mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Riprendono i negoziati. Biden fiducioso: “Stiamo facendo progressi”

Quattro operatori umanitari uccisi in un raid a Mawasi. Guterres: non esistono alternative all’Unrwa

Il giorno in cui sono ripresi i negoziati al Cairo “quattro operatori umanitari internazionali sono stati uccisi in un raid israeliano a Mawasi nel sud della Striscia”. Appartenevano all’organizzazione umanitaria britannica, Al-Khair. Il raid è stato effettuato su “un magazzino contenente aiuti umanitari”. L’accaduto è ancora da chiarire mentre Israele e Egitto starebbero studiando, nell’ambito dei negoziati per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi, “un sistema di sorveglianza elettronica” lungo il confine con la Striscia per impedire il contrabbando di armi ad Hamas. Lo hanno riferito fonti egiziani. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito tra le “linee rosse” per un accordo il controllo del corridoio Filadelfia e del valico di Rafah, con l’obiettivo di evitare che Hamas si riarmi di nuovo. L’ufficio di Netanyahu ha definito “una completa fake news” che Israele stia discutendo la possibilità di ritirarsi dal corridoio, al confine tra Gaza e l’Egitto e di cui l’esercito israeliano ha preso il controllo nelle scorse settimane. L’ufficio ha ricordato che “il premier insiste affinché Israele rimanga nel corridoio, che così ha dato istruzioni ai negoziatori”, dopo “averlo spiegato questa settimana ai rappresentanti degli Usa e dopo aver informato ieri sera il governo”. Intanto il Presidente Biden ha detto: “Sei settimane fa ho presentato un piano dettagliato” per la crisi in Medio Oriente che è “stato appoggiato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu” alla conclusione del vertice Nato di Washington. “È una questione complessa, ci sono ancora divergenze da colmare ma stiamo facendo progressi”. “Il giorno dopo” la fine della guerra a Gaza “non dovrà esserci un’occupazione israeliana” della Striscia, ha concluso Biden.

Israele: sede Unrwa sala da guerra

Intanto l’esercito israeliano informa che all’interno del quartier generale dell’Unrwa a Gaza City, l’Idf ha “trovato droni, un compound di combattimento di Hamas e una sala di guerra“. L’operazione era stara avviata a inizio settimana nel luogo, usato in precedenza dall’organizzazione dell’Onu, dopo che l’intelligence aveva indicato che “terroristi e infrastrutture di Hamas e della Jihad islamica erano incorporati all’interno del quartier generale dell’organizzazione dell’Onu”. Il portavoce militare ha spiegato che le forze speciali Maglan ed Egoz hanno fatto “irruzione nel complesso e hanno arrestato i terroristi che cercavano di fuggire dall’area. Ci sono stati combattimenti ravvicinati con cellule terroristiche che si erano fortificate all’interno del complesso dell’Unrwa e hanno individuato parti per l’assemblaggio di un UAV, sale di guerra utilizzate per operazioni di sorveglianza e grandi quantità di armi, tra cui droni tattici, razzi, mitragliatrici pistole, mortai, esplosivi e granate”. I militari hanno anche socperto “un tunnel che era una risorsa significativa dell’intelligence militare di Hamas che passava sotto l’edificio che fungeva da quartier generale dell’Unrwa”.

Una fossa comune

Intanto la difesa civile di Hamas ha detto che sono stati estratti “60 corpi dal sobborgo meridionale di Tel al-Hawa” e al Sina dove l’Idf ha operato nei giorni scorsi. Lo ha riferito il il portavoce della difesa civile Mahmud Bassal secondo cui “molti corpi sono ancora sotto le macerie e molti sono i dispersi”. Infine l’esercito israeliano ha anche annunciato di “aver ucciso il vice comandante del battaglione Shujaia di Hamas, il terrorista Ayman Showadeh”. Dall’inzio dell’operazione nell’area di Shujaia sono stati “oltre 150 i terroristi uccisi”.

Guterres: conferenza sulle donazioni

Prima dell’assassinio degli operatori umanitari era intervenuto il Segretario dell’Onu, Antonio Guterres proprio a una conferenza sulle donazioni: “Il livello estremo di combattimenti e devastazione a Gaza è incomprensibile e ingiustificabile. Nessun posto è sicuro, ovunque c’è una potenziale zona di morte. È giunto il momento che le parti dimostrino coraggio e volontà politica e finalmente raggiungano un accordo”. “Ogni anno ci incontriamo per contribuire a colmare il divario tra ciò che è stato promesso all’Unrwa e cosa è necessario. Quest’anno è diverso. Ci troviamo di fronte a un profondo deficit di finanziamenti, ma i palestinesi vedono anche un crescente divario a tutti i livelli. Lacune nel rispetto del diritto internazionale umanitario, nel riconoscimento dei diritti umani universali e della dignità per tutti”, ha continuato. “E, per i palestinesi di Gaza, non si tratta semplicemente di una lacuna, ma di un totale fallimento della legge e dell’ordine. Il lavoro dell’ Unrwa è uno dei maggiori fattori che danno speranza e stabilità in una regione tormentata”, ha commentato il segretario Onu, che ha sottolineato come non esistano alternative all’Unrwa.

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