venerdì, 22 Novembre, 2024
Politica

Lavoro stabile, meno fisco, salvare le pensioni. Incentivi a chi assume, è green e innovativo

Occupazione, previdenza, imprese. Dal Governatore Visco e dal Presidente Meloni una giusta visione

Due temi sui quali riflettere. Il primo sollevato con grande acutezza e sensibilità dal Governatore della Banca d’Italia nelle Considerazioni Finali dell’Istituto sull’emergenza demografica che Ignazio Visco declina come crisi della forza lavoro. Il secondo dossier è quello del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nell’incontro con sindacati e Associazioni produttive, che pone come priorità il disinnescare la “bomba sociale” della previdenza. Allarme oggettivato su due versanti: garanzie contrattuali per i giovani e battere la crisi delle “culle vuote”.

Sintonia Bankitalia e Governo

Da Ignazio Visco a Giorgia Meloni viene fuori una Italia che riesce a tenere testa alla crisi con una economia che primeggia ma, nel contempo, c’è un richiamo a fare uno sforzo corale per il Paese. Gli obiettivi di Bankitalia e del Governo in questo senso coincidono: far uscire i giovani dal precariato, creare lavoro e stabilizzare il fronte previdenziale. Con un impegno, quello di incentivare le imprese che creano e stabilizzano l’occupazione.

Il crollo dell’età da lavoro

Partiamo dal Governatore Visco e il richiamo al declino demografico. L’Italia si caratterizza per un processo di invecchiamento fra i più rapidi al mondo. In soli tre anni, dal 2019 il numero di persone definite in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) è diminuito di quasi 800 mila unità. Una situazione di fatto grave, a cui si aggiunge un futuro estremamente difficile.
Secondo le proiezioni demografiche dell’Istat, entro il 2040 la popolazione residente italiana si ridurrà di
due milioni e mezzo di persone; quella tra i 15 e i 64 anni e di oltre sei. Siamo di fronte ad una situazione eccezionale e grave.
Basta leggere cosa ha detto in propositivo il numero uno di Bankitalia. “Anche nell’ipotesi molto favorevole di un progressivo innalzamento dei tassi di attività dei giovani e delle donne fino ai valori medi dell’Unione europea, nei prossimi venti anni la crescita economica non potrà contare su un aumento endogeno delle forze di lavoro”.

L’occupazione salva le pensioni

L’unico modo per mitigare questo calo di forza lavoro oltre che da un allungamento dell’età lavorativa,  per Bankitalia ci sarà “solo da un aumento del saldo migratorio”. Serviranno quindi politiche di formazione e integrazione, “indispensabili”, segnala Visco, “per l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale e produttivo”. Per farlo tuttavia è necessario rafforzare le imprese davanti a un triplo salto: creare formazione di qualità, assumere a tempo indeterminato, essere competitive sui mercati. Le piccole imprese hanno svolto storicamente questo ruolo e, come ricordano, le Associazioni di categoria, dal commercio, alla metalmeccanica, dagli artigiani agli edili, serve una nuova visione del fisco, delle regole di assunzione, e dare priorità nell’assegnare incentivi a chi assume, alle buone pratiche ambientali e punta sull’innovazione. Se ci saranno nuovi assunti, il benessere sarà diffuso con un aumento del gettito fiscale e previdenziale.

Lavoro contro la bomba sociale

In questo scenario si misurano le priorità indicate dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che dal lavoro arriva al dossier più complesso, quello della riforma e sostenibilità del sistema previdenziale. “È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa”, spiega il premier che aggiunge,  “dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale”.

Più assunzioni meno fisco

La risposta delle Associazioni di categoria è stata pressoché unanime. La Confcommercio sottolinea con Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro come gli interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo “vanno resi complessivamente strutturali e progressivamente rafforzati”. Per gli artigiani il segretario della Cna, Otello Gregorini, concorda con la necessità di concepire norme e strumenti disegnati “sulle caratteristiche delle piccole imprese che rappresentano il 99% del tessuto produttivo”.

Uno sforzo per il Paese

Bankitalia, Governo e tessuto produttivo sono all’unisono. In questo vediamo un segno di unità verso una Italia più protagonista, più forte e aggiungiamo noi più giusta e popolare. Dobbiamo puntare a rafforzare le imprese che hanno quella capacità di includere lavoratori, dare vantaggi a chi lavora, sostenere in concreto i giovani e le donne che rappresentano un modello di impegno e qualità occupazionale. Il momento è propizio non lasciamolo sfuggire.

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