venerdì, 15 Novembre, 2024
Politica

Il peso della Lega sul Governo

Con la nomina dei sottosegretari la squadra del Governo è al completo. E risulta evidente che il partito che ha conquistato le posizioni più rilevanti, tra ministri e sottosegretari, è la Lega di Salvini.

Una buona notizia? Presto per dirlo. Certo, se si rileggono le dichiarazioni di Salvini degli ultimi tre anni e si passano in rassegna le decisioni adottate o ispirate dalla Lega lo stupore è d’obbligo. Tanta acqua sembra passata sotto i ponti nel volgere di un battibaleno.

Ma in politica bisogna stare ai fatti. Salvini ha mille motivi per voler apparire come l’azionista di riferimento dell’Esecutivo. Innanzitutto, avendo operato una correzione di rotta di 180gradi deve dimostrare che ne è valsa la pena e che non si trattava di una scelta opportunistica e tattica. Inoltre, Salvini deve tentare di rubare la scena ai leader degli altri partiti di maggioranza. Gioco facile vista la debolezza in cui si trovano i vertici del Pd, la confusione che regna sulla piramide dei 5 stelle, la consegna del silenzio che Renzi ha finito per imporsi e la difficile fase che attraversa Berlusconi nel tentare di guidare un partito che sembra sfuggirgli di mano.

Salvini ha poi un altro valido motivo per parlare come primo attore della maggioranza: dimostrare a Giorgia Meloni che il suo non è stato un tradimento della Destra ma una scelta che ha detto a quest’area politica un peso rilevante.

e ,infine, c’è la voglia di protagonismo che il leader leghista non riesce a trattenere: è più forte di lui anche se a volte è la sua peggiore nemica.

Ora ,però, arriva il momento delle prime difficili decisioni. E qui si vedrà la reale capacità di Salvini di incidere sulle scelte del Governo.

Non basteranno battute ad effetto né l’onnipresenza sui media e i social. Draghi e la sua stretta cerchia di ministri tecnici difficilmente si faranno imporre dalla politica decisioni che non condividono. Su molti temi si ha l’impressione che la linea fortemente europeista del Governo non potrà essere frenata. Salvini, probabilmente, dovrà fare buon viso a cattivo gioco e far finta di niente. Sulle principali battaglie identitarie della Lega (quota 100 e immigrazione) Salvini rischia di restare isolato e di dover ingoiare bocconi amari. I due ministri di peso, Giorgetti e Garavaglia, sanno muoversi con autonomia e hanno ottimi pedigree che li immunizzano da pressioni politiche indebite da parte del loro leader politico. Ma i margini di movimento di Salvini sono ampi perché la Lega ha preso un antiacido e ha messo a tacere i mal di stomaco interni, mentre nel Pd è ripartita la tendenza a farsi del male e tra i 5 Stelle è scoccata l’ora più buia, quella delle divisioni profonde e degli strappi.

Il peso di Salvini sul Governo dipenderà più dalla “leggerezza” degli altri partiti che dalla forza della Lega. E il risultato finale della partita leghista sarà molto influenzato dalla capacità di moderazione che il suo leader dovrà dimostrare. In passato non è andata molto bene.

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