giovedì, 26 Dicembre, 2024
Salute

Nel 2020 spesa farmaceutica nazionale resta stabile

Nel 2020 la spesa farmaceutica nazionale totale, pubblica e privata, risulta stabile rispetto all’anno precedente, attestandosi a 30,5 miliardi. E’ quanto emerge dal Rapporto nazionale 2020 “L’uso dei farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa. Secondo lo studio, “la spesa pubblica, con un valore di 23,4 miliardi, rappresenta il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva e il 18,9% della spesa sanitaria pubblica, ed e’ rimasta pressoche’ stabile rispetto al 2019 (-0,8%)”.

“Nel 2020 la spesa farmaceutica pro capite – si legge ancora nel documento -, comprensiva dei medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, e’ stata pari a 385,88 euro, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente”. Tra le categorie, le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano quelle a maggiore spesa. Inoltre, lo scorso anno e’ stata registrata una riduzione del consumo degli antibiotici del 21,7% rispetto al 2019. Tale andamento, e’ spiegato nel rapporto, “potrebbe essere attribuibile alla modifica dei modelli organizzativi” e “alla diffusione dei dispositivi di protezione individuale che puo’ aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche”. Sono cresciuti, poi, i consumi del vaccino antinfluenzale (+23,6%). Lo scorso anno, inoltre, poco piu’ di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. “La spesa pro capite e i consumi – e’ spiegato nel rapporto – crescono con l’aumentare dell’eta’, in particolare la popolazione con piu’ di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi. Le Regioni del Nord registrano una prevalenza inferiore (59,6%) rispetto a Centro (64,8%) e Sud Italia (65,8%)”. Inoltre, il 35,7% della popolazione pediatrica ha ricevuto lo scorso anno almeno una prescrizione di farmaci (il 46,4% dei bambini nella fascia di eta’ prescolare) ma il numero di prescrizioni si e’ comunque fortemente ridotto rispetto all’anno precedente.

“Siamo a un passaggio cruciale – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza – in cui una nuova consapevolezza, popolare e istituzionale, ci consegna finalmente risorse che mancavano sul servizio sanitario nazionale da moltissimi anni. Ora la sfida e’ usare bene queste risorse e costruire reti, progetti e iniziative che siano all’altezza delle aspettative dei cittadini”. Per Speranza c’e’ una “grande occasione di un rilancio del Ssn” che “per me – ha detto – e’ una pietra preziosa del Paese”. Adesso, ha spiegato, “tutti hanno capito che le risorse che si mettono sulla salute non sono semplice spesa pubblica ma il piu’ grande investimento sulla qualita’ della vita delle persone”.

“Durante il Covid – ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini – abbiamo imparato il ruolo fondamentale del sistema sanitario e della ricerca, in particolare degli studi randomizzati che ci hanno consentito di cambiare lo standard terapeutico ogni 3-4 mesi”. Per quanto riguarda gli studi clinici, secondo Magrini, “ce ne vogliono meno come numero, piu’ grandi, piu’ organizzati a livello internazionale, possibilmente anche piattaforme di confronto di piu’ farmaci. Occorre – ha aggiunto – sentirsi parte di una comunita’ della ricerca internazionale, che non ha confini”. Nelle conclusioni dell’incontro, al termine del dibattito, Giuseppe Traversa di Aifa ha sottolineato l’importanza dei dati. “Dobbiamo usarli al meglio, sono una fonte straordinaria”, ha affermato, esprimendo anche l’auspicio che “questi dati possano servire a salvare vite”.

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