martedì, 17 Dicembre, 2024
Economia

Israele: aumentano i prezzi dei prodotti alimentari

I prezzi di quasi tutti i prodotti alimentari stanno aumentando in Israele. Negli ultimi giorni è stato rilevato un aumento del 5% dei prezzi controllati dei latticini, mentre aziende come Diplomat, Coca-Cola e Tnuva hanno annunciato aumenti dei prezzi fino al 25%. Le aziende forniscono una serie di argomentazioni che apparentemente giustificano questi aumenti, tra cui l’aumento dei costi generali come salari, elettricità e Arnona (imposte locali). Tuttavia, l’esame di altri fattori solleva dubbi sulla necessità di tali misure in questo momento. Lo scrive il quotidiano locale Globes. A volte anche le affermazioni delle aziende stesse non corrispondono alla realtà sul campo. Una delle principali rivendicazioni delle aziende alimentari e dei grandi importatori riguarda i costi di spedizione, che rappresentano una parte del costo dei prodotti importati. Tuttavia, da una analisi condotta dall’economista capo della Bank Hapoalim Modi Shafrir emerge che i costi di spedizione sono aumentati all’inizio del conflitto nell’ottobre 2023, in seguito alle minacce dei ribelli Houthi nello Yemen alle navi israeliane che passavano attraverso lo stretto di Bab Al-Mandeb nel Mar Rosso, per poi diminuire sostanzialmente alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2024. In effetti, sono diminuiti per tredici settimane consecutive. I costi di spedizione attualmente sono più alti rispetto al periodo precedente lo scoppio della guerra, ma sono gli stessi della fine del 2022.

Le fluttuazioni valutarie

Oltre ai costi di spedizione, parte dell’incremento dei prezzi, a detta di produttori e distributori, deriverebbe dalle fluttuazioni valutarie. Anche sotto questo aspetto è difficile trovare una giustificazione: più forte è lo shekel, maggiore è il potere d’acquisto degli importatori. Lo shekel è più debole rispetto all’inizio del 2023, ma si è rafforzato rispetto al dollaro USA rispetto all’inizio della guerra. “A causa della forte domanda, le aziende si sentono a proprio agio nell’aumentare i prezzi, anche se ciò non ha alcuna giustificazione economica”, afferma Alex Zabezhinsky, capo economista della Meitav Investment House, che ha esaminato fattori globali come i prezzi delle materie prime e i costi di importazione di prodotti alimentari e materie prime per l’industria alimentare in Israele. “I prezzi delle principali materie prime agricole, a parte il caffè e il cacao, anch’essi in forte calo negli ultimi tempi, sono al di sotto dei livelli di inizio anno. Fino alla fine del 2023 (ultimo dato noto) non si sono verificati eventi eccezionali di aumento dei prezzi dei prodotti alimentari importati o delle materie prime per l’industria alimentare e per l’agricoltura”.

Salari in crescita

Un’altra motivazione indicata dalle aziende per giustificare l’aumento dei prezzi è rappresentata dalla crescita dei salari, che in Israele sono aumentati in termini generali, con il salario minimo, in particolare, salito del 5,5% in aprile attestandosi a 5.880 NIS (1470 euro ca, ndr) lordi mensili. Questo parametro, scrive sempre Globes, sembrerebbe gravare sui produttori locali, ma l’esame dei dati mostra che le aziende alimentari sono state meno colpite rispetto ad altri settori. Zabezhinsky afferma che il costo del lavoro nell’industria alimentare è aumentato meno della media dell’economia. “Le statistiche sulla produzione industriale mostrano che il costo mensile di un lavoro salariato nell’industria alimentare è aumentato negli ultimi due anni meno che nell’industria in generale (9% contro 15%), e non c’è stata alcuna domanda insolita di prodotto”.

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