giovedì, 3 Luglio, 2025
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Valore della produzione del settore utilities cresciuto del 79% in un decennio

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Utilities italiane in forte crescita: produzione e occupati in aumento

ROMA (LaDiscussione) – Il settore delle utilities in Italia mostra una crescita significativa, con il valore della produzione passato da 38 miliardi di euro nel 2015 a 68 miliardi nel 2025, registrando un incremento del 79%. Anche l’occupazione è aumentata, con 104.000 lavoratori oggi rispetto ai 90.000 di dieci anni fa, nonostante fusioni e consolidamenti industriali.

Questi dati sono emersi durante l’Assemblea generale di Utilitalia, organizzata a Roma per celebrare i dieci anni della Federazione, nata nel 2015 dalla fusione tra Federutility e Federambiente. Le utilities dimostrano un forte impatto economico: ogni euro di fatturato genera una produzione di 2,6 euro, e per ogni milione di fatturato vengono impiegati tra i 16 e i 34 lavoratori.

Le sfide del settore e gli investimenti per la transizione ecologica

Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, ha sottolineato come le utilities abbiano affrontato negli ultimi anni crisi complesse, dalla pandemia alla siccità, senza compromettere i servizi essenziali. “Le imprese hanno investito per sostenere la transizione ecologica, confermando il loro ruolo centrale in questo percorso”, ha dichiarato.

Nel settore idrico, gli investimenti pro-capite sono raddoppiati, passando da 38 euro annui nel 2015 a 80 euro stimati per il 2025. Tuttavia, persistono criticità nelle gestioni “in economia”, dove gli enti locali gestiscono direttamente il servizio e gli investimenti crollano a 29 euro per abitante. Per raggiungere gli obiettivi di settore, servono risorse aggiuntive: circa 0,9 miliardi l’anno fino al 2026 e almeno 2 miliardi annui dopo la chiusura del PNRR. Utilitalia propone un contributo pubblico di 1 miliardo annuo per i prossimi 10 anni.

Progressi nel settore rifiuti, ma servono ulteriori sforzi

Nel comparto dei rifiuti urbani, l’Italia ha compiuto passi avanti nella raccolta differenziata (dal 47,5% nel 2015 al 67% oggi) e nel riciclaggio (dal 41,1% al 50,8%). Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi Ue al 2035 – riciclo effettivo del 65% dei rifiuti e smaltimento in discarica sotto il 10% – servono ulteriori investimenti. Attualmente, l’Italia si attesta al 16% di smaltimento in discarica, migliorando rispetto al 26% del 2015, ma ancora lontana dai target europei.

futuro, sono necessari investimenti aggiuntivi pari a circa 4,5 miliardi: di questi, 3 miliardi riguardano la dotazione impiantistica (2,5 per impianti di incenerimento e 0,5 per la digestione anaerobica), mentre 1,5 miliardi saranno necessari per potenziare i sistemi di raccolta differenziata. Il settore dell’energia, invece, è atteso da una radicale trasformazione per far fronte agli obiettivi di decarbonizzazione e di contrasto ai cambiamenti climatici. Con il Green Deal e la Legge Europea per il Clima, l’Ue ha individuato un punto di arrivo estremamente ambizioso: la neutralità climatica al 2050. L’analisi dei piani industriali delle maggiori utilities impegnate in campo energetico ha evidenziato un volume di investimenti programmati pari a circa 19 miliardi di euro nei prossimi 5 anni: fra questi, 7,6 sono destinati ad investimenti per le reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento, 7,7 alla produzione di energia rinnovabile e non rinnovabile, mentre circa 1,5 miliardi sono destinati all’efficientamento energetico e alla mobilità sostenibile.Guardando al futuro, il comparto delle utilities si trova davanti a sfide cruciali che richiedono un impegno strategico su più fronti. Come evidenzia il vicepresidente vicario di Utilitalia, Luca Dal Fabbro, “le imprese dei servizi pubblici si candidano a essere attori essenziali nel nuovo equilibrio tra sicurezza energetica ed ambientale, innovazione e crescita economica e coesione territoriale. In questo quadro, l’industrializzazione del settore e il superamento delle gestioni in economia, dove ancora presenti, restano fondamentali per migliorare le performance e aumentare la capacità di investimento complessiva. La strategia futura si fonda su tre assi portanti: una regolazione evolutiva, una governance industriale efficiente e non meno importante una forza lavoro competente e orientata al cambiamento”. Tra le priorità chiave individuate da Utilitalia figurano il rafforzamento del ruolo della regolazione indipendente, l’incremento degli investimenti nella sicurezza e resilienza delle infrastrutture e degli approvvigionamenti, le aggregazioni per una governance efficiente e il superamento dei vincoli normativi del Testo Unico sulle Partecipate. E ancora il consolidamento dell’industrializzazione dei settori, investimenti ancora più ingenti per garantire la qualità della risorsa idrica, misure tese a garantire la continuità agli investimenti oltre l’orizzonte del PNRR, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi operativi e gestionali e politiche del lavoro che favoriscano stabilità, formazione e innovazione organizzativa. –

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