venerdì, 17 Gennaio, 2025
Economia

Prezzi al consumo in calo. Nel 2024 l’inflazione ha rallentato

Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +409,50 euro. Export in lieve crescita mensile, ma in flessione nell’anno

Per l’Istat, i prezzi al consumo sono aumentati mediamente dell’1%, ben lontani dal 5,7% registrato l’anno precedente. Questo calo è stato trainato principalmente dalla riduzione dei costi dell’energia, che sono scesi del 10,1% dopo un lieve aumento nel 2023. Anche gli alimentari hanno contribuito al raffreddamento dell’inflazione, con una crescita del 2,2% rispetto al 9,8% dell’anno precedente.

Variazioni nei prezzi al consumo

A dicembre 2024, i prezzi sono aumentati dello 0,1% rispetto a novembre e dell’1,3% rispetto allo stesso mese del 2023. In tutto l’anno, i beni esclusi alimentari freschi ed energia sono cresciuti del 2%, un netto rallentamento rispetto al 5,1% del 2023. Tuttavia, alcune categorie hanno mostrato tendenze opposte: mentre i costi dei servizi ricreativi e culturali sono aumentati del 3,1% (in lieve calo rispetto al 2023), i prezzi dell’energia regolamentata hanno segnato un’impennata del 12,7%.

Benefici per famiglie in difficoltà

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che tiene conto dei prezzi in tutta l’UE, ha segnato un incremento medio annuo dell’1,1%, in calo rispetto al 5,9% del 2023. Le famiglie con minori capacità di spesa hanno tratto maggiore beneficio dal rallentamento dell’inflazione: il loro indice medio è sceso quasi a zero (+0,1%), mentre per le famiglie più ricche è stato dell’1,6%.

Export in lieve crescita mensile, ma in calo annuo

Nel novembre 2024, l’export italiano ha registrato un aumento dell’1,4% rispetto al mese precedente, grazie alle esportazioni verso i paesi extra-UE (+6,1%). Tuttavia, rispetto al novembre 2023, l’export è diminuito del 2,7% in valore e del 5,9% in volume. Settori come autoveicoli e prodotti petroliferi raffinati hanno subito cali marcati, mentre sono cresciute le esportazioni di farmaceutici (+17,9%) e prodotti alimentari (+3%).

Import: segnali contrastanti

Anche l’import ha mostrato un leggero aumento mensile (+0,4%), sostenuto dagli acquisti di beni di consumo (+4,7%) e energia (+1,7%). Tuttavia, su base annua, l’import è diminuito del 3,2% in valore, con i beni intermedi e strumentali in calo rispettivamente del 2,4% e 1,8%.

Stabilizzazione positiva

A novembre 2024, il saldo commerciale italiano è risultato positivo per 4,2 miliardi di euro, leggermente superiore ai 4,05 miliardi dello stesso mese del 2023. Il deficit energetico è diminuito a 4 miliardi, mentre l’avanzo nei prodotti non energetici si è ridotto. I prezzi all’importazione sono aumentati dello 0,2% su base mensile, ma sono calati dell’1,4% rispetto al 2023, trainati dalla riduzione dei costi energetici (-10,6%).

I dubbi di Federconsumatori

Con l’inflazione a questi livelli, l’Osservatorio nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +409,50 euro annui”. “Attenzione, però, ad eccedere nell’ottimismo – prosegue – su tali stime, infatti, pesa la minaccia della nuova crescita dei costi energetici, con i prezzi dei beni energetici regolamentati che nel 2024 passati da +7,4% a +12,7% e nel 2025 sono destinati a raggiungere aumenti ben più consistenti”.

“Un andamento che rischia di ripercuotersi, come avvenuto in passato, sull’andamento generalizzato dei prezzi: il nostro Osservatorio nazionale ha, infatti, stimato per il 2025 una stangata di +914,04 euro annui a famiglia – continua Federconsumatori -. Un aggravio che risulterà insostenibile per molte famiglie, i cui bilanci sono già stati messi a dura prova dai continui rincari registrati negli ultimi anni”.

Le sollecitazioni al Governo

“È indispensabile che il governo non rimanga immobile e si decida ad adottare misure serie, incisive, ma soprattutto immediate, quali: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo; la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici; la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica; l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Grano, flussi record dall’Ucraina. Confagricoltura necessario che la Ue dia tutele e nuove regole

Ettore Di Bartolomeo

Zelensky: grato a Biden per il sostegno. Kuleba vola a Pechino

Maurizio Piccinino

Fed e Bce non temono l’inflazione. Parola d’ordine, elasticità

Diletta Gurioli

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.