venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Il Governo apre ai sindacati. Cgil, Cisl e Uil: ora c’è un metodo Il nodo delle compatibilità

Pensioni. Riparte il confronto

Il clima natalizio concede un incontro Governo-Sindacati all’insegna delle buone intenzioni e del “nuovo metodo”. Sulle pensioni un accordo già è stato raggiunto, quello delle priorità della riforma: flessibilità in uscita, previdenza per giovani e donne, previdenza complementare. Così il primo incontro dopo lo sciopero del 16 dicembre di Cgil e Uil e il contro sciopero della Cisl, segna un punto a favore del disgelo con il Governo. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, depone le polemiche e al termine del faccia a faccia con il premier Mario Draghi annuncia che ora c’è “un metodo diverso”, e con Cisl e Uil presenteranno: “una proposta unitaria”. Draghi conferma una apertura condizionata, “Si può lavorare a qualsiasi modifica entro questi limiti”

Riparte il confronto

Soddisfazione quindi per un primo passo nella direzione che i leader sindacali, Landini per la Cgil, e con lui Pierpaolo Bombardieri della Uil e Luigi Sbarra Cisl, giudicano positivo. “Si è deciso di aprire finalmente il cantiere per discutere della riforma della legge Fornero”, spiega Landini, “Con tre confronti: sulla flessibilità in uscita, sulla previdenza per giovani e donne e sulla previdenza complementare. Abbiamo concordato il metodo”. Rassicuranti anche le parole del segretario Uil, Bombardieri, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, che oltre al cambio di metodo evidenzia che il confronto partirà dopo Natale e “già martedì 21 arriverà il calendario dal governo”. Di buon auspicio le parole del segretario Cisl, Sbarra: È stato un incontro importante. Il governo ha accolto la nostra impostazione per avviare una fase di confronto per negoziare una riforma complessiva, strutturale delle pensioni. Abbiamo riaffermato il principio che il tema pensioni non può essere solo un costo economico ma un tema di sostenibilità sociale. Il giudizio è positivo: finalmente apriamo il cantiere della riforma Fornero, nella prospettiva di rendere il nostro sistema più flessibile più equo, più sostenibile”.

L’apertura di Draghi

La mossa del premier ha ottenuto un primo successo quello di stemperare i disaccordi per concentrarsi sui problemi da affrontare nei tavoli tecnici.
C’è poi il solenne impegno del governo al superamento della riforma Fornero. Sul percorso indicato dal primo ministro non ci sono state obiezioni. Gli incontri partiranno dopo Natale. L’obiettivo strategico dei sindacati è condiviso nella forma dal presidente del Consiglio, – ma se ne dovranno approfondire gli aspetti di merito e i costi – quello di andare oltre la Fornero e dare tutele di flessibilità in uscita ai lavoratori, con la possibilità di andare in pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Mentre per i giovani, i sindacati incalzano nel dover definire una pensione di garanzia; più tutele inoltre per le donne che assistono un congiunto malato a loro dovrà essere riconosciuto il “lavoro di cura”.

La piattaforma sindacale

L’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil si concentra su un sistema pensionistico che consenta di accedere prima alla pensione rispetto ai 67 anni attualmente previsti. L’incontro di Palazzo Chigi ha aperto questa possibilità che diventa concreta e ravvicina le posizioni, con l’inclusione, ad esempio, di un Anticipo di pensione
(Ape sociale) che potrebbe essere ampliato, permettendo margini di intervento più estesi a categorie e mansioni. In più nella legge di Bilancio in discussione al Senato ci sarebbe lo spazio
per una norma dedicata ai edili, riducendo da 36 a 30 gli anni di contributi necessari per accedere all’anticipo pensionistico, previsto dai 63 anni di età. Stesso discorso
per i lavoratori agricoli, altro settore per cui i sindacati chiedono più tutele. Nella manovra c’è Opzione donna, la possibilità per le lavoratrici dipendenti con almeno 58 anni (59 per le autonome) e 35 anni di contributi di andare in pensione una volta decorso un anno di finestra mobile (18 mesi per le autonome).

Il nodo 2022

Se i rapporti Governo-Sindacati volgono al bello c’è sempre da superare un anno di transizione voluto dal premier Draghi per un passaggio da Quota 100 alla contestata Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi). Dal 2024 ci saranno le novità che la riforma messa in cantiere produrrà. Una strada obbligata che oggi Cgil, Cisl e Uil dovranno comunque seguire dal 2023 poi ci saranno le scelte auspicate con le maggiori garanzie salariali dei pensionati per i quali si chiede di rafforzare la quattordicesima. Tra i progetti anche quello di incentivare l’adesione alla previdenza complementare.

Spina delocalizzazioni

Se proprio si vuole trovare una divergenza, allora i sindacati puntano i piedi sul
provvedimento anti-delocalizzazioni. A riferire il disappunto è il leader Cgil che osserva come il primo errore del Governo è “un problema di metodo”. Al premier Draghi e rivolto ai ministri dell’Economia, Daniele Franco, del Lavoro, Andrea Orlando e della Pa, Renato Brunetta, il segretario della Cgil sottolinea criticamente che c’è un accordo di Governo “ma non il confronto con le organizzazioni sindacali”. I sindacati, ricorda ancora Landini, hanno chiesto dei cambiamenti al testo inserito in legge di Bilancio. Secondo Landini, inoltre, si devono sospendere le procedure aperte, e vanno previste sanzioni in caso di finanziamenti pubblici a società che poi decidono di andare a produrre altrove licenziando gli operai.
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