venerdì, 9 Maggio, 2025
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Habemus Papam: Leone XIV è il primo Pontefice americano

Dalla Loggia delle Benedizioni il saluto del nuovo Vescovo di Roma, Robert Francis Prevost: “La pace sia con tutti voi”. Trump si congratula, Mattarella e Meloni invocano dialogo e giustizia

“La pace sia con tutti voi”. Con queste parole, pronunciate con una voce particolarmente emozionata dalla Loggia delle Benedizioni in Vaticano, si è presentato ieri al mondo Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, eletto nuovo Vescovo di Roma dopo la morte di Bergoglio. La sua elezione, avvenuta alla quarta fumata bianca come fu per Giovanni Paolo I e Benedetto XVI, segna un momento epocale nella storia della Chiesa cattolica: è il primo Papa nato negli Stati Uniti d’America. In una Piazza San Pietro gremita da oltre 150.000 fedeli, il Cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha pronunciato l’annuncio atteso: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”. La folla, dopo un attimo di silenzio carico di attesa, è esplosa in un applauso fragoroso alla notizia del nome del nuovo Papa: Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome Leone XIV, evocando la tradizione e il vigore pastorale dei suoi predecessori.

Un discorso di speranza

Dopo il passaggio nella cosiddetta ‘Stanza delle lacrime’, dove il neo Papa si è ritirato in preghiera e raccoglimento, è giunto il momento del primo incontro con il popolo. Affacciandosi dalla Loggia, vestito della talare bianca e dei paramenti pontifici, Papa Leone XIV ha rivolto un messaggio universale di pace, fraternità e fede. “Fratelli, sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo risorto. Il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la Terra. La pace sia con voi”. Un’omelia che ha toccato corde profonde, colma di riferimenti al Vangelo e allo spirito missionario, nella quale non è mancato un sentito omaggio a Papa Francesco: “Ancora conserviamo nelle nostre orecchie quella voce debole, ma sempre coraggiosa che benediva Roma e il mondo intero la mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dare seguito a quella benedizione. Dio ci vuole bene. Il male non prevarrà”.

Leone XIV si è detto pronto a guidare la Chiesa “senza paura, uniti, mano nella mano con Dio”. Un invito pressante ad essere “discepoli di Cristo” in un mondo che ha bisogno di luce. Ha quindi rivolto un pensiero speciale ai cardinali che lo hanno eletto, ribadendo l’importanza di una Chiesa unita che cerca giustizia, lavora per la pace, proclama il Vangelo.

Il nuovo Pontefice ha sottolineato la necessità di una Chiesa “che costruisce ponti, che dialoga, che accoglie”. Nelle sue parole è riecheggiato l’eco di Sant’Agostino, padre spirituale a cui ha dichiarato appartenenza: “Con voi sono cristiano, per voi vescovo”. Un’impronta agostiniana che lascia presagire un pontificato votato all’essenzialità evangelica e alla ricerca della verità attraverso l’intelligenza della fede.

Nel concludere il suo primo discorso da Papa, Leone XIV ha concesso l’indulgenza plenaria e ha chiesto preghiere per la pace nel mondo. “Vogliamo essere una Chiesa sinodale, in cammino, vicina a chi soffre”, ha spiegato.

L’America festeggia

La notizia ha fatto subito il giro del mondo, suscitando emozione soprattutto negli Stati Uniti. Donald Trump, Presidente americano, ha scritto su Truth Social: “Congratulazioni al Cardinale Prevost. Primo Papa americano: che onore per il nostro Paese!”. La stampa statunitense, dai maggiori network ai media religiosi, ha dedicato edizioni straordinarie all’evento, definendolo un momento “storico e spiritualmente travolgente”. Le reazioni non si sono fatte attendere nemmeno dal mondo politico italiano. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio accorato al nuovo Papa, sottolineando come la sua esperienza nel Sud del mondo possa rappresentare “un faro per i più deboli” e assicurando l’impegno dell’Italia a collaborare con la Santa Sede per promuovere diritti, giustizia e pace: “In questo momento storico, in cui tanta parte del mondo è sconvolta da conflitti inumani dove sono soprattutto gli innocenti a soffrire le conseguenze più dure di tanta barbarie, desidero assicurarLel’impegno della Repubblica Italiana a perseguire sempre più solidi rapporti con la Santa Sede per continuare a promuovere una visione del mondo e della convivenza tra i popoli fondata sulla pace, sulla garanzia dei diritti inviolabili e della dignità e la libertà per tutte le persone. Quella pace che Vostra Santità ha evocato con forza nel Suo primo messaggio dalla loggia di San Pietro e che è la speranza dell’umanità intera”.

Anche il Premier Giorgia Meloni ha scritto parole cariche di stima e fiducia: “Gli italiani guarderanno a Lei come guida e punto di riferimento, riconoscendo nel Papa e nella Chiesa quell’autorità spirituale e morale che deriva dal suo inesauribile messaggio di amore, carità e speranza, che sgorga dalla Parola di Dio. L’Italia ha un legame indissolubile col Vicario di Cristo. Non si potrebbero comprendere l’identità, la storia e la cultura della nostra Nazione al di fuori di quella che San Giovanni Paolo II, nel suo storico discorso al Parlamento italiano, definì la ‘linfa vitale’ costituita dalla fede in Cristo”.

Una vita dedicata al Vangelo

Robert Francis Prevost nasce a Chicago il 14 settembre 1955. Agostiniano, entra nel noviziato nel 1977. Dopo gli studi teologici a Chicago e la specializzazione in Diritto Canonico all’Angelicum di Roma, riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1982. La sua missione lo porta in Perù, dove diventa figura centrale nella formazione dei religiosi e nel servizio alla Chiesa latinoamericana. Dal 2015 è vescovo di Chiclayo, poi Prefetto del Dicastero per i Vescovi dal gennaio 2023, incarico che gli vale il rispetto e l’ammirazione della Curia romana. Creato cardinale da Papa Francesco nel settembre 2023, viene ora chiamato a guidare la Chiesa universale.

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