domenica, 24 Novembre, 2024
Società

Missili su Tel Aviv. Hezbollah attacca dal Libano. 300mila soldati israeliani assediano Gaza. Le brutalità di Hamas

Una nuova ondata di missili contro le città israeliane, e gli Hezbollah libanesi filo-iraniani che annunciano di aver inflitto “un gran numero” di feriti e morti all’esercito di Tel Aviv. Sul fronte opposto, la risposta israeliana è altrettanto dura. L’esercito ha schierato 300 mila soldati e una lunga fila di carri armati che stringono d’assedio Gaza. La guerra contro Hamas non conosce soste, diventa più sanguinosa, con vittime tra la popolazione civile di entrambi i fronti. Tra le vittime anche undici lavoratori dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sono stati uccisi negli attacchi aerei israeliani. La situazione nella Striscia è sempre più critica, non c’è elettricità, mancano i viveri, le medicine e anche l’acqua scarseggia. L’unica centrale elettrica di Gaza ha smesso di funzionare per mancanza di carburante. Secondo le stime del ministero della sanità di Gaza è salito a 1.055 il numero dei morti con 5.184 feriti.

Ancora missili su Israele

A Tel Aviv le sirene di allarme hanno risuonato sull’intero territorio i razzi lanciati da Hamas hanno centrato diverse zone di Tel Aviv, anche in prossimità dell’aeroporto Ben Gurion. L’ospedale di Ashkelon, nel sud di Israele, è stato colpito dal lancio di razzi di Hamas che ha annunciato nuovi attacchi missilistici. L’esercito israeliano è impegnato su più fronti. Un nuovo scenario di guerra si è aperto in Libano. Gli estremisti Hezbollah hanno lanciato diversi razzi in risposta alla morte di alcuni “martiri”.

Alla luce nuove brutalità

Neonati e bambini piccoli sono stati trovati “decapitati” a Kfar Aza, nel sud di Israele, dopo gli attacchi di Hamas al kibbutz dove vivevano. A confermare la notizia – come riportato dalla Cnn – Tal Heinrich, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In mattinata l’esercito israeliano aveva detto di non avere conferme in merito alla notizia riportata ieri dalla tv israeliana i24. Anche Hamas ha poi parlato di “accuse inventate” e promosse “da alcuni media occidentali”. La “Cnn” ha visitato il Kibbuz di Kfar Aza, preso d’assalto da centinaia di miliziani palestinesi pesantemente armati sabato. I civili dell’insediamento sono stati in gran parte uccisi, inclusi anziani, donne e bambini: un ufficiale delle Forze di difesa israeliane intervistato dall’emittente televisiva parla di un “massacro” condotto secondo modalità che ricordano quelle dello Stato islamico. L’emittente televisiva ha rilanciato anche un video che mostra miliziani di Hamas lanciare una bomba a mano all’interno di un rifugio antiaereo in cemento armato dove aveva cercato scampo un numero imprecisato di civili israeliani. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato pubblicamente di aver “tolto ogni freno” ai militari impegnati nei combattimenti contro Hamas: “Chiunque venga per decapitare, uccidere donne, sopravvissuti all’Olocausto… Lo elimineremo col massimo della nostra forza e senza compromessi”, ha detto il ministro durane una ispezione del confine tra Israele e Gaza.

La morsa dell’assedio

A Gaza invece la popolazione è sull’orlo del precipizio di una catastrofe umanitaria. L’esercito israeliano stringe l’offensiva contro Hamas. “Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300 mila in tutto”, ha spiegato il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Jonathan Conricus. “E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani”. Nei raid è stata colpita, hanno raccontato fonti palestinesi, la casa di un capo terrorista di Hamas, Mohammed Deif, uccidendo il fratello e componenti della sua famiglia, compresi il figlio e la nipote. Altri parenti di Deif sarebbero intrappolati tra le rovine dell’edificio, nel sud della Striscia di Gaza.

L’impegno della Caritas

“Noi cristiani abbiamo paura della guerra ma abbiamo paura anche di ritorsioni da parte delle frange più estremiste islamiche ed ebraiche. Negli ultimi giorni abbiamo subìto diverse intimidazioni, offese e quindi abbiamo paura”. Lo afferma il direttore della Caritas di Gerusalemme, Anton Asfar, in un’intervista a Tv2000 sottolineando che “nessuno si avventura ad uscire di casa da solo. Questi fanatici sono armati, girano armati per Gerusalemme”. “La gente a Gaza”, racconta Asfar, “ha molta paura. Dalle informazioni che abbiamo il cibo scarseggia, l’acqua inizia ad essere sempre meno. Internet e i telefoni funzionano a singhiozzo. Spesso i nostri colleghi di Gaza sono irraggiungibili per ore. Non è consentito far entrare a Gaza aiuti umanitari, neppure acqua e cibo”. “In questo momento”, sottolinea Asfar, “ci sono circa 100 operatori umanitari di Caritas che si trovano a Gaza, molti di loro sono sfollati in diverse aree della Striscia di Gaza. Alcuni familiari dello staff di Caritas sono rimasti uccisi, le loro case distrutte a causa dei bombardamenti”.

La situazione degli ostaggi

Sono state contattate le famiglie di una parte degli israeliani rapiti da Hamas. “Abbiamo aggiornato per ora 60 famiglie di rapiti” ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari aggiungendo che l’esercito ha preparato un centralino da cui i parenti dei rapiti possono ricevere aggiornamenti e a cui possono essere dirette nuove testimonianze.

Nuovo governo a Tel Aviv

Da ieri inoltre Israele ha un governo di emergenza nazionale. L’accordo è stato raggiunto tra il premier Benyamin Netanyahu e uno dei leader dell’opposizione, Benny Gantz.

Meloni: colloqui con Emirati Arabi Uniti

Nell’ambito dei contatti in corso con i maggiori partner internazionali il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan. “Nel corso dello scambio di vedute”, riferisce una nota di palazzo Chigi, “è stata data massima rilevanza alla necessita’ di lavorare per una rapida de-escalation al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e sostenere gli sforzi in corso di mediazione per il rilascio degli ostaggi”.

Erdogan: non uccidere i civili

“Gli attacchi sproporzionati e infondati di Israele su Gaza potrebbero portarla verso una posizione sgradita agli occhi del pubblico a livello globale”. Lo ha sostenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, “Condurre un conflitto in questo modo non è una guerra ma un massacro”, ha detto Erdogan riguardo ai bombardamenti israeliani su Gaza. Il presidente turco ha detto che Ankara si oppone “equamente all’uccisione dei civili in Israele e ai bombardamenti su Gaza”.

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