lunedì, 23 Dicembre, 2024
Economia

Intervista al CEO di Softalb Group: Giovanni Casto, “L’economia digitale si colora di verde”

In tempi di smart-working, remote-working e altro, per qualcuno sarebbe necessaria una dilatazione indefinita delle ore del giorno (chiamamola “ultra-working”) per poter realizzare nei tempi auspicati sogni, progetti e idee innovative.

È il caso di Giovanni Casto, Bocconiano “creativo” e timoniere di un gruppo industriale che naviga con una flotta di nove aziende proiettate nel futuro sia dei servizi che dei prodotti sempre più green. Ci racconta la storia della sua avventura imprenditoriale con toni appassionati e insieme razionali come i suoi progetti e la conduzione del Gruppo di cui è CEO.

La storia di Softlab Group ha radici profonde. Nel 2017, ho acquisito Softlab Holding, tech-company con esperienza trentennale, nata nel 1985 e specializzata nella progettazione, produzione e sviluppo di tecnologie, sistemi, soluzioni e outsourcing nell’ambito dell’ICT. Il mio obiettivo era di rilanciare questa società tramite un turnaround di management e l’implementazione di un progetto di crescita per linee esterne, aumentando la gamma dei servizi offerti e ovviamente il numero dei clienti in ottica cross-selling.

Com’è avvenuta la crescita che ha portato alla costruzione di un gruppo molto articolato con circa 1300 dipendenti?
La fase di espansione del Gruppo si è vista negli anni 2019 e 2020. Abbiamo puntato sulle acquisizioni di altre società specializzate nel Technology Consulting e nel Digital Marketing. Sono entrate nella nostra squadra al 100% DI.GI: International e Tech Rain, al 51% DigitalGo che oggi è stata rebrandizzata in D-GoUnoOne e Kialotek. L’operazione più complessa è stata l’acquisizione del 62% di Acotel Group quotata al segmento MTA della Borsa di Milano. Abbiamo sottoscritto un aumento di capitale della società quotata conferendo un ramo di azienda della società non quotata, portando attività nella società quotata e ottenendo in cambio azioni. A valle di ciò, la società si chiama Softlab S.p.A. Così è nato il Gruppo, che prende il nome dalla prima società acquisita, Softlab. Sono inoltre presenti due società focalizzate su settori specifici. Muumlab gestisce il primo portale del Sud di equity crowdfunding per investitori interessati a progetti di start-up, PMI innovative e Holding di partecipazioni.

Freshitaly è invece una start-up che ha creato il primo portale B2B dedicato alla Grande Distribuzione Organizzata per favorire l’incontro con tutti i produttori del settore ortofrutticolo del fresh food.

Ma oltre alle acquisizioni siamo cresciuti anche per linea interna di oltre il 25%.

 Avete fatto tutto da soli, senza ricorrere a fondi di private equity o altre tipologie di finanziatori.
Perchè?
Si, è stata una scelta di cui vado orgoglioso, che ci è costata molto ma che ci ha consentito una libertà di scelta, strategica e di azione di cui non volevamo fare a meno. I partner finanziari hanno una visione diversa da quelle di una azienda che seppur grande ha l’approccio di una start-up innovativa. Abbiamo rischiato i nostri capitali e investito tutte le nostre energie. Ora abbiamo sedi sia in Italia che all’estero, e specificamente nel Regno Unito, in Spagna, negli Stati Uniti e in Brasile, e oltre 400 clienti di segmento alto nei settori bancari, assicurativi, dell’industria, TLC, dei servizi e degli enti pubblici. Oggi fatturiamo oltre i 100 milioni di euro, e i nostri ricavi sono distribuiti in maniera diversificata: 50 clienti coprono l’80% del nostro volume d’affari. In questo modo pensiamo sia di poter abbattere i rischi di contrazione del mercato sia di poterci espandere nei clienti esistenti. Ma non ci fermiamo qui.

Su cosa punta il vostro piano industriale?
Siamo convinti che nei prossimi anni saranno quattro le linee di sviluppo nel mercato digitale: il cloud computing, i Big data, l’ industrial IOT e soprattutto la Cybersecurity, un settore che riguarda tutti, istituzioni, privati e aziende, oggi continuamente minacciate da incursioni di hacker sia a fine di estorsione sia con finalità di spionaggio industriale. Noi vogliamo coprire a 360° le nuove esigenze delle aziende sia nel miglioramento dei processi di business che nelle tecnologie, gestendo tutte le fasi della catena del valore digitale. Puntiamo non solo ai servizi, ma anche a nuovi prodotti e soluzioni innovative.

La svolta ecologica sarà il tema dominante dei prossimi decenni. In che misura vi vede interessati e coinvolti?
Nel nostro gruppo abbiamo una start-up, Kialotek, che è proprietaria di alcuni brevetti e punta proprio a sviluppare e commercializzare soluzioni tecnologiche green in ambito energetico. Vogliamo puntare molto su questi prodotti perché siamo convinti che le nostre competenze nei servizi informatici possano ben sposarsi con l’ideazione, ingegnerizzazione e realizzazione di prodotti d’avanguardia, sia nel settore del risparmio ambientale, della telemedicina, della prevenzione e degli stili di vita.

Nel primo campo stiamo sviluppando un generatore di energia elettrica che sfrutta le dispersioni termiche e gli scarti della produzione di calore. Riutilizzando i gas di scarico prodotti dalle caldaie per il riscaldamento tramite un meccanismo sia meccanico che chimico si riesce a produrre energia elettrica. Un altro progetto riguarda la gestione energetica degli ascensori utilizzando una superficie anche minima di pannelli fotovoltaici.

Ci sono poi altri progetti nati in era Covid che riguardano la produzione di braccialetti per il controllo della temperatura corporea e le distanze in ambienti di lavoro aziendali dotati di alert. Se avessimo molte risorse a disposizione saremmo pronti a lanciarci in altri progetti innovativi.

Per il futuro dovremo comunque porci il problema finanziario in ottica diversa. Per crescere ancora e sviluppare nuovi business servono notevoli investimenti. Dovremo capire il modo migliore per trovarli.

Nel 2019 avete ricevuto il primo premio Top Job riconosciuto dall’Istituto tedesco di qualità ITQF che sceglie tra 2000 aziende italiane le migliori in base ai parametri numero di dipendenti, cultura aziendale, clima di lavoro, opportunità di carriera, welfare aziendale, sostenibilità, valori aziendali. Un bel successo….
Per noi è stata una sorpresa. Non sapevamo neanche di essere sotto osservazione e di essere in gara con colossi come Microsoft, Accenture etc… Siamo stati ritenuti i migliori tra 300 datori di lavoro. E questo riconoscimento ci è stato confermato anche nel 2020 e nel 2021. Noi lavoriamo sulle persone prima ancora che sui servizi informatici. E continueremo a farlo. Con entusiasmo.

Ad majora!

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