sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Conte e la tentazione populista del M5S. Di Battista scatena l’offensiva contro Di Maio. Timori per le ripercussioni sul Governo

L’eredità più pesante della vicenda Quirinale è stato il passo di valzer con cui Giuseppe Conte ha riabbracciato Matteo Salvini. Una mossa che nessuno si aspettava. Ha messo in grande imbarazzo Letta, che riteneva Conte un fedele partner di quello che il capo dei 5S definisce fronte progressista. Ha spiazzato Di Maio, che da tempo ha assunto posizioni molto più equilibrate e ben lontane dalle frenesie populistiche degli albori e del governo giallo-verde. La guerra che si è scatenata tra Conte e Di Maio difficilmente si concluderà con un armistizio indolore. Anche perché sono scese in campo tutte le truppe più agguerrite dopo la fatwa di Di Battista contro Di Maio: “Credo -ha detto- che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento”. Non poteva dire nulla di peggio.

La resa dei conti si è aperta nel modo peggiore. Con i social scatenati a inondare di offese e minacce Di Maio. Una maleodorante macchina del fango si è scatenata con una sospetta sintonia. Forse siamo al redde rationem finale e alla deflagrazione del Movimento. D’altronde Conte non è riuscito finora ad esercitare una vera leadership e a tenere a bada le diverse anime del Movimento. Eppure avrebbe potuto approfittare della pausa imposta dal Governo Draghi per dedicarsi a ricucire pazientemente i rapporti interni.

Strizzare l’occhio ai fuoriusciti guidati da Di Battista non è un prova di saggezza da parte di Conte. Da lui ci si aspettava la definitiva sepoltura di una stagione populista fatta di slogan vacui, di invettive violente, di assenza di vera progettualità. E invece, inaspettatamente, Conte sembra voler tornare alle origini, smarcandosi dal rapporto col Pd e dimenticando la sua requisitoria durissima contro Salvini, quando affossò il governo gialloverde di cui egli stesso era la guida.

Aver ripreso il dialogo con la Lega nella vicenda Quirinale è stato un doppio sgarbo, sia verso Letta sia verso Di Maio. Riabbracciare Di Battista e scatenare la caccia a Di Maio sarebbero l’ultimo grande errore di Conte, un passo falso che potrebbe significare la sua fine politica e anche quella del M5S. Col rischio che le forti tensioni interne possano avere ripercussioni sul Governo. Una responsabilità gravissima di cui Conte porterebbe l’onta.

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