venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Il Covid presenta il conto allo sport, persi 1,7 mln di praticanti

Un milione e 760mila tesserati e 5.166 associazioni e società dilettantistiche in meno. Tanto è costata la pandemia allo sport italiano secondo i dati emersi nella presentazione del report “I Numeri dello Sport 2019-2020” elaborato dal Centro Studi e Uffici Statistici del Coni e presentato oggi al Salone d’Onore dal massimo dirigente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo e dal Segretario Generale del Coni, Carlo Mornati. Contestualmente l’Istituto nazionale di Statistica ha anche illustrato i numeri della pratica sportiva in Italia, contenuti nello studio “I numeri dello sport dopo il Covid-19 – Da dove ripartiamo”.

Nel 2020 il movimento sportivo promosso sotto l’egida del Coni ha raccolto oltre 13 milioni 113 mila persone tesserate e 115 mila società sportive con un calo di oltre 1 milione e 760 mila tesserati/iscritti. Complessivamente nel 2020 si contano 11 milioni 857 mila atleti tesserati o praticanti iscritti; 731 mila sono dirigenti; 490 mila tecnici e 101 mila ufficiali di gara. “Riprendiamo questa sana abitudine tra l’Istat e il Coni, due enti pubblici, con oneri e onori di essere nel pubblico – ha detto Malagò – Questi dati sono fortissimamente alterati da quello che è successo non solo nel nostro Paese.

Il numero dei tesserati è sceso ai livelli del 2008. C’è stato un calo nell’associazionismo ma sinceramente avremmo pensato a numeri maggiori. È prevedibile, inoltre, che si registrerà una significativa perdita nel 2021 nonostante il trend diffuso della cultura sportiva del nostro Paese”. Dopo il boom di tesserati spinto dalle vittorie a Rio 2016, nel quadriennio olimpico 2017-2020 le tendenze generali hanno risentito delle influenze legate alla sfavorevole congiuntura economica, al calo demografico e ai relativi squilibri intergenerazionali della popolazione, e alle incertezze generate dalla riforma del settore sportivo e all’emergenza sanitaria da Covid-19, precisano ancora dal Comitato Olimpico Nazionale.

Pandemia e lock-down hanno, poi, inevitabilmente impattato sulle attività federali, con le variazioni percentuali più evidenti per gli Enti di Promozione Sportiva: -14,4% i praticanti e -12,5% gli operatori sportivi, mentre sono più contenuti i decrementi per le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Sportive Associate: -7,9% gli atleti, -3,2% gli operatori sportivi. In controtendenza solo 14 Federazioni su 61 che hanno riscontrato invece un incremento dei tesserati. L’aspetto demografico “è la prima istanza per la quale il nostro mondo deve ottenere delle risposte da chi di competenza. L’Italia è ferma a una cifra apparente di 60 milioni di persone. Stiamo lavorando sul materiale umano che in 20 anni ha perso 5 milioni di italiani, tra i 18 e i 35 anni, che sono normalmente le persone che utilizziamo per fare grande il nostro Paese nello sport.

Pur avendo i migliori tecnici e in assoluto la migliore organizzazione, è chiaro che se non succede qualcosa sarà impossibile ottenere quei risultati che ci hanno fatto diventare un modello da imitare”, ha evidenziato ancora Malagò. La pratica di attività sportive da remoto durante il lock-down o svolte all’aperto nella stagione estiva hanno, in parte, mitigato la perdita di tesserati. Secondo le rilevazioni Istat, infatti, sull’anno 2021, continua a ridursi la sedentarietà: al 33,7% (al 35,2% nel 2020, mentre era al 41,2% nel 2013) anche se si contrae la pratica sportiva continuativa tra i più giovani, con la sedentarietà in aumento proprio tra gli adolescenti: i soggetti che hanno pagato, più di altri, un’emergenza sanitaria che ha condizionato gli stili di vita e i comportamenti legati allo sport.

Nel 2022 si attende, però, un ritorno alla normalità. “In qualche modo c’è stato un certo progresso nella pratica sportiva, siamo un Paese in cui si fa in maniera crescente attività fisica, ma con la pandemia gli adolescenti chiusi in casa hanno patito una mancanza di attività di pratica sportiva e socializzazione. Più in generale, in ambito di pratica sportiva dobbiamo lavorare di più rispetto agli altri Paesi Europei”, ha evidenziato Blangiardo. Durante la pandemia, dunque, nonostante le difficoltà, la popolazione ha cercato comunque di mantenersi fisicamente attiva, ma la contrazione delle spese ha avuto delle ripercussioni sulla forza lavoro del settore che viene stimata in 104 mila occupati, in calo rispetto al 2020 (128 mila) e al 2019 (132 mila).

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