giovedì, 26 Dicembre, 2024
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Forum di pace, Meloni al Cairo. Possibile tappa a Tel Aviv. Liberati due ostaggi americani

La seconda settimana di guerra dopo il brutale assalto dei terroristi di Hamas contro i civili israeliani si apre con uno sforzo diplomatico per il cessate  il fuoco. Mentre la crisi umanitaria e nuove azioni di guerra rimangono al centro delle preoccupazioni dei leader occidentali. Al Cairo questa mattina prenderà il via il “Forum dell’Egitto per la pace”, tra i leader invitati dal presidente egiziano, al-Sisi c’è il premier Giorgia Meloni con l’impegno di trovare una soluzione che permetta una possibile de-scalation del conflitto. Iniziativa che cade in uno scenario sempre più complesso dove l’emergenza umanitaria è in procinto di diventare una catastrofe. Il valico di Rafah tra Gaza ed Egitto anche ieri è restato chiuso suscitando il profondo rammarico del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. In attesa di una possibilità di tregua sul fronte militare continua il lancio di razzi verso Israele da parte di Hamas mentre le truppe israeliane sono pronte per un imminente attacco di terra per entrare a Gaza.

Meloni al Cairo con i leader Europei e del Medio Oriente

Al “Forum dell’Egitto per la pace” oltre al presidente egiziano al-Sisi, e al presidente del Consiglio italiano, saranno presenti  il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il re giordano Abdullah, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, il re del Bahrain Hamad bin Isa Al Khalifa, il principe ereditario del Kuwait, Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, i ministri degli Esteri di Giappone, Regno Unito e Francia, i rappresentanti di Cipro e degli Emirati Arabi Uniti. Alla conferenza di pace è previsto l’arrivo del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Ieri sera, l’elenco dei partecipanti al “Forum dell’Egitto per la pace” si è ampliato con nuove e importanti presenze. Al Cairo arriveranno oggi  l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera Josep Borrell e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Secondo fonti tedesche ci sarà, anche il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. Nello scacchiere diplomatico da registrare una iniziativa del primo ministro britannico Rishi Sunak, dopo Israele e dopo colloqui “con i colleghi della regione per discutere della situazione in Israele e Gaza”, è atterrato al Cairo.
Il premier britannico, ha incontrato il presidente egiziano, ed ha elogiato gli sforzi del Cairo per la pace e della necessità di garantire che gli aiuti possano arrivare ai palestinesi “il più rapidamente possibile”.

Il Premier colloqui a Tel Aviv

Dopo il vertice della pace al Cairo, Giorgia Meloni, a quanto ha appreso ieri sera l’Adnkronos da fonti israeliane, “molto probabilmente” volerà anche in Israele per una visita di poche ore durante la quale ribadirà il sostegno dell’Italia allo Stato ebraico dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. In agenda è previsto un incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Tajani, nostri militari in missione Onu non corrono pericoli

“Siamo preoccupati per quanto sta accadendo nel Nord di Israele, continui attacchi di Hezbollah. I nostri militari”. Ha riferito ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante una conferenza stampa a Tunisi, precisando che i militari italiani che “svolgono azioni di pace sotto le bandiere delle Nazioni unite, di stanza lì, continuano a svolgere tranquillamente la loro missione e non stanno correndo rischi”.

Germania, pressing sul Libano

La ministra degli Esteri tedesca, Annalebs Baerbock è atterrata ieri a Beirut per una serie di colloqui. Nel pomeriggio ha incontrato il ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib. Successivamente Baerbock ha avuto colloqui con il premier Najib Mikati, e il generale in capo delle forze armate libanesi, Joseph Aoun. L’auspicio del capo della diplomazia di Berlino è quello di convincere i leader locali ad esercitare la loro influenza su Hezbollah allo scopo di evitare un’ulteriore escalation della crisi, secondo quanto riportano fonti citate dalla Dpa. Baerbock è arrivata in Libano da Israele. Anche il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius si è recato in visita in Libano e Israele nei giorni scorsi.

Liberate due donne americane

Le due americane, madre e figlia, rilasciate da Hamas dopo averle tenute in ostaggio nella Striscia di Gaza sono già arrivate in Egitto. Lo riferisce Channel 12 secondo cui entrambe avrebbero anche la nazionalità israeliana.

Ostaggi israeliani ancora vivi

Sempre più difficile la sorte degli Israeliani rapidi da Hamas. Non c’è chiarezza sui numeri e se sono ancora in vita.
“La maggior parte degli ostaggi israeliani catturati da Hamas sarebbe ancora viva”, fa sapere in un aggiornamento le Forze di Difesa Israeliane (Idf). Non c’è tuttavia ancora chiarezza sul numero complessivo degli ostaggi a Gaza: tra 100 e 200 per l’Idf, oltre i 250 per Hamas. Un portavoce dell’ala militare del gruppo, le Brigate Al-Qassam, ha affermato in una dichiarazione video che sarebbero 200 solo gli ostaggi in mano alle Brigate, a cui vanno sommati quelli sotto il controllo a Gaza di altre “formazioni militanti”.

Trenta i francesi uccisi da Hamas

È salito a trenta il numero di persone con passaporto francese uccise in Medio Oriente dall’inizio dell’aggressione di Hamas contro Israele. È quanto emerge da un ultimo bilancio rivelato da fonti diplomatiche francesi. Sono invece sette i francesi dispersi. Ieri presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato in videoconferenza con le famiglie degli ostaggi francesi prigionieri di Hamas mentre la ministra degli Esteri, Catherine Colonna, partirà già stasera per il Cairo per partecipare al vertice di pace previsto per domani nella capitale egiziana.

Gaza, l’attacco di terra

“L’ordine di entrare a Gaza arriverà presto”, ha detto ai soldati il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. Gallant ha anche illustrato alla Knesset le tre fasi con le quali Israele intende eliminare Hamas nella striscia. Ieri tra le notizie dei raid israeliani anche quella che è stata colpita una chiesa del patriarcato ortodosso nella città di Gaza, ci sarebbero 17 morti sotto le macerie. Idf: “Abbiamo colpito un muro vicino, è stato un incidente”.

Ucciso un capo di Hamas

Ieri sera le forze della Difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver colpito oltre cento obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza e ucciso un miliziano che faceva parte delle forze navali del gruppo e che lo scorso 7 ottobre ha partecipato all’attacco contro Israele. ’’Durante la notte, aerei da combattimento hanno attaccato oltre un centinaio di obiettivi operativi delle organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza, distruggendo pozzi, tunnel, depositi di munizioni e decine di quartier generali operativi’’. ’’Durante gli attacchi, l’Idf e lo Shin Bet hanno eliminato un terrorista che era nella forza navale dell’organizzazione terroristica Hamas’’, prosegue il post. Si tratta di Amjad Majed Muhammad Abu Odeh che ’’ha preso parte al massacro di civili israeliani nel sud di Israele’’.

Onu, riaprire il valico è priorità

Un appello umanitario è stato lanciato ieri sera dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che aveva deciso di essere presente alla riapertura del valico, valico di Rafah tra Gaza, ma il punto di uscita dell’unica via per i palestinesi in fuga verso l’Egitto, è rimasta ancora chiusa. L’Onu ha fatto sapere che gli aiuti umanitari riusciranno a entrare nella Striscia oggi. “È impossibile essere al valico di Rafah e non avere il cuore a pezzi”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, “dietro queste mura ci sono due milioni di persone a Gaza senza acqua, cibo, medicine, carburante. Da questa parte, questi camion hanno ciò di cui hanno bisogno. Dobbiamo farli spostare, il prima possibile, quanti sono necessari”.

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