giovedì, 3 Luglio, 2025
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Sisma 2016, scatto in avanti della ricostruzione pubblica

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Ricostruzione nel Centro Italia: boom di cantieri e crescita economica nei primi mesi del 2025

Nei primi cinque mesi del 2025, la ricostruzione privata nel Centro Italia ha registrato un aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2024. Al 31 maggio 2025, le liquidazioni per i contributi hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro, con un incremento del 37,41% rispetto all’anno precedente.

Ricostruzione pubblica: avviati 1.200 nuovi cantieri
Sul fronte pubblico, su un totale di 3.542 interventi programmati, sono stati avviati 1.200 nuovi cantieri. Oltre il 33,8% degli interventi ha già un progetto approvato o ha avviato le procedure per l’affidamento dei lavori.

Impatto economico e occupazionale
Un’indagine del Cresme nei territori delle quattro regioni coinvolte dal programma Next Appennino stima che il Pil crescerà di oltre 3,8 miliardi di euro, con un aumento dell’occupazione di circa 15.300 unità.

Presentazione del Rapporto a Roma
I dati sono stati illustrati durante la presentazione del Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia, aggiornato ai primi cinque mesi del 2025, tenutasi a Roma presso la Sala Montecitorio di Palazzo Wedekind. All’evento hanno partecipato il Commissario Straordinario Guido Castelli, la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e gli assessori regionali Manuela Rinaldi (Lazio) e Umberto D’Annuntiis (Abruzzo).

Le dichiarazioni del Commissario Castelli
Guido Castelli ha sottolineato i progressi compiuti: “I dati dimostrano che la strategia adottata, con il sostegno delle Regioni e del Governo, sta dando risultati concreti. La crescita economica e occupazionale è un segnale positivo per contrastare lo spopolamento. L’Appennino centrale sta diventando un modello di rinascita basato su innovazione e sostenibilità, ma il lavoro da fare è ancora tanto. L’obiettivo primario resta riportare le persone nelle loro case”.

Accelerazione nei pagamenti
L’aumento della ricostruzione privata è sostenuto dai pagamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), cresciuti del 37% nel 2023 rispetto al 2022.

