a quella della media degli italiani. Mentre Enna è la provincia meno ricca d’Italia.
Rispetto al 2019, 18 province non hanno recuperato i livelli di reddito pro capite. “Questi dati dimostrano che le famiglie sono state meno colpite delle imprese dalla crisi pandemica anche grazie alle politiche di sostegno attivo messe in campo dai diversi governi, registrando un aumento a valori correnti dell’1,5% del reddito disponibile familiare a fronte di un calo dello 0,8% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel Paese tra il 2021 e il 2019”, evidenzia il presidente di Unioncamere Andrea Prete. “Preoccupa però la situazione del Mezzogiorno che vede ben 22 province con un reddito disponibile pro-capite nel 2021 inferiore di oltre il 25% alla media nazionale”, aggiunge.