Più crescono le imprese femminili e meno soddisfacente è il rapporto con le banche e il credito. Per capire e mettere a punto delle correzioni “Terziario Donna” di Confcommercio ha organizzato cinque convegni a tema (parità di genere, transizione ambientale e digitale, sostenibilità sociale, credito e formazione) per mettere la donna al centro del cambiamento e tracciare una roadmap per l’uguaglianza.
Credito e imprese femminili
Le imprese femminili, quasi 1 milione e 400 mila in Italia, hanno subìto un calo di iscrizioni del 12,1% nel 2021, comunque meno peggio del -21% dell’anno precedente. Queste imprese sono più fragili rispetto a quelle maschili (oltre il 20% chiude entro i tre anni rispetto al 16% delle imprese non femminili), hanno scarsa diversificazione produttiva, bassa internazionalizzazione e sono poco innovative, anche se le giovanili femminili fanno ben sperare. Il 39% delle imprese femminili dichiara di avere problemi con l’accesso al credito contro il 35% di quelle maschili.
Nuovi rapporti con le banche
A parlare delle differenze di trattamento è Anna a presidente di “Terziano Donna”. “Oggi il tema impresa femminile è sempre più al centro delle agende delle istituzioni”, spiega la presidente Lapini, “mai come nei prossimi anni ci sarà richiesto un supplemento di impegno per saper cogliere l’importante opportunità che auspichiamo per arrivare ad un cambio del modello di sviluppo. Cambiamento che oggi finalmente sembra avere favorevoli condizioni per realizzarsi”.
La buona notizia
Per “Terziano Donna”, però le cose stanno cambiando.
“L’attenzione posta dal Ministero dello sviluppo economico, che ha messo a disposizione i fondi per finanziare le nuove attività intraprese dalle donne e rafforzare quelle già attive, è una buona notizia che attendevamo da tempo”. “Ci auguriamo”, osserva ancora Lapini, “questo sia un primo passo verso un percorso di valorizzazione e promozione dell’imprenditoria femminile che rappresenta uno dei settori strategici per lo sviluppo del paese”.