sabato, 27 Aprile, 2024
Società

Un territorio inquinato dalla criminalità

Banca d’Italia fornisce una rassegna della letteratura più recente e nuove informazioni sulla diffusione della criminalità organizzata sul territorio nazionale ed i suoi effetti economici.

Dall’analisi emerge che, sebbene la criminalità organizzata continui a essere radicata soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, il suo raggio d’azione si è esteso oltre tali confini e l’infiltrazione nell’economia legale è ormai diffusa in gran parte del Paese.

Le cause del fenomeno mafioso sono molteplici e in alcuni casi hanno radici antiche, ma innanzitutto una serie di variabili correlate: un elevato PIL pro capite e una maggiore dipendenza dell’economia locale dalla spesa pubblica. Ma il livello di infiltrazione mafiosa nell’economia legale può essere influenzato da fattori congiunturali soprattutto in quei settori in cui i livelli di attività economica si sono contratti di più a causa del Covid-19 (come i servizi di alloggio e ristorazione o l’industria tessile).

In particolare viene sfruttata la vulnerabilità economico-finanziaria delle imprese.

In linea generale risulta che le province con un maggiore livello di penetrazione mafiosa hanno registrato negli ultimi 50 anni una crescita dell’occupazione e del valore aggiunto più bassa.

I volumi di affari legati alle attività illegali si può stimare rappresentino oltre il 2 per cento del PIL italiano (cfr. Transcrime 2015, Istat 2021). A tali valori occorre poi aggiungere i proventi ottenuti attraverso l’infiltrazione nell’economia legale ed, inoltre, il costo del freno allo sviluppo economico nel lungo periodo.

È inoltre ragionevole ipotizzare che parte dell’economia sommersa sia anch’essa riconducibile alla criminalità organizzata.

L’infiltrazione mafiosa avverrebbe principalmente tramite il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle imprese.

La presenza della criminalità organizzata in un territorio ne condiziona in misura profonda il contesto socioeconomico e ne deprime il potenziale di crescita. Inoltre, andando oltre la sfera economica, la presenza di attività illegali inquina il capitale sociale e ambientale.

L’infiltrazione mafiosa nell’economia legale, inoltre, impone uno svantaggio competitivo per le imprese sane. L’impresa infiltrata da un lato può beneficiare di maggiore liquidità e risorse finanziarie (i proventi delle attività criminali), dall’altro può condizionare la concorrenza usando il suo potere coercitivo e corruttivo, sia nei confronti delle altre imprese sia nei confronti della pubblica amministrazione.

La presenza mafiosa sulla selezione e sui comportamenti della classe politica e, più in generale, sulle persone che guidano e lavorano nelle istituzioni pubbliche. incide sulla classe politica meno preparata e più connivente e facilita l’aumento della violenza criminale contro gli stessi politici prima delle elezioni.

Per concludere, per quanto riguarda alcune strategie di contrasto, il documento di Bankitalia suggerisce di agire su più piani con più efficaci strumenti di deterrenza ai quali si devono accompagnare misure di più ampio respiro, come gli investimenti nel capitale umano, un costante aggiornamento delle azioni di contrasto e un miglior coordinamento delle autorità investigative, mettendo a fattor comune più dati di quanto non si faccia attualmente. “Ne gioverebbero – conclude la ricerca – sia la comunità scientifica sia le autorità investigative per rendere più efficace le loro attività di contrasto.

*Riccardo Pedrizzi, UCID – Presidente Nazionale del Comitato Tecnico Scientifico

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