Svolta positiva per il commercio. I dati che ormai settimanalmente registrano le evoluzioni del mercato e dei consumatori fanno sperare in un dicembre in risalita.
Tornano, infatti, a migliorare la fiducia sia delle imprese che dei consumatori dopo il brusco calo di novembre. L’Istat stima aumenti dell’indice del clima di fiducia dei consumatori da 98,4 a 102,4 punti e dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese da 83,3 a 87,7. Il livello di entrambi, tuttavia per l’Istat, “rimane ancora decisamente al di sotto di quello precedente l’emergenza sanitaria”. A darne notizia la Confcommercio che ne trae motivo di speranza per me imprese.
“Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in crescita”, si legge in una nota dell’ufficio studi di Confcommercio. Tra le imprese, nei servizi l’indice aumenta da 74,8 a 78,2, con “un peggioramento dei giudizi sia sugli ordini sia sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini, dopo il forte ridimensionamento subito lo scorso mese, tornano a migliorare trainando la risalita dell’indice di fiducia”. Nel commercio al dettaglio, invece, l’indice scende da 94,9 a 88,5, diminuzione “dovuta al forte calo”, si fa presente nella nota, “dei giudizi sulle vendite e all’aumento del saldo delle scorte di magazzino; invece sono in miglioramento le aspettative sulle vendite future. A livello di circuito distributivo, la fiducia diminuisce nella grande distribuzione mentre è in aumento nella distribuzione tradizionale”.
“È un recupero”, spiega l’ufficio Studi di Confcommercio, “che, pur testimoniando voglia e capacità di reazione di famiglie e imprese, va valutato alla luce delle tempistiche della rilevazione, avvenuta in larga parte prima dell’effettiva pubblicazione delle radicali restrizioni previste per le prossime festività”.
“Resta il fatto positivo che le famiglie, e parte del sistema produttivo, guardano con qualche fiducia al futuro, elemento indispensabile a innescare la ripresa non appena migliorerà la situazione sanitaria e si potrà fruire delle risorse europee in applicazione del Recovery Plan. In questo contesto”, conclude l’Ufficio Studi, “rimane molto grave la condizione di molte imprese del terziario, soprattutto del turismo, per le quali i dati parlano, più che di un miglioramento della fiducia, di un assestamento su livelli eccezionalmente esigui. Lo stesso fenomeno si osserva per la distribuzione di prossimità mentre per le grandi superfici si registra un forte calo del sentiment”.