2024 il ritmo è ulteriormente incrementato con un +24% rispetto al 2023 e, i primi cinque mesi del quadrimestre 2025, segnano un ulteriore +22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il buon andamento della ricostruzione privata si riflette nei dati della Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce il plafond Sisma Centro Italia, fornendo alle banche convenzionate del territorio la provvista dei fondi da erogare sulla base dello stato di avanzamento dei lavori. Al 31 maggio 2025 i contributi concessi in seguito all’approvazione delle pratiche hanno raggiunto 10,77 miliardi di euro, con liquidazioni che superano i 6,1 miliardi (dato di Cassa depositi e prestiti), segnando un +37,41% il valore erogato al 31 maggio 2024 (4,49 miliardi): il 60% di queste liquidazioni è avvenuto dal 2023 a oggi. Un altro segnale incoraggiante proviene dai territori più colpiti e dagli interventi per danni gravi. Le Richieste di Contributo (RCR) per danni gravi sono salite a 18.391, con un incremento di oltre 2700 domande rispetto allo scorso anno; di queste, oltre 1400 provengono dai Comuni più colpiti, a conferma che le misure di semplificazione e di accompagnamento stanno funzionando. Anche sul terreno operativo la risposta è robusta: nell’ultimo anno sono stati chiusi 944 cantieri per danni gravi e 638 cantieri per danni lievi, per un totale di oltre 1500 cantieri. Al netto dei lavori che devono ancora partire, i cantieri già conclusi sono 12.737 e quelli in corso sono 8.694. Al 31 maggio 2025 le Richieste di Contributo presentate sono arrivate a 34.148 (per un valore di oltre 15,8 miliardi di euro) con un incremento rispetto all’anno scorso vicino al 10%. Nel dettaglio nelle Marche al 31 maggio 2025 sono pervenute 19.315 domande (per un importo richiesto di quasi 10,5 miliardi), in Abruzzo 6.063 (1,38 miliardi), in Umbria 5.182 (1, 91 miliardi), nel Lazio 3.588 (2,12 miliardi).Anche la ricostruzione pubblica sta segnando una vivacità imparagonabile al passato. Nel corso del 2025, grazie alle gare sviluppate dalle stazioni appaltanti, saranno avviati 1.200 nuovi cantieri. Nel suo complesso la programmazione pubblica della ricostruzione post-sisma 2016 comprende 3.542 interventi per un valore di investimento di oltre 4,6 miliardi di euro. Articolati in due filoni principali, gli interventi, sono distribuiti nella programmazione ordinaria (che conta 2.553 interventi per 1,9 miliardi di euro), regolata dalle Ordinanze Commissariali, e nella programmazione speciale (che prevede 989 opere per un valore di 2,6 miliardi di euro), attuata tramite Ordinanze speciali in deroga. Il 98% delle opere programmate, sia nella programmazione ordinaria che speciale, risulta avviato con almeno la nomina del Responsabile Unico della Procedura. Solo il 2% degli interventi risulta non ancora avviato, a fronte del 5% registrato nel 2024 e di un ben più rilevante 33% nel 2023. Oltre il 33,8% degli interventi ha un progetto approvato o ha già avviato le procedure per affidamento dei lavori. Cresce anche il numero dei cantieri aperti, salendo al 18,2% e un importante passo in avanti rispetto al 2023 si evidenzia nei lavori conclusi, salendo al 16,2%. Emergenza abitativa. Sono altri 1.115 i nuclei familiari sono rientrati nelle loro abitazioni, nel corso dell’ultimo anno. Negli ultimi tre anni sono più di 4 mila quelli che hanno ritrovato la propria dimora abituale, dal momento che nel 2025 corrispondono a 10.067 nuclei, mentre nel 2022 erano 14.211. Tuttavia, nei 138 Comuni del cratere ci sono ancora 10mila nuclei familiari, per un totale di poco più di 20mila persone, in attesa di sistemazione definitiva.La ricostruzione degli edifici di culto dell’Appennino centrale rappresenta un capitolo particolarmente importante e delicato perchè va a intrecciarsi non solo con la ricostruzione di edifici di particolare pregio culturale, storico e architettonico, ma intercetta l’esigenza spirituale e identitaria delle comunità colpite. Gli edifici di culto, sia pubblici che privati, danneggiati dalla sequenza sismica del 2016-2017 sono stati 2.456. Tra questi – con esclusione delle chiese di proprietà pubblica – ammontano a un totale di 1270 (comprensivi degli interventi oggetto di successiva rinuncia, che sono stati 49) per un importo complessivo di circa 737,8 milioni di euro. Solo nell’ultimo biennio, e considerando solo i primi quattro mesi del 2025 sono stati approvati 121 interventi, pari al 50% del totale dei progetti definiti in conferenza permanente. La ricostruzione degli edifici nel più grande cantiere edile d’Europa – 8 mila kmq di superficie per 28 miliardi di euro di danni da ripristinare – diventa un imponente mezzo per un fine più ampio e complesso; contrastare tre crisi che si sono sommate in tempi e modi diversi: la crisi sismica, la crisi climatica e la crisi demografica che precede e drammatizza le altre due. Nell’ultimo secolo abbiamo assistito a un progressivo indebolimento di un’area – quella del sisma 2016-2017 – in cui, 100 anni fa, si contavano circa 4500 insediamenti abitati che ora si sono ridotti a meno di 400. Questa tendenza ha modificato la struttura territoriale che oggi presenta il 70 % di superficie boscata, il 25% di superficie adibita ad attività agricole o zootecniche e il 5% di superficie urbanizzata. Fino agli anni Cinquanta questo rapporto era invertito: 70% di superficie agricola e pastorale, 25% di superfici boscate. In questo contesto la coesistenza dell’uomo con la natura, attraverso un rapporto armonico ed equilibrato, è di vitale importanza dal momento che l’abbandono del suolo ha determinato un inselvatichimento del territorio. L’avanzata di un bosco non governato, ricco di sterpaglie e non ancora di alberi di alto fusto, in presenza della crisi climatica in atto sta rendendo più fr

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