mercoledì, 18 Giugno, 2025
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Pirateria audiovisiva in Italia: nel 2024 il 38% della popolazione ha scaricato contenuti illegalmente

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Pirateria audiovisiva in calo, ma i danni economici restano elevati

ROMA (LaDiscussione) – Negli ultimi due anni, la pirateria audiovisiva ha registrato un lieve calo sia nel numero di utenti che negli atti illeciti. Tuttavia, il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti e per il Sistema Paese rimane significativo. Nel 2024, la pirateria digitale continua a essere la principale modalità di fruizione di film, serie, programmi e contenuti sportivi tra gli adulti.

I dati del rapporto FAPAV/Ipsos

L’ultima edizione dello studio FAPAV/Ipsos, presentata a Roma presso l’Aula Magna “Carlo Mosca” della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, rivela che il 38% degli adulti italiani ha commesso almeno un atto di pirateria nel 2024. I contenuti più piratati sono film (29%), serie TV (23%), programmi (22%) e eventi sportivi in diretta (15%).

Nonostante una riduzione dell’8% rispetto al 2023, con 295 milioni di atti illeciti stimati, il fenomeno resta preoccupante. Rispetto al 2016, anno della prima rilevazione, si osserva un calo del 56%. La pirateria sportiva, praticata dal 15% degli adulti, vede il calcio in testa, seguito da Formula 1, tennis e MotoGP.

Le contromisure: legge antipirateria e Piracy Shield

Negli ultimi due anni, l’Italia ha introdotto una nuova legge antipirateria, considerata all’avanguardia in Europa. A febbraio 2024 è stato attivato Piracy Shield, una piattaforma che blocca entro 30 minuti la diffusione illegale di eventi sportivi in diretta. L’obiettivo è estendere il sistema anche ai contenuti audiovisivi di prima visione, come previsto dalla Legge 93/2023.

Chi sono i pirati?

I pirati audiovisivi sono principalmente under 35 (39%), occupati (60%) e con un livello di istruzione più alto della media (21% laureati). Geograficamente, sono più concentrati al Sud e nelle isole (40%).

Le modalità di fruizione illecita includono IPTV illegali (22%), streaming (18%), download/peer-to-peer (15%), social network (13%) e app di messaggistica (10%). Circa 15 milioni di italiani hanno utilizzato servizi IPTV illeciti, consapevoli del danno economico (70%), ma il 45% non li considera un reato.

L’evento “Stati Generali della Lotta alla Pirateria” ha riunito rappresentanti delle industrie audiovisive, istituzioni e forze dell’ordine per discutere strategie contro il fenomeno.

