venerdì, 26 Aprile, 2024
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Pandemia. Rocca (Confindustria): conoscere per cambiare, le quattro sfide delle scienze della vita

Un attestato di correttezza intellettuale arriva da Gianfelice Rocca, Special Advisor di Confindustria per le Life Sciences e Presidente di Techint e di Humanitas. In pratica Rocca sottolinea come un evento così disastroso come la pandemia non era stato previsto dagli economisti e dal sistema sanitario. Un fatto singolare dal momento che l’economia vive in strettissima simbiosi con ogni aspetto della società.

Pandemia e cambiamenti

“In questo periodo storico è completamente cambiato il rapporto tra salute ed economia. Nei documenti del World Economic Forum, una pandemia non appariva neppure tra i rischi possibili. Prima di ogni ragionamento, quindi, dobbiamo partire da che cosa è stata e che cosa è questa esperienza”, sottolinea Gianfelice Rocca che ricorda come l’Italia abbia saputo ben gestire le straordinarie avversità sanitarie.
“La pandemia è stata uno tsunami, ma la risposta dell’Italia è stata straordinaria”, commenta Rocca, “Durante la fase acuta, nei nostri ospedali di Bergamo, ad esempio, tutti i posti letto erano dedicati al Covid, ma successivamente siamo riusciti a prenderci cura anche degli altri pazienti. In 11 settimane abbiamo realizzato un ospedale Covid a Rozzano e poi un altro a Bergamo. I dati del Paese mostrano che la pandemia ha portato al calo di un anno dell’aspettativa di vita”.

La necessità delle riforme

Malgrado l’impegno del Paese la pandemia ha messo in evidenza anche ciò che bisogna cambiare, e quello delle riforme è un tema che Rocca come Special Advisor di Confindustria per le Life Sciences e Presidente di Techint e di Humanitas, indica come necessarie.
“Bisogna puntare sul senso di resilienza ma avere il coraggio di rimettere in discussione alcune cose: serve una nuova governance pubblico-privato che consenta di trasformare l’Italia nella più grande startup al mondo. Capace di abbracciare il cambiamento al quale la pandemia ci ha costretto”.

Quattro sfide

Le sfide future per Rocca sono quattro. “Abbiamo davanti a noi quattro grandi temi: la pandemia, la transizione energetica, quella digitale e siamo nel pieno di un nuovo conflitto egemonico”, spiega, “Anche l’Europa con il suo progetto di Strategic Autonomy sta cercando la sua strada. Ma nella globalizzazione è come separare le molecole dell’acqua dal vino. Co2, dati, virus, non hanno barriere, in un mondo senza frontiere è difficile separare le parti. A questo aggiungiamo una colossale liquidità che ha generato una sorta di infiammazione economico-industriale. Siamo passati dai servizi all’acquisto di beni fisici. Pensiamo alla logistica, dove i prezzi per far viaggiare un container sono cresciuti di quattro volte”

Le scienze della vita

Sulla transizione ambientale, Rocca vede opportunità ma anche limiti, per questo servono scelte innovative. “Le scienze della vita possano essere un motore di crescita, capace di ricombinare il rapporto tra salute ed economia. Negli Stati Uniti valgono circa il 20% del Pil, in Europa circa il 12%. Dovremo prepararci ad eventuali nuove epidemie in futuro, all’invecchiamento della popolazione e a frontiere sempre nuove della tecnologica. Dalla medicina di precisione al sequenziamento del genoma, all’analisi dei sistemi biologici complessi. Ma è necessario rendere tutto questo più veloce, eliminando i colli di bottiglia nel rapporto pubblico e privato, ad esempio stipulando nel welfare un nuovo contratto sociale. Ad oggi, infatti, in un ospedale, con le tecnologie attuali i medici si trovano a scegliere fra 650 processi di cura diversi, con la medicina di precisione diventeranno decine di migliaia. Come facciamo a rendere tutto questo accessibile al più alto numero di persone possibile? Questa è la sfida più grande. E non è un tema di colore della casacca, pubblica o privata accreditata, ovvero delle caratteristiche di chi dà un servizio pubblico, sia un ente religioso, non profit, for profit. E’ un tema di risposte da dare ai cittadini”, spiega Rocca.
Parlando della sanità in Italia e sul Pnrr, Rocca osserva: “oggi assistiamo a una crescita del fondo sanitario, rimasto bloccato per anni, cui si aggiungono la responsabilità e l’impegno del Pnrr che ha due missioni nel settore delle scienze della vita: sanità e ricerca”.

Cambiare rotta

Inoltre, grazie ai fondi stanziati per il Piano nazionale di Ripresa , si potrebbe invertire la rotta culturale che vede la sanità come eccessivamente ospedale-centrica: “il territorio, per dare risposte di qualità e innovative, ha bisogno di un rapporto culturale con i grandi ospedali”, conclude Rocca, “Il Pnrr può aiutare ad articolare questa relazione, ma i grandi ospedali resteranno sempre le “cattedrali” della conoscenza sanitaria grazie a quello che io considero il triangolo della conoscenza: clinica, ricerca, education”.

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