Le infezioni da Covid-19 contratte sul lavoro segnalate all’Inail dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno sono pari a circa un quinto del totale degli infortuni registrati da gennaio 2020. È quanto rilevato dal ventottesimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail, pubblicato insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali, da cui emerge che i contagi sul lavoro registrati dall’inizio della pandemia sono 278.43.
Nei primi tre mesi di quest’anno si sono superati i casi registrati nell’intero 2021. Gennaio si colloca al secondo posto per numero di contagi denunciati (29.615), solo dopo novembre 2020 e i mesi successivi, anche se tendenzialmente in decrescita, risultano tra quelli con più casi dal gennaio 2021 in poi. Il 2020, con 148.900 infezioni, raccoglie il 53,5% di tutti i casi denunciati fino al 30 giugno 2022, con il mese di novembre al primo posto con 40.823 contagi, seguito da marzo con 28.698. Il 2021, con 48.537 denunce, rappresenta invece il 17,4% del totale dei contagi, con gennaio al primo posto (14.820 casi) e dicembre al secondo (9.278).
Rispetto alle 260.750 denunce registrate dal monitoraggio dello scorso 30 aprile, a partire dal quale il report nazionale viene pubblicato con cadenza bimestrale, i casi in più sono 17.681 (+6,8%), di cui 4.124 riferiti a giugno, 5.847 a maggio, 4.620 ad aprile, 1.107 a marzo, 514 a febbraio e 1.021 a gennaio 2022, mentre gli altri 448 casi sono per il 76,6% riferiti al 2021 e il restante 23,4% al 2020. Il consolidamento dei dati, infatti, permette di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.
Il nuovo report della Csa conferma anche la tendenza in diminuzione dei casi mortali. Salvo consolidamenti rilevabili nei prossimi monitoraggi, tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati denunciati 11 decessi, pari all’1,3% degli 877 casi mortali segnalati dall’inizio della pandemia. Rispetto agli 858 rilevati alla fine di aprile, i decessi sono 19 in più, di cui cinque avvenuti nel 2022, 10 nel 2021 e quattro nel 2020. Con 580 casi mortali da Covid-19, il 2020 raccoglie il 66,1% di tutti i decessi da contagio denunciati fino allo scorso 30 giugno, con aprile (195 casi mortali) e marzo (145) ai primi due posti. Il 2021, con 286 decessi, pesa invece per il 32,6% sul totale.
A morire sono soprattutto gli uomini (82,9%), ma la maggioranza delle infezioni di origine professionale riguarda le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi, infatti, è pari al 68,3%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul totale dei contagi denunciati all’Inail è, rispettivamente, del 49,1% e del 48,1%.
L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nell’ultimo mese di rilevazione è salita a 47 anni. Il 41,4% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,5%), under 35 anni (20,1%) e over 64 anni (2,0%). Gli italiani sono l’88,2%, mentre il restante 11,8% delle denunce riguarda lavoratori stranieri. Le nazionalità più colpite sono quelle rumena (20,8% dei contagiati stranieri), peruviana (12,3%), albanese (8,0%), moldava e svizzera (4,4% ciascuna) ed ecuadoriana (4,0%).
Il 63,3% delle denunce da Covid-19 e il 21,5% dei casi mortali rientrano nel settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili…), che ha mostrato un andamento altalenante delle denunce, con aumenti più evidenti nelle fasi più acute della pandemia – i livelli massimi si sono registrati a novembre e dicembre 2020, a marzo dello stesso anno e a gennaio 2022 – e livelli più bassi in corrispondenza dei periodi estivi del 2020 e del 2021 (con il minimo storico di 63 denunce a giugno 2021).
Nel primo semestre 2022 i contagi mostrano un andamento tendenzialmente decrescente e si attestano a circa 1.200 casi nel mese di giugno. In termini di incidenza sul totale delle infezioni denunciate, la sanità e assistenza sociale ha avuto riduzioni tra febbraio e giugno 2021, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno, proseguiti e addirittura amplificati nel primo semestre 2022, in cui sono stati registrati livelli di incidenza molto vicini a quelli osservati nei periodi più acuti della pandemia.