venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

La giacchetta di Mattarella tra politici e giornalisti

Uno degli sport nazionali più praticati da politici e commentatori consiste nel tirare per la giacchetta il Capo dello Stato attribuendo ai suoi atti interpretazioni di comodo a favore di questo o quello schieramento politico.

Nulla di più sbagliato e offensivo. Il Presidente, come ha spiegato ieri Mattarella, non è un sovrano che decide. Né-aggiungiamo noi- è una marionetta che qualcuno possa pensare di strumentalizzare . Le leggi le approva il Parlamento, il Capo dello Stato le promulga, a volte con annotazioni e richiami. Può chiedere alle Camere una nuova deliberazione con messaggio motivato. Se deputati e senatori approvano, il Presidente ne prende atto. Nient’altro. Quindi la promulgazione non è un segno di gradimento.

Debolezza della politica

Ma perché la politica cerca di strumentalizzare il Capo dello stato? Perché la politica è debole, non ha il coraggio delle proprie azioni, cerca stampelle per far camminare le sue scelte claudicanti. Però, bussare al Quirinale per cercare sostegni è sbagliato, è una violazione del galateo istituzionale e turba il clima di serenità e di equilibrio che dovrebbe regnare tra i diversi organi e poteri dello Stato.

Il ruolo del giornalismo libero

Ma non è colpa solo della politica. Diciamola tutta: c’è anche certo giornalismo che non vede l’ora di interpretare i gesti del Quirinale a proprio piacimento. In passato, qualche Presidente si è espresso effettivamente in modo nebbioso costringendo i giornalisti in buona fede a scervellarsi per capire cosa volesse dire. Ma con Mattarella non ci sono margini per le divinazioni. Il suo parlare è franco, diretto, misurato e senza ambiguità. Per questo sarebbe bene che anche il giornalismo mostrasse più rispetto per la neutralità del Quirinale che è anche la garanzia della sua autorevolezza ed effettiva capacità di essere garante della Costituzione. Un Presidente schierato di qua o di là non serve a nessuno, neanche a chi pensa di averlo dalla propria parte. Sulla libertà di stampa il Capo dello Stato ha sempre tenuto una linea rigida: essa è fondamentale per la democrazia e nessuno deve pensare di poterla limitare. Ieri lo ha ribadito con fermezza. E’ un richiamo sempre attuale che ,però, suona anche come un monito. Essere liberi nell’informare correttamente significa anche non prestarsi a manovre, politiche e non, decise altrove. Nessun giornalista libero può accettare di essere considerato un burattino manovrabile da chicchessia.

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