Fermare un rischio mortale e dare il via libera agli indennizzi. È la richiesta della Coldiretti al nuovo commissario straordinario che dovrà arginare la peste suina che rappresenta un crescente rischio per gli allevatori. “La nomina del nuovo commissario alla Peste suina africana è importante per mettere in campo tutte le misure necessarie a fermare quello che è un rischio mortale per la filiera e garantire indennizzi immediati agli allevamenti”, sottolinea la Coldiretti nel rivolgere gli auguri di buon lavoro a Giovanni Filippini, attuale direttore generale per la Sanità animale del ministero della Salute designato a ricoprire l’incarico di fermare la diffusione della Psa.
Ci sarà collaborazione
“Si tratta di una figura esperta del problema con la quale siamo pronti ad instaurare da subito una proficua collaborazione per adottare tutti gli interventi necessari per dare le necessarie risposte ai nostri allevatori e all’intera filiera” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
“Non è più accettabile assistere all’abbattimento di migliaia di animali sani a causa della diffusione del virus in una popolazione selvatica fuori controllo”.
Filiera da 20 miliardi
A rischio, puntualizza la Coldiretti, c’è una filiera come quella suinicola italiana che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale “con un valore tra produzione”, calcola la Confederazione, “e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi”.
Indennizzi e cinghiali da abbattere
“Il primo passo da compiere”, secondo la Confederazione, “è quello di erogare gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla peste suina africana (Psa) ma la vera innovazione è prevenire, anticipare le difficoltà pensando a lungo termine e investendo nella ricerca, per evitare di dover sempre inseguire l’emergenza”.
Prima che la peste suina arrivasse in Italia, due anni e mezzo fa, ricorda la Coldiretti aveva chiesto di costruire recinzioni vicino alle principali infrastrutture viarie come ferrovie e autostrade. Se ciò fosse stato fatto, oggi non avremmo questi problemi. “Ora è essenziale che le regioni confinanti collaborino con azioni coordinate, solo così si possono superare le difficoltà che spesso sorgono quando le competenze non sono chiare e gli interventi sono ritardati”, evidenzia la Confederazione
“Ma occorre anche ridurre la pressione dei 2,3 milioni di cinghiali ormai fuori controllo che rappresentano il principale veicolo di diffusione della Psa”.
protesta riuscita
Nel mese di luglio Coldiretti è scesa in piazza un tutte le regioni con 50mila agricoltori proprio per chiedere i piani di contenimento necessari a ridurre il numero dei selvatici, ottenendo dagli enti i primi importanti risultati con l’approvazione delle delibere con le misure necessarie.