giovedì, 25 Aprile, 2024
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Il Cremlino cede ai falchi. Ma l’Ucraina non è la Siria

La rabbiosa reazione di Mosca si abbatte su obiettivi civili fuori dal teatro di guerra. Biden: "Brutalità assoluta". Oggi G7 straordinario

Indegno di un Paese civile. L’attacco deciso da Putin getta un’ombra indelebile sulla dignità della Russia che viola sistematicamente le regole internazionali. Lo zar è allo sbando, sente sul collo il fiato maleodorante di Kadyrov e Prigozhin che lo istigano a usare le maniere spicce, bombe nucleari incluse. Putin si affida sempre più a generali che si sono distinti per massacri di massa, in particolare in Siria. Ma lo zar sta commettendo un altro grave errore: pensare di spezzare l’Ucraina come fece con la Siria radendo al suolo intere città rafforzerà la reazione dell’Occidente che dovrà fornire a Kiev nuove e più potenti armi e sistemi di difesa aerea.

“Ogni missile sull’Ucraina isola sempre di più la Russia, ha commentato Giorgia Meloni e da tutte le cancellerie europee si sono levate voci di condanna e sdegno per quest’azione che mira a terrorizzare il popolo ucraino. Anche la Cina ha lasciato intendere il suo disappunto e chiede una de-escalation. Un messaggio rivolto prevalentemente allo scomodo amico Putin che, ai fallimenti sul piano militare, aggiunge anche la vergogna per i bombardamenti su obiettivi civili.

Se continuerà a cedere alle pressioni dei falchi, Putin sarà risucchiato nella spirale dell’escalation che lo ricaccerà sempre più in un angolo. Finirà per scontentare tutti, sia chi lo invita alla prudenza e a trattare riservatamente per una uscita dignitosa dal tunnel in cui si è cacciato, sia le anime nere che lo vogliono trascinare nell’avventurismo più pericoloso. Putin dimostra di essere in balìa degli eventi e degli umori dei suoi accoliti. I suoi peggiori nemici sono proprio personaggi come Kadyrov e Prigozhin che, senza alcuna visione né politica né militare, pensano di sbarazzarsi dell’Ucraina a colpi di massacri e terrorizzando la popolazione.

La parabola discendente dello zar è all’insegna dalla indecisione, dell’assenza di strategia e di una sostanziale debolezza interna che con il peso delle sanzioni e dell’impopolarità della chiamata alla armi è destinata a crescere. Proprio mentre sul fronte opposto l’Ucraina resiste. Eccidi, torture, violenze su donne, vecchi e bambini non hanno fiaccato il morale del popolo e del coraggioso esercito ucraino che sta liberando ampie zone illegalmente occupate dalle truppe russe.

Putin spera forse di inserirsi nelle elezioni di Mid-term americane per indebolire Biden. Ma l’escalation obbliga gli Stati Uniti a tenere una linea sempre più dura. Cedere alla sopraffazione non è nello stile di Washington.

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