mercoledì, 24 Aprile, 2024
Hi-Tech

Focus Live: la sfida della robotica

In questi anni la robotica ha fatto passi da gigante, in particolare sviluppando le cosiddette macchine cooperative, cioè robot che non sostituiscono l’uomo ma si affiancano a lui in compiti di lavoro. Fanno ad esempio molta sensazione in rete i video di Boston Robotics che mostrano macchine antropomorfe o zoomorfe  in grado di compiere con grande precisione evoluzioni a ritmo di musica.

La frontiera successiva è lo sviluppo dei robot come strumenti di simbiosi, in grado cioè di integrarsi un ambiente umano (ad esempio una abitazione), reagendo ad emozioni e trasferendo in qualche modo empatia.
Ad esempio Sophia, di Hanson robotics, è in grado di riprodurre 62 espressioni facciali.

l’Italia è all’avanguardia in questo campo. Con gli Stati Uniti è da anni leader nel mondo della robotica e delle sue evoluzioni.
Per brevità ricordiamo solo Abel, robot bambino dell’università di Pisa, in grado di interpretare le emozioni umane e di generare empatia.
E ancora il famosissimo I-CUB dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova: un robot bambino con la capacità di apprendere.Una delle sfide più importanti della nuova robotica riguarda la mano che, con le sue 23 articolazioni, gli oltre 40 muscoli e le migliaia di fibre nervose, rappresenta una sfida davvero complessa.
Il tema chiave è come semplificarne il controllo in modo da non assorbire troppa energia ma generando comportamenti fluidi e “naturali”.
Se n’ è parlato  oggi a Focus live, esplorando in particolare l’evoluzione delle protesi robotiche.
Antonio Bicchi e Maria Fossati, dell’IIT, hanno mostrato l’evoluzione delle protesi della mano.
In particolare Maria, nata senza l’avambraccio sinistro, ha mostrato come ha conquistato il secondo posto nella prestigiosa competizione Cybathlon, in cui si confrontano i migliori centri di ricerca di robotica e cybernetica del mondo.
La sua mano artificiale è davvero in grado di fare cose incredibili: dal piantare chiodi a prendere delicatamente un bicchierini di plastica senza schiacciarlo.

Nel futuro l’interazione fra esseri umani e macchine sembra oramai una certezza, con i grandi vantaggi che questo può comportare purchè vengano rispettate le tre leggi della robotica del grande Isaac Asimov del 1942:

  1.   Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
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