venerdì, 26 Aprile, 2024
Esteri

Guerra di spie: insalata russa di bugie

La vasta rete di spie illegali della Russia, che opera da decenni in tutto il mondo, sta gradualmente sgretolandosi. È di questi giorni la notizia che Mosca per riprendersi Sergey Cherkasov, l’agente del “Direttorato principale per l’informazione” (GRU), che aveva tentato di infiltrarsi nella Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja la scorsa estate, abbia utilizzato il pretesto di un’indagine penale a suo carico in Russia per chiederne l’estradizione. Non è l’unica volta che un simile espediente viene utilizzato.

Ad esempio, nel caso di Artem Uss, figlio dell’ex governatore di Krasnoyarsk, arrestato in Italia nell’ottobre 2022 in relazione all’accusa statunitense di aver acquistato tecnologia militare americana e petrolio venezuelano per eludere le sanzioni, è accaduto qualcosa di analogo. In risposta alla richiesta di estradare presentata dagli Stati Uniti, le autorità russe hanno aperto un procedimento penale contro Artyom Uss, sostenendo che sia colpevole di riciclaggio di denaro su larga scala in Russia, così da chiederne, a loro volta, l’estradizione.

Nel caso di Cherkasov, dopo che i Paesi Bassi hanno smascherato la spia, lo hanno estradato in Brasile dove è stato processato per l’utilizzo di documenti contraffatti, subendo una condanna a 15 anni di prigione.

Ma cosa era successo la scorsa estate nei Paesi Bassi? Il 16 giugno, il Servizio di intelligence e sicurezza generale olandese (AIVD) avevano reso noto di aver impedito un tentativo di infiltrazione di una risorsa del GRU che aveva chiesto di poter svolgere un periodo di stage, come analista junior, presso il Dipartimento delle indagini preliminari della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja. A seguito delle indagini condotte dall’AIVD, all’uomo era stato negato l’ingresso nei Paesi Bassi ed era stato rimandato in Brasile. Questo tentativo di infiltrazione, laddove non scoperto, avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi e sarebbe risultato estremamente prezioso per i servizi di intelligence russi, permettendo l’accesso ad informazioni riservate relative alle indagini attualmente condotte dalla Corte dell’Aja sui crimini di guerra commessi dai soldati russi in Ucraina.

I servizi di intelligence olandesi resero noto che questa fallita operazione del GRU doveva essere costata molto tempo, energie e denaro all’intelligence russa. La falsa identità con cui la spia russa si era presentata alle autorità olandesi era quella di Victor Muller Ferreira, nato in Brasile il 4 aprile 1989, ma in suo vero nome si è scoperto essere quello di Sergey Vladimirovich Cherkasov, nato a Kaliningrad in Russia l’11 settembre 1985. Per diversi anni Cherkasov aveva lavorato come agente di viaggio in Brasile, per poi frequentare, dal 2014 al 2018, il Trinity College di Dublino come studente universitario in scienze politiche, ottenendo successivamente il Master al programma School of Advanced International Studies presso la Johns Hopkins University (2018-2020). Il tutto sotto falsa identità. Nel 2017, quando aveva iniziato il suo ultimo anno al Trinity College di Dublino, “Victor” aveva aperto un blog incentrato sulla geopolitica chiamato “Politics of Us”. L’ideologia espressa nel blog appariva essere quella di uno studente di scienze politiche occidentale, timido, senza alcuna inclinazione filorussa, che discute i metodi per aumentare la democrazia nei Paesi in Via di Sviluppo, definendo Putin un “cancro” e concentrandosi sull’importanza delle organizzazioni che promuovono la pace in Africa. Il blog di Victor si collegava alle sue pagine di Facebook e Twitter. La sua pagina Facebook riportava informazioni abbastanza limitate, ma risultava piena di centinaia di amici dal Brasile (il suo falso Paese di origine), del Trinity College di Dublino e della Johns Hopkins.

Le informazioni sulla vera identità di Sergey Vladimirovich Cherkasov sono state più difficili da trovare. In particolare, di lui si sa che si è laureato alla Baltic State Academy di Kaliningrad nel 2007.

Le autorità russe si sono trovate in una situazione difficile a seguito della condanna inflitta dalla magistratura brasiliana. Per riportare il loro agente nel Paese, avrebbero dovuto ammettere il fatto di spionaggio. Per uscire da questa incresciosa situazione, la Russia ha chiesto al ministro della giustizia brasiliano di estradare Cherkasov, sostenendo che non sia una spia segreta del GRU, ma un criminale incallito che gestiva un giro di contrabbando di eroina in Russia all’inizio degli anni 2010. La richiesta, firmata dal sostituto procuratore capo della Russia Gorodov, sostiene che è stato incriminato dal tribunale distrettuale di Moskovsky il 24 giugno 2022 (tre giorni prima dell’invio della lettera) con l’accusa di traffico di droga come parte di un gruppo criminale organizzato. Nella lettera, il pubblico ministero assicura che dopo l’estradizione Cherkasov non sarà perseguito per motivi politici, gli verrà data piena protezione ai sensi della legge russa e, se ritenuto colpevole, sconterà la pena in un penitenziario russo.

Peccato che sia difficilmente spiegabile come mai Cherkasov, che sarebbe stato ricercato in Russia in base ai documenti prodotti da Mosca, sia potuto tornare in tutta sicurezza in patria, viaggiando senza difficoltà in Russia negli ultimi anni. Cherkasov avrebbe volato in Russia negli anni 2015, 2017, 2018, 2020 e 2021, e ogni volta spostandosi tra Kaliningrad, Mosca, Belgorod, Samara con il proprio nome.

Il gruppo investigativo Bellingcat, che aveva svelato l’identità della spia russa la scorsa estate, non era riuscito – nel corso delle sue ricerche – a trovare Cherkasov nei database di criminali ricercati nel periodo precedente alla sua detenzione in Brasile. Il caso vuole che vi sia entrato per la prima volta, come imputato in un caso di droga, solo il 22 giugno 2022, appena un giorno prima che il vice procuratore generale della Russia scrivesse un’accusa di 25 pagine e la inviasse al Brasile chiedendo l’estradizione di Cherkasov. Nonostante tali evidenze, grazie a questo castello di bugie – l’intelligence russa ha ottenuto la scarcerazione dell’agente del GRU. Il caso di Chekasov dimostra come sia indispensabile tenere alto il livello di allerta contro questa insidiosa minaccia.

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