sabato, 20 Aprile, 2024
Cronache marziane

La Giustizia, questa sconosciuta

Mentre Kurt era in vacanza, Anche la Giustizia sembra aver seguito il suo esempio.

Purtroppo però., mentre la vacanza del Marziano non ha creato problemi alla collettività, Diverso giudizio, deve darsi per le vacanze dei magistrati che – già in tempi normali. – non brillano particolarmente per efficacia ed efficienza del loro operare.

Diciamola, anzi, tutta: L’articolo 97, secondo comma, della Costituzione (a termini del quale “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge. In modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”) stenta ogni giorno di più ad applicarsi agli uffici giudiziari, i cui dirigenti usano giustificarsi affermando, per un verso, di non avere risorse umane a sufficienza e, per altro verso, che il metro di giudizio utilizzato nei confronti delle pubbliche amministrazioni non può applicarsi anche alle giurisdizioni.

Questa complicata situazione, che spesso si risolve in un vero e proprio diniego di giustizia, si è particolarmente acuita nella Capitale, ove un uso discutibile delle norme ANTICOVID Si è sommato ad altri endemici problemi, generando veri e propri episodi di cattiva Funzionalità del “servizio giustizia”, che ha generato proteste non solo fra I cittadini, ma anche fra gli altri operatori del settore: In primis gli avvocati.

Un episodio su tutti: per far fronte alla carenza di magistrati giudicanti., il Presidente del Tribunale di Roma ha deciso di riorganizzare le udienze penali in modo tale che.- per i prossimi sei mesi- non verranno più fissati nuovi collegi per i processi provenienti dall’udienza preliminare.

Questa decisione ha lasciato perplesso anche Kurt, che mi ha chiesto come mai un simile provvedimento non sia stato impugnato né dalle associazioni degli avvocati, né da quelle delle vittime del Potere giudiziario.

Poco convinto, ho risposto che Il termine per impugnare di fronte al giudice amministrativo il relativo provvedimento è di 60 giorni e che ai primi di settembre, con ogni probabilità, la questione potrebbe essere risolta all’esito di interlocuzioni fra l’Ordine degli Avvocati, Il Ministro della Giustizia e l’Autorità emittente il contestato provvedimento.

Resta però l’amarezza dell’assistere allo spettacolo di una giustizia ridotta in questo modo, anche perché La situazione non sembra migliore in sede di giustizia civile, dove viene costantemente calpestato Il principio dettato dall’articolo  6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo-CEDU – afferente il Giusto Processo –  che non consente di sostituire con semplici note scritte, inviate a mezzo pec, il contraddittorio che normalmente deve svilupparsi fra giudici e  avvocati, nel corso delle udienze.

Ho anche ricordato a Kurt, che il principio di irresponsabilità – che privilegia i magistrati nell’esercizio della loro attività – non si applica quando costoro (come nel caso appena richiamato) vadano a commettere violazioni di norme sovranazionali capaci di vulnerare l’uniforme applicazione del diritto eurounitario e  l’effettività della tutela giurisdizionale delle situazioni giuridiche soggettive di rilevanza. (v. Corte di Giustizia UE, 21 dicembre 2021, C-497/20, notoriamente applicabile anche alle norme CEDU).

I magistrati dimenticano infatti, spesso, di essere anche loro pezzi del sistema istituzionale dell’Unione, rispetto alla quale ogni cittadino ha diritto a una buona amministrazione della giustizia, secondo quanto previsto dall’articolo 41 della Carta dei Diritti Fondamentali – correntemente anche definita come la Costituzione europea – a termini della quale “Ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole”.

In risposta alle mie argomentazioni, il Marziano si è limitato a ricordarmi quanto sarebbe più semplice finalmente introdurre, nel nostro ordinamento giudiziario, un minimo principio di responsabilità civile, così come è avvenuto – nel 1990 – Per gli altri impiegati pubblici.

Non è valso granché – a convincerlo dell’esistenza di questo principio già nel detto articolo 41 – il richiamo del suo terzo comma, che espressamente prevede un risarcimento, ove siano lese le disposizioni recate dai commi precedenti: questa regola è stata, infatti,  sostanzialmente disapplicata fino ad oggi e sembra tuttora difficile invocarne l’applicazione, perché i magistrati urlerebbero alla lesione della loro autonomia e  indipendenza (che, in verità, non c’entra nulla).

Occorre dunque attendere che la situazione attuale peggiori ulteriormente; poi la proposta di Kurt potrebbe addirittura trovare ingresso nel nostro sistema di giustizia.

Oggi però non mi sento di sostenere l’ingenua proposta del Marziano: anche perché non posso dimenticare come essa provenga da un Extraterrestre!

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