venerdì, 3 Maggio, 2024
Salute

Nasce PAN, network per migliorare l’accesso ai servizi sanitari

Il 40% della popolazione italiana risulta affetto da almeno una patologia cronica e i relativi costi sanitari ammontano attualmente a 66,7 miliardi, con proiezioni in aumento a 70,7 miliardi per il 2028. Nonostante l’innovazione tecnologica introduca maggiore sostenibilita’ in termini di diagnosi, trattamento e gestione delle patologie croniche, al momento, presenta diversi ostacoli, inclusa la burocrazia e un’ottica non sempre personalizzata per l’acquisto da parte del sistema sanitario nazionale. La pandemia di COVID-19 ha fortemente evidenziato la necessita’ e l’importanza dei servizi a valore aggiunto per garantire la continuita’ delle cure nei pazienti con condizioni croniche. In particolare, il secondo rapporto annuale sulla diffusione dei servizi a valore aggiunto dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Universita’ Cattolica (Roma) ha evidenziato che il 94% dei pazienti utilizza servizi dedicati al monitoraggio a distanza e/o servizi di consegna dispositivi medici a domicilio. In questo contesto nasce il Patient Access Network (PAN), promosso da ALTEMS (Universita’ Cattolica) e in collaborazione con Salutequita’. Obiettivo di PAN e’ promuovere la centralita’ del paziente all’interno del panorama sanitario italiano, coinvolgendo le associazioni dei pazienti, le societa’ scientifiche, le istituzioni e i privati nella discussione di tematiche e nell’identificazione di proposte per promuovere l’accesso a dispositivi medici e servizi sanitari. L’iniziativa e’ sotto la direzione scientifica di Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Universita’ Cattolica (ALTEMS), che commenta “Abbiamo voluto supportare scientificamente come ALTEMS questa iniziativa in quanto per poter avere un servizio sanitario nazionale che garantisca un equo accesso alle cure a tutti i pazienti e i cittadini e al contempo renda saldo la sua sostenibilita’ e’ necessario avere un cambio di logica nelle decisioni creando un ecosistema che connetta le istituzioni, le associazioni di pazienti e cittadini e le industrie”. Il PAN sara’ coordinato da Tonino Aceti, esperto in tutela dei diritti dei pazienti e politiche sanitarie e Presidente dell’associazione Salutequita’, che spiega: “La vera innovazione tecnologica rappresenta un’opportunita’ di ammodernamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale, della sua organizzazione e di rafforzamento dei diritti dei pazienti. Eppure, si scontra con disuguaglianze nell’accesso regionali e territoriali, con criticita’ nella personalizzazione, con tempi lunghi e burocrazia inutile, come ad esempio i 328 giorni necessari in media, prima della pandemia, per l’aggiudicazione di gare per i dispositivi medici contro i 162 della Germania. Affrontare e superare questi problemi e’ un primo passo per avvicinare il SSN ai bisogni delle persone”. Il progetto coinvolgera’ tutti gli stakeholder del panorama sanitario italiano tramite lo svolgimento di workshop mirati all’analisi di tematiche relative al tema del patient access. Il fine e’ quello di indirizzare istituzioni e soggetti privati verso output appropriati in termini di dotazioni infrastrutturali, definizione degli ambiti di cura e designazione di percorsi diagnostico-assistenziali per migliorare la qualita’ di vita dei pazienti. I risultati del workshop verranno successivamente presentati e discussi durante il Forum nazionale a tema patient access, in programma nel mese di settembre 2022. Tra gli esperti coinvolti nel Comitato di Indirizzo del PAN vi e’ Teresa Petrangolini, direttore Patient Advocacy Lab di ALTEMS, per la quale “l’emergenza COVID ha posto in evidenza come l’attivismo delle associazioni dei pazienti sia diventato un punto di riferimento essenziale per un SSN equo, resiliente e soprattutto innovativo. E’ da esse che viene una domanda di servizi piu’ legati alla persona come il monitoraggio a distanza, la semplificazione dell’accesso o la consegna dispositivi medici a domicilio. Ripartire dai pazienti e’ un modo per ridisegnare un servizio piu’ attento al futuro”.

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