venerdì, 29 Marzo, 2024
Politica

Pensioni, accordo in salita. Patto su Opzione Donna, Ape sociale e lavori gravosi

Il governo conferma: 8 miliardi per il cuneo fiscale

Nel labirinto delle pensioni c’è un passo avanti, ma la via di un accordo rimane in salita.
I sindacati e con loro i partiti portano a casa Opzione Donna, Anticipo di pensione e lavori gravosi. Un risultato che va in sinergia con la riduzione del cuneo fiscale per il lavoro che avrà una dote finanziaria di 8 miliardi. Ma per Cgil, Cisl e Uil non basta e si continuerà oggi la discussione.

L’incontro a Palazzo Chigi

Il vertice del presidente del Consiglio, Draghi, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri, si è così esteso a tutti i dossier ancora aperti della manovra economica. Giovedì – se non ci saranno ulteriori aggiornamenti – il Cdm dovrà dare il via libera al Bilancio e alle attese poste economiche a sostegno delle riforme della previdenza, fisco e lavoro. Presenti il ministro dell’Economia, Franco, il ministro del Lavoro, Orlando, e il ministro della Pa, Brunetta, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Garofoli.

Cosa si è deciso

L’apertura del Governo è andata in parte nella direzione chiesta dei sindacati, che avevano evocato in caso di muro contro muro anche l’ipotesi di una mobilitazione generale. Al temine dell’incontro i sindacati sono usciti con in tasca la proroga di Opzione Donna (come aveva sollecitato anche il Pd); il via libera all’estensione dell’Anticipo di pensione, un Ape sociale esteso economicamente e più accessibile con sconti sull’età e un assegno mensile non penalizzante, fino all’ampliamento dei benefici per le categorie dei lavoratori gravosi. Con mansioni che sono state estese. Al vertice i sindacati hanno, presentato una fitta agenda di richieste. Sette i punti indicati: flessibilità in uscita a 62 anni di età per tutti senza alcuna penalizzazione; pensione anticipata per tutti con 41 anni di contributi; pensione di garanzia per i giovani; ampliamento della platea di lavori gravosi; valorizzazione del lavoro di cura delle donne, con un anticipo di 12 mesi per l’uscita per ogni figlio; estensione della 14esima a una platea più ampia di pensionati; rilancio della previdenza complementare.

I sindacati: ora lotta all’evasione e alla precarietà

I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato a Draghi ad definire un metodo di confronto “strutturato” evitando lo spezzatino su problemi che d’altronde sono connessi. Ad iniziare dal fisco. Tema su cui ha insistito il leder della Cgil. “Penso a una riforma fiscale e a una seria lotta all’evasione fiscale”, evidenzia Landini, “Così come a una riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. E una vera lotta alla precarietà. Non è possibile assistere passivamente alla crescita di forme di lavoro precario che non fanno altro che aumentare frammentazione e divisione sociale. Basta mettere in competizione le persone che per vivere devono lavorare”.

Otto miliardi per incentivare il lavoro

Il nodo pensioni è uno dei capitoli della lunga trattativa tra governo e sindacati. Una parte della riforma vede come punto centrale la riduzione delle tasse sul lavoro, il cuneo fiscale che avrà 8 miliardi, una taglio che piace anche a Confindustria. Dal Governo, inoltre, è arrivata la conferma di alleggerire le buste paga attraverso un intervento sull’Irpef. Una parte delle risorse servirà anche ad intervenire sull’Irap per gli autonomi.

Partiti, confronto a distanza

Le prossime ore diranno anche quali fronti rimarranno aperti fino a giovedì, quando toccherà al Consiglio dei ministri varate la legge di Bilancio. Nella maratona di intese preliminari promossa da Draghi anche l’incontro con il leader della Lega Matteo Salvini per parlare di fisco e pensioni. L’esponente leghista si è mostrato soddisfatto del faccia a faccia, che ha definito: “lungo e positivo”. Tra le proposte messe a punto quella di un fondo destinato alle aziende con meno di 15 dipendenti per aiutare i loro lavoratori ad andare in pensione dopo la fine di “Quota 100”. Una idea che dovrebbe stemperare la tensione tra Lega e Pd. Il segretario Dem, Enrico Letta, ha tuttavia ribadito il suo secco no ad ogni forma di sistema pensionistico che si affidi alle “Quote” – cavallo di battaglia del Carroccio – sollecitando, un meccanismo flessibile, in particolare per lavori gravosi e per dare più sostegno alle donne. Poche ore mancano al Cdm di Giovedì per trovare quella intesa e in salvo riforme e Governo.

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