Dopo dodici giorni di combattimenti, un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti ha sancito la fine del conflitto tra la Repubblica Islamica dell’Iran e lo Stato di Israele. In un messaggio alla Nazione, il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha celebrato quella che ha definito “la vittoria del grande Iran” e ha auspicato il consolidamento dell’unità interna e della coesione regionale. “Dopo la coraggiosa resistenza della vostra grande e storica nazione, assistiamo a un cessate il fuoco e alla fine della guerra di 12 giorni imposta alla nazione iraniana dall’avventurismo e dall’incitamento del regime sionista. Durante questo periodo, il mondo ha assistito all’autorità del grande Iran, che godeva del sostegno del suo popolo” ha affermato Pezeshkian, ribadendo che “l’iniziatore di questa guerra imposta è stato il nemico terrorista, la sua fine è stata determinata dalla volontà e dall’autorità della grande nazione iraniana”.
Nel suo discorso, il Presidente iraniano ha inoltre accusato l’aggressore di aver cercato di distruggere impianti strategici, rallentare il progresso della conoscenza nucleare e fomentare disordini interni: “Il nemico aggressore ha subito una punizione severa e storica. Ha fallito nel raggiungere i suoi sinistri obiettivi. Siamo grati alla vostra fermezza e resistenza: questa vittoria è dovuta all’unità, alla pace e alla coesione che si sono manifestate durante questo periodo. Dichiaro ai Paesi limitrofi e della regione che crediamo profondamente nella coesistenza e nella stabilità, e che l’autorità e la capacità difensiva dell’Iran islamico saranno sempre al servizio della pace e dell’amicizia tra fratelli musulmani e vicini storici”.
Fronte Israele
Sul fronte israele, in un discorso televisivo alla Nazione, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha definito il risultato “una vittoria storica” destinata a “durare per generazioni”. Secondo Netanyahu, nei dodici giorni di ostilità lo Stato ebraico ha neutralizzato due minacce esistenziali: «Grazie a questa operazione abbiamo rimosso il pericolo di un attacco nucleare e la minaccia rappresentata da 20.000 missili balistici che l’Iran stava presumibilmente preparando. Se non avessimo agito ora, Israele avrebbe affrontato la distruzione nel prossimo futuro”.