Negli oltre 24.000 agriturismi italiani si tirano le somme di una stagione caratterizzata da un massiccio flusso dal Nord Europa, dal ritorno degli americani e dalla crescita della presenza di turisti dall’Est. A frenare gli entusiasmi, però, ci pensa l’aumento esponenziale dei costi con le bollette triplicate in un anno e l’esponenziale aumento dei prezzi delle materie prime.
“Gli agriturismi, per essere tali, hanno alle spalle delle aziende agricole. L’ospitalità è attività accessoria alle imprese, che sono doppiamente penalizzate dall’impennata dei costi. Il bilancio complessivo dell’estate è molto positivo. Le presenze, in particolare degli stranieri, hanno fatto raggiungere punte del tutto esaurito. Per le strutture con ristorante e piscina gli aumenti sono stati così forti che, paradossalmente, abbiamo lavorato di più, incassando di più, ma guadagnando di meno”, ha detto Augusto Congionti, presidente Agriturist (Confagricoltura).
Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, della guerra in Ucraina, ma anche della grave, prolungata carenza idrica. Nonostante questo, molti agricoltori hanno deciso di non aumentare i prezzi o di ritoccarli solo lievemente. Una scelta che, a parere di Agriturist, ha decisamente premiato l’ospitalità nelle aziende agricole e la riscoperta della parte agricola del turismo.