mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Ambiente

Wwf: “Approccio ecosistemico e inclusivo per tutelare il Mediterraneo”

La nuova Strategia per la biodiversità 2030 dell’Unione Europea prevede che entro il 2030, il 30% dei mari europei sia protetto, di cui il 10% rigorosamente protetto. Per il WWF questo obiettivo è da intendersi sotto un approccio inclusivo di una serie di fattori che interagiscono tra loro, attuando una protezione efficace di ogni aspetto di conservazione (habitat, specie e le componenti che garantiscono il funzionamento degli ecosistemi). Sebbene se ne sia parlato poco, la Pianificazione dello Spazio Marittimo (MSP, Maritime Spatial Planning) è lo strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di buono stato ambientale richiesti dalla Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino (MSFD, Marine Strategy Framework Directive) e per conseguire gli obiettivi della nuova Strategia per la biodiversità 2030 dell’UE.

Per questo ieri il WWF ha pubblicato il paper di approfondimento per “Realizzare la pianificazione dello spazio marittimo attraverso l’approccio ecosistemico” con cui guidare le scelte di regolamentazione del governo. L’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’UE, avrebbe dovuto entro il 31 marzo 2021 implementare il proprio piano di gestione dello spazio marittimo. Purtroppo, a differenza di altri, non siamo stati in grado di rispettare questo impegno e siamo ancora ben lontani da raggiungere questo risultato.

Considerare un approccio ecosistemico e integrato alla tutela del Mediterraneo per il WWF non significa solo dover proteggere una superficie marina uguale o maggiore del 30% ma, anche scegliere in maniera più efficiente gli spazi, tenendo in considerazione gli aspetti ambientali e gli usi presenti e futuri dei settori marittimi in maniera da ridurre o mitigare dove possibile gli impatti cumulativi delle attività antropiche sulle risorse marine, inclusa la resilienza agli impatti dovuti ai cambiamenti climatici, e di ridurre al tempo stesso i conflitti per l’utilizzo di determinati spazi cercando di creare, ove possibile, sinergie tra settori diversi ma compatibili tra loro. Il “Marine Spatial Planning” quindi non si limita solo alla protezione dell’ambiente marino, ma mira allo stesso tempo a garantire una sostenibilità socioeconomica a lungo termine. “Pur essendo uno dei maggiori hotspot mondiali di biodiversità marina e costiera, il Mar Mediterraneo è gravemente impattato da decenni di sviluppo economico non regolamentato, sfruttamento insostenibile delle risorse naturali e sviluppi costieri mal gestiti: molti dei settori marittimi appartenenti alla categoria della Blue Economy sono, secondo le previsioni, destinati ad espandersi notevolmente entro il 2030, e la crescente competizione per l’utilizzo di nuovi spazi porterà inevitabilmente sia a conflitti nell’uso dello spazio marittimo sia ad un aumento degli impatti cumulativi sulle risorse naturali e sugli ecosistemi marini, già duramente colpiti dal cambiamento climatico.

Tuttavia, come le risorse marine, anche lo spazio marittimo è una risorsa limitata – afferma Giulia Prato responsabile Programma Mare in WWF Italia -. È quindi essenziale che tutti i Paesi europei e l’Italia in particolare si dotino al più presto di una pianificazione dello spazio marittimo basata sull’approccio ecosistemico, da sviluppare attraverso il coinvolgimento di diversi stakeholder, che salvaguardi importanti aree ecologiche, riduca la pressione negativa sull’ecosistema marino nel suo complesso e garantisca spazio per la natura”. “Solo in questo modo – osserva – si potrà conservare la biodiversità marina e garantire la resilienza l del Mar Mediterraneo alla luce degli impatti dei cambiamenti climatici, oltre a supportare un’economia blu sostenibile”.

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