giovedì, 5 Dicembre, 2024
Attualità

Il Cremlino cede ai falchi. Ma l’Ucraina non è la Siria

La rabbiosa reazione di Mosca si abbatte su obiettivi civili fuori dal teatro di guerra. Biden: "Brutalità assoluta". Oggi G7 straordinario

Indegno di un Paese civile. L’attacco deciso da Putin getta un’ombra indelebile sulla dignità della Russia che viola sistematicamente le regole internazionali. Lo zar è allo sbando, sente sul collo il fiato maleodorante di Kadyrov e Prigozhin che lo istigano a usare le maniere spicce, bombe nucleari incluse. Putin si affida sempre più a generali che si sono distinti per massacri di massa, in particolare in Siria. Ma lo zar sta commettendo un altro grave errore: pensare di spezzare l’Ucraina come fece con la Siria radendo al suolo intere città rafforzerà la reazione dell’Occidente che dovrà fornire a Kiev nuove e più potenti armi e sistemi di difesa aerea.

“Ogni missile sull’Ucraina isola sempre di più la Russia, ha commentato Giorgia Meloni e da tutte le cancellerie europee si sono levate voci di condanna e sdegno per quest’azione che mira a terrorizzare il popolo ucraino. Anche la Cina ha lasciato intendere il suo disappunto e chiede una de-escalation. Un messaggio rivolto prevalentemente allo scomodo amico Putin che, ai fallimenti sul piano militare, aggiunge anche la vergogna per i bombardamenti su obiettivi civili.

Se continuerà a cedere alle pressioni dei falchi, Putin sarà risucchiato nella spirale dell’escalation che lo ricaccerà sempre più in un angolo. Finirà per scontentare tutti, sia chi lo invita alla prudenza e a trattare riservatamente per una uscita dignitosa dal tunnel in cui si è cacciato, sia le anime nere che lo vogliono trascinare nell’avventurismo più pericoloso. Putin dimostra di essere in balìa degli eventi e degli umori dei suoi accoliti. I suoi peggiori nemici sono proprio personaggi come Kadyrov e Prigozhin che, senza alcuna visione né politica né militare, pensano di sbarazzarsi dell’Ucraina a colpi di massacri e terrorizzando la popolazione.

La parabola discendente dello zar è all’insegna dalla indecisione, dell’assenza di strategia e di una sostanziale debolezza interna che con il peso delle sanzioni e dell’impopolarità della chiamata alla armi è destinata a crescere. Proprio mentre sul fronte opposto l’Ucraina resiste. Eccidi, torture, violenze su donne, vecchi e bambini non hanno fiaccato il morale del popolo e del coraggioso esercito ucraino che sta liberando ampie zone illegalmente occupate dalle truppe russe.

Putin spera forse di inserirsi nelle elezioni di Mid-term americane per indebolire Biden. Ma l’escalation obbliga gli Stati Uniti a tenere una linea sempre più dura. Cedere alla sopraffazione non è nello stile di Washington.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Pensioni, il Governo punta su Quota 103. Bombardieri (Uil): basta ipotesi, ora chiarezza

Maurizio Piccinino

Il Papa: “Diciamo tutti ‘no’ alla violenza contro le donne e le bambine”

Antonio Marvasi

Lavoro stabile, meno fisco, salvare le pensioni. Incentivi a chi assume, è green e innovativo

Giampiero Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.