giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Confindustria: 2020 Italia in bilico tra crisi e rilancio

In “bilico”, una Italia sospesa tra i venti di crisi, – quindi recessione e disoccupazione -, nel contempo una Nazione fiduciosa nella ripresa che arriverà. Così le proiezioni 2020 fatte dagli analisti di Confindustria che già indagano sull’economia che verrà. Sarà come al solito un rebus. Chi punta sulla fiducia spera che la politica faccia scelte per le imprese e tagli gli incentivi come il Reddito di cittadinanza; chi teme la recessione già fa i conti con una crisi che innescherà disoccupazione, e imprese che dovranno fare tagli. Di una cosa è certa l’Associazione degli industriali che in Italia c’è “una sostanziale stagnazione dell’economia”. Tuttavia non mancano le novità, che potrebbero far pesare la bilancia da un lato o dall’altro. Per gli industriali toccherà alla politica decidere: recessione o sviluppo sono ipotesi in mano alle decisioni del Governo.

“Più che in passato, molto dipenderà dalle scelte di politica economica e in particolare da come il Parlamento italiano modificherà l’attuale legislazione, che prevede un aumento dell’IVA e delle accise per 23,1 miliardi di euro a partire dal 1° gennaio 2020”, fa presente Confindustria, “In uno scenario a ‘politiche invariate ‘ includendo il rialzo di IVA e accise e le spese indifferibili, il PIL rimarrà fermo non solo nel 2019 ma anche nel 2020. Se invece”, ipotizzano gli industriali, “l’aumento delle imposte indirette venisse annullato e finanziato interamente a deficit, il Pil crescerebbe dello 0,4 per cento nel 2020, ma il rapporto deficit/Pil sarebbe pericolosamente vicino al 3 per cento, retroagendo sulla crescita: rimarrebbe al di sotto di questa soglia solo se i risparmi acquisiti dal minor utilizzo di Quota 100 e Reddito di cittadinanza andassero interamente a riduzione strutturale del deficit”. Fuori dai tecnicismi l’economia italiana, quindi, è ancora sulla soglia della crescita zero, rischiando di cadere in recessione. Per Confindustria questa situazione in “bilico” potrebbe finire da un giorno all’altro, ad esempio, per una spallata della economia americana o cinese, o di eventuali nuovi shock, che soprattutto dal fronte estero sono sempre possibili, come mostra l’elevatissimo grado di incertezza oggi presente sui mercati”. In più e per paradosso la stessa analisi degli industriali, sui consumi a ribasso, poggia sul fatto che il Reddito di cittadinanza ha una platea fi beneficiari più bassa del previsto, e questo inciderà sul volume delle vendite e acquisti di merce. “Diversi fattori hanno frenato nel corso di quest’anno l’economia italiana e continueranno presumibilmente a pesare negativamente sulla crescita”, osserva il Centro studi di Confindustria, “Primo, vi è un minor apporto ai consumi delle famiglie da parte del Reddito di cittadinanza; le domande pervenute sono state molto inferiori alle attese e potrebbero esserci alla fine di quest’anno 200mila nuclei beneficiari in meno”. Poi ci sono le econome di Paesi europei che frenano loro e anche l’Italia.

“Il rallentamento in Germania è più profondo e duraturo di quanto atteso; le difficoltà tedesche, specie nel settore automotive, hanno avuto ricadute importanti sulla produzione dell’industria italiana”. Infine a dare man forte alla recessione c’è il forte caldo di fiducia delle famiglie italiane, che secondo Confindustria “è su livelli molto ridotti”. Imprese e famiglie, naturalmente quelle che possono, hanno sotto controllo i loro bilanci affidandosi ad una gestione molto parsimoniosa delle risorse.

“La ricostituzione della fiducia è un fattore cruciale per creare le condizioni per la crescita”, spiegano gli analisti economici.

Su questo scenario di preoccupazioni, inoltre, gravitano le incertezze della politica, della tenuta e prossime scelte del Governo, come ad esempio, il temutissimo aumento dell’Iva, che per gli industriali, genererebbe tanti e tali effetti negativi sulla spesa delle famiglie e sugli investimenti delle imprese, che sarebbe un 2020 da catastrofe economica. Per contrasto, di fronte al punto di non ritorno Confindustria, vede il bicchiere mezzo pieno, perché come si è detto l’economia nazionale per il 2020 offre spunti anche di ottimismo.
“Giocano, invece, positivamente due aspetti”, fanno sapere gli industriali, “primo, la percezione di un approccio diverso nei confronti dell’Europa e la conseguente flessione dei tassi sul debito sovrano. Il forte calo dei rendimenti sui titoli di Stato che si è avviato da giugno favorisce l’attività economica, perché agevola il credito, oltre a contenere la spesa pubblica per interessi”. Poi a dare qualche sprazzo di rosa al 2020 ci sono le politiche finanziarie europee che potrebbero agevolare l’Italia. “Crescerà lo stimolo monetario all’economia, con la Fed che taglia i tassi di interesse e la Bce che riparte con gli acquisti di titoli pubblici e privati.

Su tale tendenza si è innestato un miglioramento dei giudizi sul nostro Paese tra gli investitori, cui ha contribuito la formazione di un Governo di stampo maggiormente europeista”. A riprova che l’Italia è sotto osservazione in modo positivo, e che c’è attenzione verso il governo più europeista, Confindustria ricorda due date.

“Tra il 9 agosto e il 4 settembre i tassi italiani sono calati di 100 punti base, mentre ad esempio quelli spagnoli e francesi solo di 10 punti”.

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