mercoledì, 23 Luglio, 2025
Esteri

Strage di civili a Gaza: la comunità internazionale condanna, Trump sorpreso dai raid

L'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede: "La Sacra Famiglia colpita per errore, già chiarito". Kallas: "Uccidere civili in cerca di aiuti è indifendibile"

Una nuova, tragica giornata di sangue nella Striscia di Gaza: almeno 43 morti, tra cui numerosi sfollati sorpresi nel sonno, e decine di feriti a seguito di bombardamenti israeliani. I carri armati dell’IDF hanno colpito nella notte il campo di al-Shati, nella parte occidentale di Gaza City, dove erano accampate famiglie fuggite da altre zone della Striscia. Due colpi di carro armato hanno centrato in pieno un complesso di tende nel Beach Camp, secondo fonti sanitarie locali, causando 13 morti e 25 feriti. I media internazionali confermano il bilancio, che potrebbe salire nelle prossime ore. Parallelamente, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) denuncia che negli ultimi due mesi almeno 1.000 persone sarebbero state uccise mentre cercavano aiuti alimentari. Il responsabile dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha parlato di “inferno in terra”, riferendo che a Gaza anche i medici svengono per fame e stanchezza. La crisi umanitaria è aggravata da una penuria estrema di cibo e latte in polvere. Secondo l’ospedale al Shifa di Gaza, i neonati sotto l’anno di età stanno subendo gravi conseguenze: perdita di peso, abbassamento delle difese immunitarie e aumento della mortalità. Il ministero della Sanità ha registrato 18 decessi per fame solo tra sabato e domenica, compresi tre bambini. Israele ha dichiarato che non esistono restrizioni all’ingresso di alimenti per l’infanzia, ma gli aiuti stoccati fuori dalla Striscia restano bloccati. In questo clima di devastazione, anche le strutture mediche sono bersaglio di attacchi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato con forza il bombardamento della residenza del proprio personale a Deir al-Balah e la distruzione del magazzino centrale, che paralizza l’intero sistema sanitario già al collasso.Nel frattempo, le sirene di allarme sono risuonate in diverse aree di Israele: due missili sono stati lanciati dallo Yemen, in un’escalation che conferma la regionalizzazione del conflitto.

Chiesa colpita: Israele si scusa col Papa

Tra i bersagli dei raid israeliani anche una chiesa cattolica a Gaza. Israele ha ammesso l’errore: si è trattato, secondo l’ambasciatore presso la Santa Sede Yaron Sideman, di “munizioni vaganti” che hanno colpito accidentalmente la chiesa della Sacra Famiglia. Il premier Netanyahu avrebbe telefonato direttamente a Papa Francesco per assumersi la responsabilità e promettere un’indagine completa. “È un gesto significativo – ha dichiarato Sideman –. Ci assumiamo l’errore e vogliamo evitare che si ripeta”. Parallelamente il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha definito la situazione “moralmente inaccettabile”. “Rifiutare gli aiuti non è un ritardo, ma una condanna. Ogni ora senza cibo, acqua e cure è un’umiliazione intollerabile. Non può esserci futuro basato sulla prigionia o sulla vendetta”.

Trump sorpreso: “Contatto immediato con Netanyahu”

Dagli Stati Uniti giunge la voce della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, secondo cui il presidente Donald Trump sarebbe stato “colto di sorpresa” sia dal bombardamento della chiesa a Gaza sia da quello in Siria. Trump, tuttavia, mantiene “un buon rapporto di lavoro” con Netanyahu, e ha reagito con prontezza contattando direttamente il premier israeliano per chiarimenti.

Kallas e von der Leyen: “Uccidere chi cerca aiuti è indifendibile”

L’indignazione internazionale monta. “L’uccisione di civili che cercano aiuti è indifendibile”, ha dichiarato l’Alta rappresentante UE Kaja Kallas, che ha ammonito Israele: “Tutte le opzioni restano sul tavolo se non rispetta gli impegni”. Ursula von der Leyen ha definito “insopportabili” le immagini che arrivano da Gaza, chiedendo la fine immediata delle violenze. Londra ha minacciato nuove sanzioni, dopo quelle già imposte ai ministri ultraortodossi Ben-Gvir e Smotrich. Il ministro israeliano degli Esteri, Gideon Sa’ar, ha replicato: “Non siamo noi a sparare sui civili nei centri di distribuzione. È Hamas a seminare il caos e a sabotare gli aiuti. Israele ha accettato un accordo per il cessate il fuoco, ma Hamas tergiversa e continua a tenere in ostaggio i nostri cittadini”.

Siria: 196 civili giustiziati in una settimana

Infine, allarme anche dalla Siria: nella città di Sweida, dal 13 al 19 luglio, si sono consumati orrori documentati in video diffusi da attivisti. Persone bruciate vive, fucilazioni pubbliche, civili lanciati dai palazzi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, 196 civili, tra cui donne e bambini, sono stati giustiziati sommariamente dalle forze governative e loro alleati. Altri 609 drusi sono morti in scontri armati. I raid israeliani, infine, hanno causato la morte di 18 persone, tra cui 15 membri delle forze governative siriane.

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