i giovanissimi (10-14 anni) la pirateria sembra abbia perso appeal: nel 2024 gli adolescenti che hanno compiuto almeno un atto di pirateria sono stati circa il 40% con un calo del 14% del numero di atti illeciti commessi rispetto al 2023 facendo registrare un totale di 17,7 milioni di atti complessivamente compiuti. Tra i contenuti piratati tra i giovani scendono significativamente, rispetto all’anno precedente, i film, rimangono stabili invece i contenuti legati allo sport live e alle serie/fiction. La pirateria digitale perde 5 punti percentuali rispetto al 2023 in termini di incidenza, si mantengono invariate la pirateria indiretta e fisica.In riferimento agli atti di pirateria su film e serie/fiction, a fronte di circa 61 milioni di fruizioni perse, il danno economico stimato è di circa 530 milioni di euro, in calo di solo il 4% rispetto al 2023. Se si allarga lo sguardo considerando anche le potenziali offerte legali sottoscritte e mantenute per l’intero anno, il danno economico raggiunge i 778 milioni di euro (+1% rispetto al 2023). Per quanto riguarda invece lo sport live, sempre a fronte di un’incidenza della pirateria stabile e ad un numero di atti illeciti in lieve diminuzione (-6%), per il 2024 si stimano 12 milioni di fruizioni perse e 350 milioni di euro di danno economico, in aumento (+23%) rispetto al 2023.Considerando tutti e tre i contenuti (film, serie/fiction e sport live) si stimano ripercussioni per l’economia italiana pari a circa 2,2 miliardi di euro di perdita in termini di fatturato delle aziende (non soltanto per l’industria audiovisiva), che comportano una perdita di PIL pari a circa 904 milioni di euro, un mancato introito per lo Stato pari a 407 milioni e una perdita occupazionale complessiva pari ad oltre 12 mila posti di lavoro, tutti valori in aumento rispetto al 2023.Nonostante risulti evidente che la pirateria sia ascrivibile come un reato (per il 75% dei pirati adolescenti e il 78% dei pirati adulti), solo poco più della metà dei pirati si dimostra sensibile alla possibilità di essere scoperto e punito (61% dei pirati adolescenti e il 56% dei pirati adulti). Non è inoltre estesa tra la popolazione italiana (considerando pirati e non pirati) la piena consapevolezza che uno o più atti di pirateria possano danneggiare in modo irreversibile non solo l’industria audiovisiva ma l’intero sistema economico ed occupazionale del nostro Paese: solo una metà li considera atti molto gravi, da perseguire.In questo contesto, ed alla luce della nuova legge antipirateria in vigore da agosto 2023 e di Piracy Shield entrata in funzione a febbraio 2024 per i contenuti sportivi live, appare quindi cruciale aumentare la consapevolezza dei danni e dei rischi sociali e individuali della pirateria audiovisiva, anche sul piano legale e sanzionatorio.Infatti, sebbene il 70% degli italiani si dice a conoscenza dell’entrata in vigore della nuova legge antipirateria (un salto di quasi 20 punti percentuali rispetto al 2023), solo il 14% si dichiara un buon conoscitore. Il 42% della popolazione nutre dubbi sull’efficacia reale di tale normativa, soprattutto perchè convinta che esista un modo per aggirarla. Più cresce il passaparola o l’esperienza diretta rispetto all’effettiva efficacia delle sanzioni, tanto più la nuova legge potrà fungere da strumento di deterrenza e non essere solo uno strumento meramente punitivo.Rispetto alla piattaforma Piracy Shield, la maggioranza degli italiani lo ritiene uno strumento efficace per la lotta alla pirateria audiovisiva (79%) e sportiva (d’accordo il 71% di coloro che nel 2024 hanno fruito di sport live tramite canali illeciti), tanto più considerando che ben il 47% dei pirati, trovandosi dinnanzi a siti oscurati tende a rivolgersi ad alternative legali.“La ricerca presentata oggi da Nando Pagnoncelli e riferita al 2024, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese viva un momento di trasformazione, con un leggero calo degli atti e dell’incidenza – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente di FAPAV -. La nuova regolazione di AGCOM sul blocco in 30 minuti sta producendo i primi risultati. C’è ancora molto da fare, ma la strada intrapresa è quella giusta. Ne siamo convinti e nel prossimo report avremo dei dati ad hoc. Questa lieve contrazione non riduce in termini complessivi la gravità del fenomeno che rimane allarmante soprattutto dal punto di vista del danno economico provocato alle industrie audiovisive e sportive e al sistema economico ed occupazionale del nostro Paese. I numeri di Ipsos mostrano come la pirateria sia ancora oggi praticata da una fetta importante di popolazione, caratterizzata da individui consapevoli ma incuranti dei danni diretti e indiretti che ogni singola azione illegale provoca”.“Non si tratta di un problema solo economico o industriale ma assume sempre di più una connotazione sociale dove il singolo pirata entra a far parte di un sistema criminale, il cui unico obiettivo è il business – ha aggiunto -. La deterrenza rimane una leva importante per contrastare il fenomeno: l’auspicio è che Piracy Shield possa essere utilizzato anche per oscurare, entro 30 minuti, siti che trasmettono non solo eventi sportivi live ma anche film e serie/fiction di prima visione. Da un lato quindi occorre lavorare, unitamente alle Forze dell’Ordine, alla m

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