giovedì, 29 Maggio, 2025
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Via libera al nuovo Testo unico sulle imposte: meno burocrazia e norme più chiare

Il Cdm approva una riforma che semplifica le regole su imposta di registro, bollo, successioni e altri tributi indiretti. Leo: “È una svolta attesa da oltre cinquant’anni”

In una riunione durata appena dieci minuti, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera in prima lettura al nuovo Testo unico sull’imposta di registro e su altri tributi indiretti. A darne notizia è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ha parlato di un passaggio cruciale nel percorso di riforma fiscale intrapreso dal governo all’inizio della legislatura. L’obiettivo, ha spiegato Leo, è rendere il sistema tributario più chiaro e accessibile per cittadini e operatori, dopo decenni di norme frammentate e spesso difficili da interpretare.

Cosa prevede il nuovo Testo unico

Il provvedimento approvato raccoglie in un unico documento tutte le norme che regolano alcune imposte tra le più comuni, eliminando una serie di testi diversi e spesso sovrapposti. In particolare, vengono unificate le regole che riguardano l’imposta di registro, l’imposta ipotecaria e catastale, quella sulle successioni e donazioni, l’imposta di bollo e le imposte sostitutive connesse a queste. In pratica si cerca di fare ordine in un sistema che, per oltre cinquant’anni, è rimasto complesso e poco lineare. Il nuovo testo nasce anche in attuazione della legge delega approvata nell’agosto del 2023, che affida al governo il compito di riscrivere il fisco in modo più semplice.

Cos’è l’imposta di registro

Tra le imposte coinvolte c’è quella di registro, che si paga quando si stipulano determinati atti, come un contratto di locazione, una compravendita immobiliare o una donazione. Non è una tassa sul reddito o sulla proprietà, ma si applica al momento della registrazione di atti giuridici. È considerata un’imposta indiretta, cioè legata non alla ricchezza in sé, ma a specifiche operazioni. Altre imposte simili sono quelle ipotecarie e catastali, che si pagano quando si trasferisce la proprietà di un immobile, e l’imposta sulle successioni, applicata quando si eredita un bene.

Perché si parla di tributi indiretti

I tributi indiretti, a differenza di quelli diretti come l’Irpef, non colpiscono il reddito o il patrimonio in modo permanente, ma si applicano in momenti particolari. Sono spesso legati a operazioni giuridiche e vengono richiesti in base a ciò che si fa, non a quanto si guadagna. Tra questi rientrano anche l’imposta di bollo, dovuta su documenti ufficiali come contratti o fatture, e quella sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. Il nuovo Testo unico mette ordine proprio in queste materie, che spesso risultano tecniche e poco comprensibili anche per i professionisti del settore.

Leo: avanti con la riforma fiscale

“Con questo provvedimento proseguiamo con coerenza nell’attuazione della riforma fiscale” ha spiegato Leo. Ha poi ricordato che sono già 15 i decreti legislativi pubblicati in Gazzetta Ufficiale e che con questo nuovo testo si sale a cinque i Testi unici approvati. “È la dimostrazione che il governo ha dato una risposta concreta a un tema delicato come quello tributario, su cui non si interveniva in modo organico da più di mezzo secolo”. Il viceministro ha anche annunciato che i prossimi interventi riguarderanno le imposte dirette, come quelle sul reddito, e la fiscalità internazionale.

Un Consiglio dei ministri lampo

La riunione del Consiglio dei ministri si è svolta nel tardo pomeriggio di domenica 26 maggio ed è durata meno di dieci minuti. A presiederla non è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, impegnata poco dopo a Villa Doria Pamphilj per la presentazione dei trofei della Louis Vuitton Cup e dell’America’s Cup. A guidare i lavori è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Nomine e misure di sostegno

Durante la stessa riunione è stato approvato, su proposta del ministro Nordio, il conferimento dell’incarico di capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a Stefano Carmine De Michele, magistrato ordinario. Inoltre, su proposta della presidente Meloni, il Consiglio ha deliberato la concessione di un assegno vitalizio, previsto dalla legge Bacchelli, al poeta Gëzim Hajdari. Questa misura è riservata a figure del mondo della cultura che si trovano in situazioni economiche difficili e consente loro di ricevere un sostegno dallo Stato.

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