venerdì, 29 Marzo, 2024
Economia

Italiani tra risparmio e investimenti, cresce il private banking

Il vecchio adagio “italiani, popolo di risparmiatori” è ancora attuale. Questo malgrado la ricchezza finanziaria complessiva degli abitanti del Belpaese non abbia ancora raggiunto i livelli precedenti alla crisi che aveva preso il via nel 2008.

Tuttavia, 500 mila famiglie detengono patrimoni finanziari superiori a mezzo milione di euro, mentre il portafoglio di risparmi per investimenti affidati al private banking tocca quota 850 miliardi di euro. Dati che emergono dal secondo rapporto Aipb-Censis “Gli italiani e la ricchezza. Affidarsi al futuro, ripartire dalle infrastrutture”. Dal quale emerge che il risparmio è ancora l’obiettivo primario dunque con depositi bancari e liquidità che rappresentano sempre la maggior componente della ricchezza finanziaria degli italiani con oltre 1300 miliardi, pari al 33% del totale, mentre perde il peso della maggioranza il mattone e anche i titoli di Stato pubblici sono scesi sotto il 20% del totale, superati dalla componente azionaria.

A fianco a questo segno distintivo, però, è proprio il mercato del private banking e dei family office in Italia che si conferma in continua crescita come certificato da un altro report. Si tratta dell’indagine annuale condotta da Magstat Consulting, società specializzata nelle analisi dei portafogli e delle masse private, che lo scorso settembre ha analizzato i numeri dei 261 operatori finanziari presenti nel nostro Paese.

Il report evidenzia che, al 31 dicembre 2018, il totale delle attività finanziarie gestite dai player censiti nel nostro Paese ammonta a 944 miliardi di euro. Si evidenzia che la quota di mercato servita è dell’84,3% ed è in continua crescita dal momento che un anno prima (fine 2017) era pari a 912,5 miliardi di euro, ossia l’80% del potenziale mercato.

Nel private banking la società che è cresciuta maggiormente in termini relativi e di quota di mercato è Banca Generali, banca private specializzata nella pianificazione degli investimenti e servizi di wealth management, a fine 2018 al terzo posto tra i maggiori operatori in Italia.

Una crescita guidata dalla strategia dell’Ad Gian Maria Mossa che ha puntato sul concetto di open banking, tenendo centrale il valore delle persone e la sostenibilità nel lungo periodo come dinamica di sviluppo. Un approccio che si differenzia da quanto portato avanti dai rivali che non è passato inosservato agli occhi degli esperti: non solo in Borsa, dove il titolo Banca Generali risulta il migliore tra i finanziari italiani nell’ultimo decennio con un ritorno medio di oltre il 30% all’anno di media, ma anche nelle valutazioni della comunità finanziaria internazionale e dei clienti.

Anche quest’anno – e per la terza volta negli ultimi quattro – i magazine specializzati nel Private e nel Wealth Management del prestigioso Gruppo che edita il Financial Times hanno nominato Banca Generali come “Best Private Bank in Italy”. Un riconoscimento che tiene conto per la giuria di analisti, investitori e giornalisti, delle capacità di crescita, di remunerazione degli azionisti, così come della qualità dell’offerta e dell’approccio all’innovazione.

L’indagine condotta “dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza”, realtà indipendente che monitora il livello di soddisfazione dei consumatori in campo finanziario, ha assegnato a Banca Generali per il quinto anno consecutivo il riconoscimento “medaglia d’oro” per la “Miglior rete di consulenti finanziari per soddisfazione dei clienti”, con un livello di soddisfazione pari al 70,6%, contro una media del settore al 61,4%. (Italpress)

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