sabato, 23 Novembre, 2024
Società

Un Enav per i porti oltre le Autorità burocratizzate

Proposta condivisa dal Sottosegretario Rixi al convegno “Noi, il Mediterraneo”

Un’unica azienda centrale, come una società per azioni, con un consiglio di amministrazione al quale fare riferimento e che operi sulla base di un Piano industriale. In estrema sintesi sarebbe questa la linea diriforma per la valorizzazione dell’asset del demanio marittimo, lanciata a Palermo dal presidente dell’Autorità portuale di Palermo, Pasqualino Monti e condivisa dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi.

Autorità diventeranno esecutrici

La proposta arriva dalla quinta edizione del Convegno “Noi, il Mediterraneo” che ha lanciato una formula a schema privato, innovativa, nell’approccio alle necessità di cambiamento del sistema portuale. Una formula, sulla quale – come evidenziato dall’intervento del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi – sembra convergere il consenso del Governo, prevede che le singole Autorità di Sistema Portuale restino enti pubblici “economici” sotto pieno controllo pubblico, ma che in grande parte diventino esecutori di indicazioni precise di priorità negli investimenti e nel marketing internazionale che diventeranno compito primario dell’Azienda centrale dei porti.

Ci sono porti già chiusi

Si è parlato quindi di una sorta di Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo) applicata alla portualità. Una società per azioni, a controllo pubblico, ma in grado di attrarre investitori privati su un piano industriale, ma anche di sfruttare le occasioni di investimento e consulenza nel mondo. Monti ha parlato espressamente non di “carenze di finanza”, ma piuttosto di “carenze della burocrazia.” Bisogna uscire dalle pastoie che non permettono lo sfruttamento, in senso buono, di un grande settore come quello del “demanio marittimo” di cui, in definitiva, “non se ne conosce neppure più il valore”. Ci sono porti che, paradossalmente, “sono già chiusi” e continua una dispersione di risorse che non ha più motivo di esistere.

Logiche di mercato

“L’Italia può contare su grandi imprenditori dello shipping che tutti ci invidiano, autentici campioni mondiali del settore. Il nostro dovere è quello di coadiuvarli nella direzione degli interessi del Paese”, ha spiegato il viceministro Rixi, che ha espressamente condiviso la proposta Monti di “un soggetto centrale che gestisca i cambiamenti e sia in condizione di selezionare gli investimenti, un soggetto in grado di dare risposte rapide al mercato e di gestire i processi. Un sistema che passi da interventi concreti sulle storture determinate da una deresponsabilizzazione della burocrazia e dalla incapacità di assumere scelte. Inoltre, bisogna tornare a retribuire i manager preposti a questi processi secondo una logica di mercato.”

Entro un anno si decide

Rixi ha confermato che si sta lavorando a una riforma “che consenta al nostro Paese di sfruttare meglio la sua posizione strategica all’interno del Mediterraneo.” Si attende una delega al Governo da parte del ParlamentoQuello che ci attendiamo nelle prossime settimane è che venga elaborata questa delega e poi ci diamo tempo un anno per sviluppare questa proposta che deve vedere una maggiore capacità dei nostri scali sia di avere delle semplificazioni dal punto di vista normativo ma anche di creare a livello centrale un ente che possa aiutarli a coordinare gli investimenti”.

42 milioni trasporto via mare

Intanto dal 6 dicembre sarà disponibile la piattaforma informatica per accedere subito a un importo di 42 milioni di euro per incentivare direttamente gli autotrasportatori verso la scelta della modalità marittima di trasporto merci. La misura ha una dotazione totale di circa 83 milioni per le attività svolte dal 2023 al 2026, di cui circa 42 saranno impegnati subito per l’annualità 2023-2024.

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