In merito alle recenti dichiarazioni dell’Assessore Simona Meloni, assessore al PNRR, alle politiche agricole e agroalimentari, alla montagna e alle aree interne, ai parchi e ai laghi, al turismo e allo sport della regione Umbria, Agea contestualizza toni e contenuti, replicando innanzitutto con chiarezza che l’arroganza e la superficialità non sono categorie utili al servizio dei cittadini.
Bisogna raccontare i fatti per quello che sono ed evitare di nascondere le proprie inettitudini con attacchi scomposti che alla fine alimentano solo caos e disorientamento. La d.ssa Meloni ora è assessore, non è più in campagna elettorale. Affronti con senso istituzionale e piena responsabilità le problematiche di settore della “sua” Regione e attraverso una leale collaborazione con le altre Amministrazioni. Ricordiamo anzitutto che la Regione Umbria ha scelto di adottare un proprio sistema informativo (il GARI), che non si integra in modo nativo con il sistema nazionale SIAN. Questo ha generato notevoli problemi di interoperabilità, disallineamenti e duplicazioni di dati. Per rendere compatibile il GARI – sviluppato in modo difforme alle specifiche del flusso nazionale – AGEA (anche a seguito di riunioni tecniche, l’ultima il 6 giugno u.s.) si è dovuto sviluppare, con aggravio di tempi e costi, un protocollo di interfaccia per la gestione di codifiche aggiuntive, che non sarebbero state necessarie in un contesto standard. Si tratta di un onere gestionale che, alla fine, grava su tutto il sistema pubblico. A causa del GARI, la Regione Umbria ha incontrato enormi difficoltà nella gestione dell’assegnazione del carburante agricolo agevolato (UMA), tanto da dover aumentare d’urgenza l’anticipo dal 50% all’80% il 14 aprile 2025, per far fronte alla protesta crescente degli agricoltori umbri.
Questo dimostra che i veri problemi non stanno nel SIAN, ma nella inefficienza ed assenza di lungimiranza di alcune politiche regionali. Le critiche rivolte al SIAN sono inconsistenti e infondate, oltre che formulate in modo vago e impreciso.
AGEA nel 2022 ha preso in carico un sistema nazionale in condizioni di grande precarietà e in stato di totale abbandono. Non vi era una strategia di sviluppo e di digitalizzazione ma si andava avanti per inerzia. Era un sistema su cui non si facevano investimenti da almeno 15 anni. Oggi AGEA ha portato il SIAN sul cloud del Polo Strategico Nazionale, rendendolo un sistema più robusto e sicuro, perfettamente in grado di scalare e ampliare l’erogazione dei servizi a tutti i soggetti istituzionali, comprese le regioni.
Guardando i numeri, le rilevazioni di monitoraggio degli ultimi tre mesi mostrano come i malfunzionamenti bloccanti si sono limitati al massimo a poche ore in tutto, peraltro distribuite in differenti giornate con un livello di uptime superiore al 99%. In aggiunta, e per le situazioni puntuali, AGEA ha rafforzato – con risorse proprie – il presidio di assistenza tecnica a supporto delle Regioni, anche nelle istruttorie del PSR, intervenendo anche laddove mancavano competenze e adeguata formazione. AGEA si è fatta carico di problemi che non dipendevano dal sistema nazionale, ma da lacune organizzative regionali. È evidente quindi come la giustificazione (non richiesta) dei presunti malfunzionamenti del SIAN appaia piuttosto un’accusa manifesta da restituire subito all’inefficienza gestionale dell’Assessorato all’Agricoltura della regione Umbria.
La vera criticità va invece ricercata nel fatto che AGEA è costretta a dover sviluppare costantemente centinaia di algoritmi di controllo per coprire le esigenze eterogenee di tutti i bandi regionali pubblicati che hanno un grado di “personalizzazione” elevatissimo. Questo aumenta enormemente la complessità e i costi di sviluppo. Se tutte le Regioni collaborassero a monte, sin dalla progettazione dei bandi, evitando vincoli difformi e inutili sovrastrutture, il sistema funzionerebbe con maggiore efficienza, efficacia e tempestività.
La Regione Umbria ha pubblicato gli ultimi bandi a ridosso della scadenza per la presentazione delle domande, generando ulteriore pressione sul sistema e sugli operatori.
Alla data del 13 giugno u.s. risultano essere stati eseguiti pagamenti per gli interventi dello sviluppo rurale della Regione Umbria, sia vecchia sia nuova programmazione, per 46 milioni, in misura pari all’80% dell’importo effettivamente ammissibile.
In ogni caso, la tempestività dei pagamenti già effettuati e quelli programmati nell’imminente termine comunitario del 30 giugno, sono la principale risposta a critiche gratuite e testimoniano come AGEA sia in grado di rispondere attivamente ed avere un livello di efficienza operativa unico anche in presenza di inefficienze ed atti tardivi da parte della Regione.
Ciò è anche la risultante di continue e collaborative riunioni tecniche bilaterali nelle quali sono state condivise le azioni dirette a superare criticità emerse in fase di istruttoria delle domande. A titolo esemplificativo, sono stati risolti errori di dichiarazione eseguiti in fase di presentazione delle domande (superfici richieste su interventi incompatibili tra loro) ed è stato implementato il layer aggiornato delle PLT (Pratiche Locali Tradizionali) 2024 trasmesso dalla Regione solo alla fine del mese di maggio u.s. Inoltre, sempre d’intesa con la Regione, è stata concordata l’esecuzione di un riciclo di tutte le domande in modalità automatica per ridurre le tempistiche istruttorie.
Per concludere, in un contesto tanto sfidante e complesso, ci si aspetta da ogni Regione, compresa l’Umbria, una spinta leale alla coesione istituzionale.
AGEA sta facendo la sua parte, sopperendo con senso di responsabilità anche alle carenze e alle inefficienze regionali, perché ha un solo obiettivo: la mission comunitaria di pagare gli agricoltori nei tempi più rapidi possibili!
Non possiamo purtroppo dire lo stesso di chi, di fronte alle difficoltà causate da inefficienze e scelte locali sbagliate, preferisce alimentare tensioni e gettare fumo negli occhi solo per spostare l’attenzione dalle proprie responsabilità.