lunedì, 14 Ottobre, 2024
Esteri

Onu in Libano: Israele ha aperto il fuoco “deliberatamente” contro basi italiane

Crosetto protesta con Gallant: contro l'Unifil episodi intollerabili

Gli attacchi a Naqura, due caschi blu indonesiani feriti, italiani nel bunker. Crosetto convoca l’ambasciatore israeliano e protesta: “Episodi intollerabili”. Media: “Stasera Netanyahu avrà l’ok per rispondere all’Iran”. Bombe sui profughi a Gaza

Israele ha aperto il fuoco contro il quartier generale della missione Onu in Libano

“Un tank Merkava delle Idf ha aperto il fuoco” contro il quartier generale a Naqura di Unifil, la missione Onu nel sud del Libano, ferendo due militari peacekeper indonesiani. Lo ha denunciato ieri la stessa Unifil in un comunicato ufficiale, ricordando che” Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza” delle Nazioni Unite che nel 2006 pose fine ai 34 giorni di guerra tra Israele e Hezbollah libanesi. La Missione precisa di essere in contatto con le Idf.

Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu, ha dichiarato: “Questa mattina, due caschi blu sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava dell’esercito israeliano ha sparato verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Le ferite sono fortunatamente, questa volta, non gravi, ma rimangono in ospedale”. Unifil ricorda inoltre “alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle strutture Onu e di rispettare l’inviolabilità dei locali Onu in ogni momento”. Nella nota si sottolinea come i peacekeeper di Unifil siano presenti nell’area “per sostenere un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza”.

Idf ha neutralizzato la videosorveglianza prima degli attacchi

Nella sera di mercoledì dei militari regolari dell’Idf avevano neutralizzato alcuni componenti del sistema di video sorveglianza presso la base 1-31, il sistema di illuminazione e un ripetitore radio presso la base 1-32A con il tiro di armi portatili. Evidentemente con l’intento di non avere prove video dell’attacco che è stato sferrato la mattina seguente.

“I soldati dell’esercito israeliano – spiega Tenenti – hanno anche sparato sulla posizione UNP 1-31 a Capo Naqura, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i caschi blu e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione”. Secondo il portavoce di Unifil, “un drone dell’esercito israeliano è stato osservato volare all’interno della posizione Onu fino all’ingresso del bunker”.

Basi italiane colpite “ripetutamente e deliberatamente” da Israele

Oltre al quartier generale di Naqura, Unifil ha confermato che a essere colpite “ripetutamente” e “deliberatamente” dall’esercito israeliano sono state le basi italiane 1-31 e 1-32A lungo la linea di demarcazione. Secondo il portavoce Andrea Tenenti, “i soldati dell’esercito israeliano hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione” 1-31,”E hanno deliberatamente sparato su UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite (tra libanesi, israeliani e vertici Unifil) prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”.

Crosetto: contro l’Unifil episodi intollerabili

Appresa la notizia il ministro della Difesa Guido Crosetto ha subito protestato con l’ambasciatore israeliano a Roma e il ministro della difesa di Netanyahu: “Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell’Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinchè i paecekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”.

Da Gallant garanzie sulla sicurezza dei militari italiani

“Ho contattato il ministro della Difesa Israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil è, per me e per il governo italiano, inaccettabile. Anche se ho ricevuto garanzie sulla massima attenzione alla sicurezza del personale militare ho ribadito che deve essere scongiurato ogni possibile errore che possa mettere a rischio i soldati, italiani e di Unifil”.

Medio Oriente, si allontana speranza tregua tra Israele e Hezbollah

Secondo fonti informate a Beirut, citate dal quotidiano panarabo Al-Sharq Al-Awsat, l’attuazione della risoluzione 1701 dell’Onu, che prevede la cessazione delle ostilità lungo il confine libanese-israeliano, rimane “più vicina ai desideri che alla realtà”.Secondo le fonti a Beirut, infatti, le difficoltà si manifestano a più livelli. A livello internazionale, il Consiglio di sicurezza dell’Onu è paralizzato dalle divisioni tra i membri permanenti, soprattutto a causa delle tensioni tra Russia e Stati Uniti e il deterioramento delle relazioni con la Cina.

L’amministrazione Usa, secondo un rapporto del Wall Street Journal, vede il conflitto come un’opportunità per minare il potere di Hezbollah in Libano. Amos Hochstein, consigliere Usa per gli affari energetici, ha suggerito ai leader arabi che l’indebolimento di Hezbollah con gli attacchi israeliani potrebbe essere sfruttato per sbloccare lo stallo politico del Libano e facilitare l’elezione di un nuovo presidente. Tuttavia, sia Egitto che Qatar hanno avvertito gli Stati Uniti che ritengono questa strategia irrealistica e pericolosa: tentare di destabilizzare Hezbollah in questo momento potrebbe innescare nuovi conflitti settari nel paese dei cedri, come già accaduto in passato.

Israele bombarda la Protezione civile libanese, 5 uccisi

La Protezione Civile libanese ha riferito che cinque dei suoi membri operativi nel sud del Libano sono stati uccisi ieri in un raid aereo israeliano nei pressi di Tiro, 90 km a sud di Beirut. Il comunicato dell’istituzione statale libanese ha riferito che i cinque si trovavano nel centro della Protezione civile a Derdeghaya, alla periferia est di Tiro.

Dodici persone uccise e tre ferite è il bilancio delle ultime ore di raid israeliani nella valle libanese della Bekaa. Lo riferisce il ministero dell’informazione libanese, secondo cui stamani due persone sono state uccise in un attacco di Israele a Sohmor, mentre sei persone sono state uccise a Buday e quattro nei pressi di Baalbeck.

Raid di Israele sugli sfollati in una scuola di Gaza, 28 morti

Almeno 28 palestinesi, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi e altri 54 feriti in un bombardamento israeliano su una scuola che ospitava sfollati a ovest della città di Deir al-Balah, nel centro di Gaza. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche.

Onu: ‘Israele vuole distruggere sistema sanitario Gaza’

Secondo la Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite, Israele, accusato di “crimini contro l’umanità”, sta deliberatamente prendendo di mira le strutture sanitarie e uccidendo e torturando il personale medico a Gaza. In un comunicato rilasciato giovedì dagli investigatori dell’Onu, si legge che “Israele ha attuato una politica concertata per distruggere il sistema sanitario di Gaza come parte di un attacco più ampio contro Gaza”.

Stasera Netanyahu e Gallant avranno l’ok dal gabinetto di guerra per attaccare Iran

Secondo indiscrezioni ottenute dalla tv pubblica Kan, il gabinetto politico e di sicurezza che si è riunito ieri sera dovrebbe autorizzare il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Galant a prendere una decisione finale sulla risposta di Israele all’attacco missilistico effettuato dall’Iran la scorsa settimana. Il senso del voto – sottolinea Kan – è che Netanyahu e Gallant avranno l’autorità di decidere sulla data e sulle modalità dell’attacco.

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