A Roma, Napoli, Genova, Milano, Caserta, Ancona, Bologna, Taranto, Mantova, Bari, Ravenna Venezia, Cagliari, Mantova, Perugia. Nelle città e nelle regioni si espande la protesta dei lavoratori della cultura che hanno organizzato presidi, assemblee e manifestazioni davanti alle prefetture, e alla sede centrale del ministero della cultura nella Capitale in via del Collegio Romano.
La protesta è stata organizzata da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa contro la carenza di personale di un settore che conta 10.567 dipendenti in servizio a fronte di una dotazione teorica di circa 19 mila unità. Sono fermi i concorsi dell’ultimo biennio e i numeri risultato insufficienti per coprire il fabbisogno di musei e altri siti importanti per un’economia che si è voluto basare sul turismo.
In questa situazione, sostengono i sindacati, il ministero della cultura non è in grado di reggere i compiti ordinari.
Il rischio chiusura
Molti uffici rischiano la chiusura, soprattutto nelle città più piccole.
Questo significa che gli archivi di Stato, le biblioteche, le soprintendenze non riescono a lavorare perché manca il personale che non è stato assunto. A soffrire è anche il sistema museale. In un’economia basata sui grandi eventi, la crisi viene scaricata sul servizio pubblico che ha il compito di tutelare il patrimonio culturale nazionale.
“Il rilancio dei musei”, secondo i promotori della protesta, “non ha risolto i problemi strutturali di una politica che resta la stessa degli ultimi decenni. In compenso è avvenuta una proliferazione di musei autonomi che sono in realtà in gran parte scatole vuote perché non hanno una struttura amministrativa adeguata, sono privi di personale tecnico sufficiente e anche quello addetto alla vigilanza è ridotto ai minimi termini”.
La solidarietà della Cgil
“Siamo al fianco di tutte le lavoratrici e i lavoratori che stanno manifestando contro il declino e l’abbandono del ministero della cultura”, commenta il segretario della Cgil Maurizio Landini, “Siamo di fronte ad una situazione critica: pessime condizioni di lavoro dei dipendenti che inevitabilmente si ripercuotono anche sull’efficienza del servizio. Il ministro Dario Franceschini ascolti le richieste dei sindacati. Attraverso un piano di assunzioni straordinario occorre far fronte immediatamente alla carenza del personale, mancano all’appello circa 9 mila dipendenti, così da poter anche realizzare gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr). È indispensabile una seria lotta al lavoro precario e dare attuazione al nuovo contratto nazionale”.
Le richieste della Uil
“La cultura è un fattore identitario e di ricchezza del Paese: se le lavoratrici e i lavoratori del Ministero e degli uffici competenti non sono messi nella condizione di lavorare dignitosamente è una danno per tutta la collettività”, sottolinea Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, “Ecco perché siamo al fianco della categoria che oggi ha indetto una manifestazione nazionale per rivendicare diritti e tutele, a partire dall’attuazione del nuovo contratto, dal miglioramento delle condizioni di lavoro, dal superamento della precarietà e dall’assunzione di nuovo personale”.
Intervenga il Ministro
“Chiediamo, dunque, al Ministero della cultura”, conclude il leader della Uil, “di convocare le categorie per dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori, per migliorare i servizi ai cittadini e ai turisti e per rilanciare la cultura come volano per lo sviluppo del Paese”.