Se il segreto dell’urna non è affidato alla custodia di scrutatori e presidenti di seggio competenti e responsabili, ecco che il verbale delle operazioni di voto è inficiato da errori di calcolo ed irregolarità, che i candidati perdenti ed i giornalisti trasformano in broglio elettorale, ma che in realtà è solo frutto di beata ignoranza.
Spetta all’Ufficio Centrale Elettorale il compito di controllare i custodi dell’urna. Un dispiegamento di forze ed energie che per le elezioni comunali di Roma 2021 ha visto e vedrà, anche per il ballottaggio, impiegati ben 110 magistrati e funzionari del Ministero della Giustizia, nominati, insieme agli scrutatori dal Presidente del Tribunale di Roma, non solo per la proclamazione del Sindaco ma per ogni singolo Municipio. A questi si aggiunge uno stuolo di dipendenti del Comune addetti all’inserimento dei dati ed alla consegna dei verbali e delle Tabelle, di informatici e tecnici, di Forze dell’Ordine, di medici e dipendenti di Fiera di Roma.
Una cittadella di uomini di buona volontà che, alla presenza imprescindibile dei rappresentanti di lista delegati, lavorano sino allo stremo per garantire le operazioni di verifica.
Una fatica immane resa ancora più ardua dall’anacronistica mole delle formalità burocratiche: di tutte le operazioni vanno redatti, in triplice copia i verbali, sottoscritti da tutti i componenti del singolo ufficio.
Le campagne elettorali inneggiano al dovere di ogni cittadino di esercitare il diritto di voto, ma in concreto la Politica abdica al compito di formare e responsabilizzare i Custodi dell’Urna e di semplificare le operazioni avvalendosi della tecnologia.
L’estenuante lavoro di controllo non ha evidenziato brogli o scandalose contraffazioni di voti ma semplici incongruenze, irregolarità. Pochissimi i casi di mancato completamento delle operazioni che hanno reso necessario lo scrutinio in surroga, imputabili solo a negligenza, imperizia, sfinimento e soprattutto ad ignoranza della legge.
Di questa estenuante esperienza, che ha richiesto la sottoscrizione olografa di 5 persone e l’apposizione di timbri su ben 2.400 pagine, l’inserimento manuale al computer dei voti per o singoli 24 candidati per ognuna delle 21 liste per ognuna delle 312 sezioni, mi resta addosso, a sopraffare la fredda indifferenza dei Politicanti, il calore umano di ogni singolo circense della “Fiera del Controllo”. L’ottocentesco circo della burocrazia, fa del cittadino un funambolo privo delle rete di salvataggio.
La sovranità del popolo è oggi svincolata dalla tecnologia e dalla semplificazione. Falsamente ancorata alla mole di Carte e non all’art 48 della Magna Carta, quel “voto (che) è personale ed eguale, libero e segreto” (il cui esercizio) è dovere civico, diventa un mero “voto a perdere” perché nessuno si occupa di “ritirarlo” e custodirlo integro.